Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuove tecnologie rivelano i guasti incrociati nell'Alzheimer

La 'profilazione a singole cellule' aiuta i neuroscienziati a vedere come la malattia influisce sui principali tipi di cellule cerebrali e identifica percorsi comuni e, potenzialmente, bersaglio.

Single cell profiling showing perturbed pathways in ADPercorsi perturbati dall'Alzheimer su diversi tipi di cellule cerebrali.

Dopo decenni di ricerca scientifica fondamentale e di scoperte di farmaci, il morbo di Alzheimer (MA) è tuttora imperscrutabile e incurabile, con un progresso terapeutico poco più che minimo. Ma con un nuovo studio di revisione pubblicato su Nature Neuroscience, scienziati del MIT scrivono che, impiegando la nuova capacità di ricerca della profilazione a cellule singole, il settore ha ottenuto rapidamente informazioni a lungo cercate con un forte potenziale di per spiegare la malattia che di fare qualcosa di significativo al riguardo.


Analizzando queste nuove prove, ad esempio, gli autori mostrano che le distruzioni della malattia convergono su cinque aree principali della funzione cellulare ('percorsi'), in ciascuno dei 5 principali tipi di cellule cerebrali. Le tecnologie di profilazione a singole cellule producono misurazioni complete dell'attività genetica nelle singole cellule, come i livelli di RNA (che è la trascrizione del DNA), così da poter valutare le funzioni e i ruoli della cellula nella biologia del cervello e nella patologia della malattia.


Queste tecnologie vanno oltre il sequenziamento del genoma, che cataloga il DNA presente nella maggior parte delle cellule di una persona, rivelando come ogni cellula usa in modo univoco quell'insieme comune di istruzioni. Nello studio sul MA, gli scienziati hanno usato la profilazione a singole cellule per vedere come varie cellule cerebrali, come tipi diversi di neuroni, microglia e astrociti, agiscono in modo diverso nella malattia rispetto al cervello sano.


Nello studio, Mitch Murdock, dottorando di scienze cerebrali e cognitive del MIT, e la prof.ssa Li-Huei Tsai, direttrice del Picower Institute for Learning and Memory e dell'Aging Brain Initiative, scrivono che, mentre le scoperte delle ricerche a profilazione di singole cellule confermano che gli effetti terribili della malattia sono complessi e di vasta portata, sembrano esserci anche 5 percorsi che si perturbano in ciascuno dei 5 tipi principali di cellule.


Lo studio di questi percorsi, scrivono, potrebbe produrre preziosi biomarcatori della malattia e produrre obiettivi significativi per un intervento terapeutico:

  1. Infiammazione e risposta immunitaria
  2. Segnalazione e metabolismo dei lipidi (molecole di grasso)
  3. Stress metabolico e piegatura delle proteine
  4. Danno al DNA e senescenza cellulare (invecchiamento)
  5. Interazioni con la vascolarizzazione cerebrale (vasi sanguigni)


Per ciascuno di questi percorsi in neuroni, microglia, astrociti, oligodendrociti e cellule precursori degli oligodendrociti, la Tsai e Murdock identificano differenze specifiche nella regolazione genica, trovati negli studi a singola cellula, che sono presenti in modo significativo nel cervello dei pazienti con MA o nei topi modello, confrontati con i campioni di individui sani di controllo.


Ad esempio, la Tsai e Murdock evidenziano più di una dozzina di geni tutti intimamente coinvolti nell'elaborazione dei lipidi, la cui espressione è alterata in vari modi in diverse cellule della corteccia prefrontale del cervello. In un altro esempio mostrano che tutti i 5 tipi di cellule mostrano deterioramento nella riparazione del DNA, sebbene con una espressione diversa in ciascuno dei geni.


"Identificando i tipi di cellule vulnerabili e i programmi molecolari che ne danno origine, degli interventi terapeutici potrebbero invertire le traiettorie cellulari aberranti", hanno scritto Murdock e la Tsai nel documento. "Mentre molte alterazioni trascrizionali sono specifiche del tipo di cellula, questi cambiamenti alla fine potrebbero convergere su percorsi di segnalazione condivisi tra i tipi di cellule, potendo così rappresentare obiettivi per nuove strategie terapeutiche".


È certo, notano gli autori, che c'è ancora molto lavoro da fare, sia per affinare che per migliorare le tecniche a cellule singole e anche per sfruttare le nuove opportunità correlate. Il documento rileva una serie di problemi che devono essere attentamente considerati nella produzione di risultati validi della profilazione a cellule singole, incluso dove le cellule sono campionate nel cervello per il sequenziamento, da chi e in quale condizione.


Inoltre, non è sempre semplice dimostrare che i cambiamenti nell'espressione genica influenzano necessariamente la biologia ed è ancora più difficile sapere se un particolare intervento, che per esempio punta i percorsi di infiammazione alterati, si rivelerà sicuro ed efficace come terapia.


Le direzioni future, nel frattempo, potrebbero includere un uso maggiore della 'trascrittomica spaziale', che misura la trascrizione genica nelle cellule dove si trovano all'interno del cervello, piuttosto che rimuoverle per l'analisi. Gli studi dovrebbero essere ampliati per incorporare più campioni umani, in modo da riuscire a spiegare pienamente le differenze variabili e demografiche. Secondo gli autori, i dati dovrebbero essere condivisi e integrati, e sono necessari confronti migliori tra campioni umani e dei roditori per comprendere meglio quanto si sovrappongono.


"La profilazione a cellule singole facilita un ritratto ricco di sfumature dei diversi processi cellulari perturbati nel cervello di MA", concludono la Tsai e Murdock. “Questi programmi molecolari aiutano a spiegare la divergenza tra invecchiamento sano e declino cognitivo, ed evidenziano programmi molecolari specifici per tipo di cellula coinvolti nel MA. I moduli principali di segnalazione sono distrutti su più tipi di cellule e manipolare gli stati cellulari alterati può aprire la strada a nuove opportunità terapeutiche".

 

 

 


Fonte: Picower Institute/MIT (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: MH Murdock, LH Tsai. Insights into Alzheimer’s disease from single-cell genomic approaches. Nature Neurosc., 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.