Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Lavori fisicamente esigenti possono portare al rischio di declino cognitivo

L'impegno costante in un lavoro con attività fisica di intensità media o elevata è stato collegato ad un aumento del rischio di compromissione cognitiva, secondo un nuovo studio del Norwegian National Center of Aging and Health, della Columbia University e del Butler Columbia Aging Center.


I risultati, pubblicati su Lancet Regional Health-Europe, mostrano l'importanza di sviluppare strategie per gli individui nelle professioni fisicamente impegnative per prevenire il deterioramento cognitivo.


"È fondamentale capire come i livelli di attività fisica sul posto di lavoro si relazionano con la compromissione cognitiva e la demenza"
, ha osservato Vegard Skirbekk PhD, professore di sanità di popolazione e familiare alla Columbia. "Il nostro lavoro evidenzia anche quello che viene chiamato paradosso dell'attività fisica (PA): l'attività fisica nel tempo libero è associata a esiti cognitivi migliori, mentre l'attività fisica legata al lavoro può portare a esiti cognitivi peggiori".


Fino ad ora precedenti studi sull'attività fisica e la demenza professionale erano stati limitati, e in genere avevano valutato l'occupazione in un singolo punto temporale nella carriera dell'individuo, spesso vicino alla pensione, ed erano in gran parte frutto di auto-segnalazioni.


"I nostri risultati estendono quelli degli studi precedenti incorporando una prospettiva di intera vita lavorativa nella ricerca sulla terapia fisica professionale e sulla compromissione cognitiva", ha affermato Skirbekk. "Mentre gli studi precedenti erano concentrati principalmente su una singola misurazione dell'occupazione, noi abbiamo considerato traiettorie professionali dai 33 ai 65 anni per dare un quadro più ampio delle storie professionali dei partecipanti e di come queste sono legate al rischio di compromissione cognitiva in tarda età".


Skirbekk osserva che il periodo preclinico della demenza può iniziare fino a due decenni prima dell'insorgenza dei sintomi, pertanto, un approccio di vita intera, in cui sono prese in considerazione diverse professioni nell'età lavorativa, potrebbe fornire informazioni più accurate sulle complesse relazioni tra le caratteristiche professionali e la compromissione cognitiva.


Utilizzando uno dei più grandi studi al mondo sulla demenza basato sulla popolazione (studio HUNT4 70+), i ricercatori hanno valutato l'associazione tra attività fisica professionale dai 33 ai 65 anni e il rischio di demenza e lieve compromissione cognitiva dopo i 70 anni.


Nell'analisi sono stati inclusi 7.005 partecipanti (metà donne), 902 dei quali con diagnosi clinica di demenza e 2.407 con diagnosi di lieve compromissione cognitiva. Skirbekk e colleghi hanno valutato l'associazione delle traiettorie dell'attività fisica professionale dai 33 ai 65 anni con il rischio di demenza e lieve compromissione cognitiva dopo i 70 anni.


I rischi di demenza e di lieve compromissione cognitiva tra gli over-70 erano del 15,5% tra quelli con lavoro fisicamente impegnativo nell'ultima parte della vita lavorativa, ma solo del 9% tra quelli con posti di lavoro che avevano basse esigenze fisiche.


"I nostri risultati sottolineano in particolare la necessità di seguire le persone con professione ad alta attività fisica in quanto sembrano avere un rischio maggiore di sviluppare la demenza", ha osservato Skirbekk. “La ricerca futura dovrebbe valutare in che modo l'attività fisica e gli interventi sul lavoro per ridurre l'attività fisica professionale o i cambiamenti tecnologici che portano ad alterare l'attività, in combinazione con altre caratteristiche del lavoro, si relazionano con il rischio di demenza e di lieve declino cognitivo in tarda età. Ciò aumenterà la nostra comprensione dell'associazione tra storie professionali e compromissione cognitiva".

 

 

 


Fonte: Columbia University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: E Zotcheva, [+15], V Skirbekk. Trajectories of occupational physical activity and risk of later-life mild cognitive impairment and dementia: the HUNT4 70+ study. The Lancet Regional Health - Europe, 29 Aug 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)