Due studi recenti eseguiti all'Università della Finlandia orientale mostrano che il percorso educativo e le lesioni cerebrali traumatiche precedenti possono potenzialmente influire sul rischio di demenza frontotemporale.
La demenza frontotemporale (FTD) è una delle cause più comuni di demenza nelle persone in età lavorativa. I disturbi dello spettro FTD hanno, a seconda del sottotipo, effetti importanti su comportamento, funzioni linguistiche ed elaborazione cognitiva. Si ritiene che a questi disturbi contribuiscano molte mutazioni genetiche, ma i loro fattori di rischio non genetici, e quindi potenzialmente prevenibili, rimangono sconosciuti e poco studiati.
Secondo un studio recente condotto all'Università della Finlandia orientale, i pazienti con demenza frontotemporale erano, in media, meno istruiti rispetto ai pazienti con morbo di Alzheimer (MA). Inoltre, i pazienti con FTD che non avevano una mutazione genetica che causa la malattia erano meno istruiti e avevano una maggiore prevalenza di malattie cardiache rispetto ai pazienti con FTD portatori di una mutazione.
I ricercatori hanno usato dati approfonditi di oltre 1.000 pazienti di Finlandia e Italia, che rappresentavano tutti i sottotipi più comuni di FTD. Oltre ai pazienti con FTD e con MA, lo studio includeva un gruppo di controllo che non aveva una diagnosi di malattia neurodegenerativa. I risultati sono stati pubblicati su Annals of Clinical and Translational Neurology. In base allo studio, sembra che i pazienti con sottotipi diversi dello spettro FTD e i pazienti con malattia genetica e non genetica, siano diversi in termini di vari fattori di rischio.
Un secondo studio mostra che una lesione cerebrale traumatica precedente può aumentare il rischio di FTD, specialmente nei pazienti che non sono portatori di una mutazione genetica causale. Inoltre, i pazienti che avevano subito una lesione alla testa sviluppavano la FTD, in media, prima degli altri. I ricercatori hanno confrontato i pazienti FTD finlandesi con pazienti con MA e con controlli sani. I risultati sono stati riportati nel Journal of Alzheimer’s Disease.
"Questi risultati ci fanno capire meglio i meccanismi della malattia e, forse in futuro, ci daranno un'opportunità per prevenire la demenza frontotemporale", afferma la ricercatrice di dottorato e prima autrice di entrambi gli studi Helmi Soppela dell'Università della Finlandia orientale.
Entrambi gli studi sono stati eseguiti dal gruppo di ricerca del professore aggiunto Eino Solje nell'ambito del consorzio FinFTD. I partner erano l'Università di Oulu e l'Università di Brescia.
Fonte: University of Eastern Finland (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti:
- H Soppela, ...[+10], E Solje. Modifiable potential risk factors in familial and sporadic frontotemporal dementia. Ann Clin Transl Neurol., Jun 2022, DOI
- H Soppela, ...[+7], E Solje. Traumatic Brain Injury Associates with an Earlier Onset in Sporadic Frontotemporal Dementia. J Alzheimers Dis. Nov 2022, DOI
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