Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuove informazioni sul meccanismo genetico e molecolare che predispone all'Alzheimer

microglia and neurons

I ricercatori del Mount Sinai di New York sono arrivati a comprendere come non mai i macchinari genetici e molecolari delle microglia umane, le cellule immunitarie che risiedono nel cervello, che potrebbero fornire preziose informazioni sul loro contributo allo sviluppo e alla progressione del morbo di Alzheimer (MA). I risultati del team sono stati pubblicati su Nature Genetics.


Lavorando con tessuto cerebrale umano fresco, raccolto tramite biopsia o autopsia da 150 donatori, i ricercatori hanno identificato 21 geni di rischio candidati e ne hanno messo in evidenza uno, lo SPI1, come potenziale regolatore chiave delle microglia e del rischio di MA.


"Il nostro studio è la più grande analisi delle microglia in tessuti umani freschi eseguito fino ad oggi dei fattori di rischio genetico che potrebbero predisporre una persona al MA", afferma l'autore senior Panos Roussos MD/PhD, professore di psichiatria e di scienze genetiche e genomiche del Mount Sinai e direttore del Center for Disease Neurogenomics. "Comprendendo meglio i meccanismi molecolari e genetici coinvolti nelle funzioni delle microglia, siamo in una posizione molto migliore per svelare il panorama regolatorio che controlla tale funzionalità e che contribuisce al MA. Tale conoscenza potrebbe, a sua volta, aprire la strada a nuovi interventi terapeutici per una malattia che attualmente non ha trattamenti efficaci".


Le microglia sono primariamente responsabili della risposta immunitaria nel cervello e sono anche fondamentali per lo sviluppo e il mantenimento dei neuroni. Mentre studi precedenti, tra cui alcuni del Mount Sinai, hanno identificato un ruolo cruciale delle microglia nel rischio genetico e nello sviluppo del MA, sappiamo poco sulla meccanica epigenetica di come ciò si verifica.


Poiché le microglia sono impegnative da isolare all'interno del cervello umano, la maggior parte degli studi precedenti ha utilizzato modelli animali o linee cellulari che non riflettono la vera complessità della funzione delle microglia nel cervello. Un'altra sfida è stata mettere in relazione la variazione del rischio genetico con una specifica funzione molecolare, perché questi fattori di rischio si trovano frequentemente nella parte non codificante del genoma ('DNA spazzatura'), che è più difficile da studiare.


La soluzione del team del Mount Sinai è stata di accedere ai tessuti cerebrali freschi da biopsie o autopsie rese possibili da una collaborazione tra quattro bio-depositi cerebrali, tre del Mount Sinai e l'altro della Rush University.


"Con un totale di 150 campioni da queste fonti, abbiamo isolato le microglia di alta qualità, che hanno fornito informazioni senza precedenti sulla regolazione genetica, che riflette l'intero insieme di componenti regolatori delle microglia in pazienti sani e neurodegenerativi"
, spiega il dott. Roussos.


Quel processo - confrontare l'espressione epigenetica/genica con informazioni genetiche dai campioni sia di MA che di pazienti sani invecchiati - ha consentito ai ricercatori di descrivere in modo completo come sono regolate geneticamente nell'uomo le funzioni delle microglia.


Nell'ambito della loro analisi statistica, hanno ampliato i risultati di precedenti studi di associazione a livello dell'intero genoma per collegare le varianti genetiche che predispongono al MA a sequenze regolatorie del DNA e ai geni la cui disregolazione è nota per contribuire direttamente allo sviluppo della malattia. Hanno inoltre descritto i meccanismi regolatori a livello cellulare come un modo per identificare le regioni genetiche coinvolte in aspetti specifici dell'attività microgliale.


Dalle loro indagini è emersa la novità che il gene SPI1, già noto agli scienziati, è il principale fattore di trascrizione microgliale che regola una rete di altri fattori di trascrizione e geni che sono legati geneticamente al MA. I dati che il team sta generando potrebbero anche essere importanti per decifrare i misteri molecolari e genetici dietro altre malattie neurodegenerative dove sono coinvolte le microglia, come il Parkinson, la sclerosi multipla e la sclerosi laterale amiotrofica.


Il dott. Roussos ammette che rimane molto lavoro per il suo team per comprendere appieno come i geni identificati contribuiscono allo sviluppo e alla progressione del MA e come potrebbero essere puntati con nuove terapie. È molto incoraggiato, però, dai risultati dell'analisi a singola cellula delle microglia da parte del suo laboratorio, con strumenti altamente sofisticati che stanno scoprendo le interazioni uniche tra diversi tipi di cellule immunitarie nel cervello e la sua periferia, che sono correlate alla malattia neurodegenerativa.


"Stiamo assistendo a risultati molto entusiasmanti attraverso i nostri dati a cella singola"
, scrive il dott. Roussos, "e questo ci avvicina sempre di più a capire le variazioni geneticamente guidate e quelle specifiche delle cellule, nelle malattie ereditabili come il MA".

 

 

 


Fonte: The Mount Sinai Hospital (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: R Kosoy, ...[+17], P Roussos. Genetics of the human microglia regulome refines Alzheimer’s disease risk loci. Nature Genetics, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)