Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperto nuovo obiettivo terapeutico per l'Alzheimer

Scienziati dell'Université Laval e dell'Università di Lethbridge, sono riusciti a invertire alcune manifestazioni cognitive associate all'Alzheimer in un modello animale della malattia, con uno studio pubblicato su Brain.

Neuron

"Sebbene ciò sia ancora da dimostrare nell'uomo, crediamo che il meccanismo che abbiamo scoperto costituisca un obiettivo terapeutico molto interessante, perché non solo rallenta la progressione della malattia, ma in parte ripristina anche alcune funzioni cognitive", commenta l'autore senior dello studio Yves De Koninck, professore della facoltà di medicina e ricercatore del Centro di ricerca CERVO dell'Université Laval.


Studi precedenti avevano dimostrato che, anche prima che appaiano i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), c'è una rottura dell'attività cerebrale nelle persone che andranno avanti nello sviluppo della malattia. Il ricercatore spiega:

"Esiste una iperattività neuronale e una disorganizzazione dei segnali nel cervello. La nostra ipotesi è che sia interrotto un meccanismo che regola l'attività neuronale, più specificamente quello responsabile dell'inibizione dei segnali neuronali.

"Il principale inibitore dei segnali neuronali nel cervello umano è il neurotrasmettitore GABA, che lavora in stretta collaborazione con un altro trasportatore, il KCC2. Quest'ultimo è una pompa ionica, situata nella membrana cellulare, che fa circolare ioni di cloruro e di potassio tra l'interno e l'esterno dei neuroni. Tenere questa pompa ionica nella membrana cellulare del neurone potrebbe rallentare o invertire la patologia.

"La perdita di KCC2 nella membrana cellulare può portare all'iperattività neuronale. Uno studio ha già dimostrato che i livelli di KCC2 erano ridotti nel cervello dei pazienti deceduti con MA. Questo ci ha dato l'idea di esaminare il ruolo di KCC2 in topi modello della malattia".

 

Risultati promettenti nei topi

Per fare ciò, gli scienziati hanno usato linee di topo che esprimevano una manifestazione del MA, scoprendo che, quando questi topi raggiungevano l'età di quattro mesi, i livelli di KCC2 erano diminuiti in due regioni del cervello: l'ippocampo e la corteccia prefrontale. Queste due regioni sono colpite anche da persone che soffrono di MA.


Alla luce di questi risultati, i ricercatori hanno rivolto l'attenzione su una molecola sviluppata nel loro laboratorio, CLP290, un attivatore di KCC2 che ne impedisce l'esaurimento. A breve termine, la somministrazione di questa molecola ai topi che aveva già livelli ridotti di KCC2 ha migliorato la loro memoria spaziale e il loro comportamento sociale. A lungo termine, la CLP290 li ha protetti dal declino cognitivo e dall'iperattività neuronale.


"I nostri risultati non implicano che la perdita di KCC2 provoca il MA", precisa il Prof. De Koninck. "Però, sembra causare uno squilibrio ionico che porta all'iperattività neuronale, e quindi alla morte del neurone. Ciò suggerisce che prevenendo la perdita di KCC2, potremmo rallentare e forse anche invertire alcune manifestazioni della malattia".


Per vari motivi, la CLP290 non può essere usata nell'uomo. La squadra del professor de Koninck sta cercando altre molecole che attivano il KCC2, ben tollerate dai malati di MA.


"Abbiamo sviluppato nuove molecole che sono attualmente in fase di valutazione nel nostro laboratorio. In parallelo con questa ricerca, stiamo testando farmaci che vengono usati per scopi diversi dal MA nell'uomo, per valutare i loro effetti sul KCC2. Riallocare un farmaco esistente permette di accelerare il lavoro su questo nuovo percorso terapeutico", sottolinea il ricercatore.

 

 

 


Fonte: Université Laval (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: I Keramidis, [+15], Y De Koninck. Restoring neuronal chloride extrusion reverses cognitive decline linked to Alzheimer’s disease mutations. Brain, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)