Il morbo di Alzheimer (MA) è una condizione neurodegenerativa che danneggia la capacità di una persona di pensare, ricordare ed eseguire funzioni di base. Secondo il National Institutes of Health, il MA colpisce oltre 6 milioni di americani, per lo più over-65. Sebbene il danno neurologico dalla malattia sia irreversibile, la diagnosi precoce e l'intervento hanno dimostrato di rallentare la sua progressione.
Prima dell'insorgenza dei sintomi fisici del MA, il metodo più comune per misurare il rischio di un individuo di sviluppare la malattia è la misurazione nel liquido spinale dei livelli di alcune proteine, come l'amiloide-beta e la tau. Questo test è invasivo, doloroso e costoso.
Ora, un team del Caltech e degli Huntington Medical Research Institutes, hanno fatto progressi verso lo sviluppo di un semplice test comportamentale per misurare il rischio di un individuo di sviluppare il MA prima di eventuali sintomi.
La ricerca è stata condotta nel laboratorio di Shinsuke Shimojo, professore di psicologia sperimentale, e il documento che ne descrive i risultati è su Alzheimer's & Dementia dal 20 settembre.
"La diagnosi precoce del MA è importante per iniziare interventi che possono rallentare la progressione della malattia", afferma il primo autore dello studio Shao-Min Sean Hung, ex post-dottorato del laboratorio di Shimojo e ora assistente professore all'Università Waseda in Giappone. "Prima dell'inizio della malattia, per definizione, le persone cognitivamente sane non hanno sintomi comportamentali e quindi non è possibile fare valutazioni comportamentali tradizionali per la malattia, perché non ci sono ancora sintomi comportamentali. Ciò che stiamo cercando di fare è sviluppare un test per rilevare anomalie comportamentali molto prima di qualsiasi insorgenza di sintomi e in modo meno invasivo rispetto alla misurazione del liquido spinale".
Lo studio ha coinvolto 40 persone con un'età media di 75 anni e tutti cognitivamente sani, sottoposti a miriadi di test sul rischio di MA: scansioni cerebrali a risonanza magnetica (MRI), sequenziamento del genoma e misurazioni invasive del liquido spinale già citate. Da questi marcatori biologici, gli individui potrebbero essere classificati come ad alto rischio o a basso rischio. I ricercatori miravano a sviluppare un test comportamentale i cui risultati fossero correlati a queste misurazioni biologiche.
Il team ha sviluppato un compito in cui un partecipante si sottopone a un cosiddetto test Paradigma Stroop. In questo test comune, a una persona viene mostrata una parola (il nome di un colore) colorata. Tuttavia, la parola stessa non corrisponde necessariamente al colore della parola stampata, ad esempio la parola 'rosso' è mostrata in verde. In ogni iterazione dell'attività, al partecipante viene chiesto di nominare il colore della parola o la parola stessa. Rispetto alla denominazione della parola stessa, nominare il colore del testo è considerato 'alto sforzo': è più impegnativo di quanto potrebbe sembrare: puoi provarlo da solo nell'immagine iniziale.
In questo studio, i ricercatori hanno anche aggiunto un elemento nascosto al paradigma di Stroop. Proprio prima di mostrare il bersaglio reale, veniva fatta lampeggiare rapidamente una parola incolore sullo schermo, così rapidamente che il partecipante non poteva rilevarla in modo consapevole. La parola incolore ha lo scopo di distrarre inconsciamente il partecipante e misurare la 'cognizione implicita'.
Oltre alla raccolta di informazioni coscienti e intenzionali o 'cognizione esplicita', il nostro cervello ha un sistema separato in cui le informazioni sensoriali vengono digerite senza consapevolezza cosciente: è la cognizione implicita.
"I partecipanti al nostro studio sono cognitivamente sani a livello esplicito e misuriamo ciò con una batteria di test neuropsicologici", afferma Hung. "Ma la domanda centrale di questo studio è: come è la loro cognizione implicita? Potrebbe essere che la loro cognizione implicita è più sensibile a mostrare il declino cognitivo relativo al MA? Lo studio ha testato l'ipotesi che i partecipanti sani ad alto e basso rischio sono distratti in modo diverso da una parola non vista".
Lo studio era in doppio cieco, quindi né i partecipanti né i ricercatori sapevano nulla sui dati biologici dei partecipanti prima dell'analisi dei dati. Il test ha mostrato che gli individui con fattori biologici ad alto rischio rallentavano di circa il 4% nel test di Stroop quando veniva fatta lampeggiare una parola incosciente e incoerente.
Ciò suggerisce, afferma Hung, che le condizioni che portano al MA possono influire sulla cognizione implicita molto prima della cognizione cosciente, e quindi un test per misurare le prestazioni cognitive implicite può riuscire a rilevare un alto rischio di sviluppare la malattia senza la necessità di misurazioni fisiche invasive.
I ricercatori sottolineano che questo test non è ancora diagnostico, cioè non può misurare il rischio di MA di un individuo specifico, ma mostra semplicemente una correlazione tra il gruppo di individui ad alto rischio e prestazioni peggiori nel test quando è presente una parola inconscia che distrae. I prossimi passi sono combinare il test con altre misurazioni fisiche non invasive, come la frequenza cardiaca e altri marcatori neurofisiologici, con l'obiettivo di renderlo più predittivo.
Fonte: Caltech-California Institute of Technology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Shao‐Min Hung, ...[+2], X Arakaki. Stronger implicit interference in cognitively healthy older participants with higher risk of Alzheimer’s disease. Alzheimer’s & Dementia: Diagnosis, Assessment & Disease Monitoring, 20 Sep 2022, DOI
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