Un nuova ricerca guidata dalla James Cook University (Australia) propone l'ipotesi che livelli più alti di alcuni isotopi di potassio (atomi) nel flusso sanguigno di una persona potrebbero essere un modo per rilevare l'Alzheimer molto prima dei metodi attuali.
In un nuovo studio pubblicato su Metallomics, il dott. Brandon Mahan, primo autore e geochimico della JCU, afferma che scoperte recenti su campioni cerebrali mostrano cambiamenti marcati negli isotopi di potassio correlati alla presenza di un tipo di materiale proteico associato al morbo di Alzheimer (MA) che produce placche nel cervello.
I dati, ottenuti in collaborazione con l'Università di Bristol (GB) e l'Institut de Physique Du Globe di Parigi (Francia), hanno permesso di analizzare campioni cerebrali di mini suini modificati geneticamente, una delle migliori corrispondenze fisiologiche per la ricerca sulle malattie umane. Il dott. Mahan spiega:
“Abbiamo esaminato gli isotopi di potassio nelle varie regioni cerebrali di un animale che mostrava segni preliminari di MA e li abbiamo confrontati con gli isotopi di uno che non li aveva. Ciò che abbiamo trovato è stato abbastanza sorprendente.
"Abbiamo dimostrato che laddove è presente l'evidenza dell'accumulo di proteina amiloide-beta (Aβ), le regioni cerebrali mostrano un esaurimento nel potassio e anomalie nei suoi isotopi. In base agli studi precedenti e a queste nuove osservazioni, abbiamo ipotizzato che gli isotopi di potassio che scompaiono dal cervello hanno probabilità di riapparire nel flusso sanguigno".
Il dott. Mahan ha affermato che i risultati sono cruciali e molto promettenti per quanto riguarda lo sviluppo di un esame del sangue non invasivo che potrebbe potenzialmente determinare se una persona ha il MA, confrontando i livelli di isotopi di potassio con i campioni di sangue di individui senza la malattia:
"Se riesci a sviluppare uno strumento diagnostico precoce, meglio se non invasivo, allora puoi rallentare (o forse anche bloccare) la progressione del MA. Ed è qui che la ricerca isotopica è davvero potente perché quei cambiamenti isotopici avvengono più o meno istantaneamente.
“Per questo motivo, è probabile che ciò possa essere rilevato molto prima di, ad esempio, una scansione con tomografia a emissione di positroni (PET), quando un paziente potrebbe potenzialmente essere già decenni avanti nella progressione della malattia.
"Mancando attualmente di una qualsiasi cura, il modo migliore per ridurre al minimo gli effetti del MA è rilevarlo il più presto possibile, in modo che un paziente possa prendere provvedimenti per rallentare la progressione della malattia".
Il dott. Mahan ha affermato che il suo team inizierà presto a testare campioni di sangue umano per rilevare i livelli di isotopi di potassio forniti da una delle banche di campioni umani più grandi dell'Australia.
“Esploreremo non solo i livelli di isotopi di potassio, ma anche di rame e di zinco e tutto ciò che possiamo estrarre da quei campioni in termini di metalli e dei loro isotopi, e quindi confronteremo questi risultati con i dati cognitivi e del sangue, ricchi e stratificati, disponibili per questi campioni della biobanca", ha detto.
Fonte: James Cook University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: B Mahan, ...[+6], F Moynier. Exploring the K isotope composition of Göttingen minipig brain regions, and implications for Alzheimer's disease. Metallomics, 2022, DOI
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