Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio conserva la memoria nei topi: nuove basi per combattere l'Alzheimer

Durante esperimenti su modelli animali, i ricercatori dell'Università del Kansas hanno scoperto un possibile nuovo approccio per immunizzare dal morbo di Alzheimer (MA).

Il loro metodo utilizza una proteina ricca di metionina ricombinante (Met) derivata dal mais che è stata quindi ossidata in vitro per produrre l'antigene: proteina ricca di solfossido di metionina (MetO). Questo antigene, quando iniettato nel corpo, induce il sistema immunitario a produrre anticorpi contro il componente MetO dell'amiloide-beta (Aβ), una proteina tossica per le cellule cerebrali e segno distintivo del MA. I risultati sono stati appena pubblicati nella rivista peer-reviewed (a controllo dei pari) Antioxidants.


"Con l'età, abbiamo più stress ossidativo, e quindi Aβ e altre proteine ​​si accumulano e diventano ossidate e aggregate: queste proteine ​​sono resistenti al degrado o alla rimozione", ha affermato il ricercatore senior Jackob Moskovitz, professore associato di farmacologia e tossicologia alla KU. "In uno studio pubblicato nel 2011, ho iniettato a topi modello di MA una proteina simile ricca di solfossido di metionina e ho visto una riduzione del 30% circa del carico di placca amiloide nell'ippocampo, la regione principale in cui si verificano i danni del MA".


La proteina ricca di MetO usata da Moskovitz per la vaccinazione dei topi modello di MA è in grado di spingere il sistema immunitario a produrre anticorpi contro le proteine ​​che ospitano MetO, tra cui l'Aβ. L'introduzione della proteina ricca di MetO (antigene) basata sul mais richiede al sistema immunitario del corpo di produrre e distribuire gli anticorpi contro MetO a proteine contenenti M​etO precedentemente tollerate, e infine a ridurre i livelli di forme tossiche di Aβ e altre possibili proteine ​​nel cervello.


Nel nuovo studio, seguito del precedente, Moskovitz e i suoi coautori hanno iniettato la proteina ricca di MetO a topi modello di MA di 4 mesi che erano stati geneticamente modificati per sviluppare la forma familiare della malattia. I test successivi hanno mostrato che questo approccio ha provocato il sistema immunitario dei topi a produrre anticorpi che potrebbero alleviare la presenza di fenotipi di MA in età avanzata (topi di 10 mesi).


"Questo trattamento ha indotto la produzione di anticorpi anti-MetO nel plasma ematico che presenta un titolo significativo fino ad almeno 10 mesi di età", secondo gli autori.


Con una serie di test, i ricercatori della KU hanno valutato la memoria dei topi con l'iniezione e di topi simili che non avevano ricevuto il solfossido di metionina basato sul mais.


"Abbiamo misurato la capacità di memoria a breve termine con un labirinto 'Y', e questo è molto importante nel MA perché, quando le persone hanno la malattia, la loro memoria a breve termine svanisce, mentre i ricordi precedenti rimangono", ha detto Moskovitz. "Metti un topo in un labirinto a forma di 'Y' in modo che possa andare al braccio sinistro o destro. Ma poi introduci un terzo braccio nel mezzo e se riconosce quest'ultimo come nuovo, passerà più tempo ad esplorare quel nuovo braccio perché il topo è curioso. Se non si accorge nemmeno che c'è un terzo braccio, perché lo dimentica un minuto dopo averlo visto, trascorrerà più tempo a destra o a sinistra".


Secondo Moskovitz, si è verificato un miglioramento di circa il 50% nella memoria dei topi iniettati con la proteina ricca di solfossido di metionina (MetO) rispetto ai controlli. In un altro esperimento, i topi dovevano localizzare una piattaforma in un labirinto d'acqua.


"Abbiamo dato loro sei giorni per imparare, e persino quelli con MA alla fine imparano la posizione della piattaforma, ma abbiamo scoperto che dopo il secondo giorno c'era una grande differenza: i topi iniettati con l'antigene imparano molto più velocemente dei topi non immunizzati", ha detto Moskovitz. "Poi abbiamo rimosso la piattaforma per vedere se ricordavano dove era solo a memoria, non guardando. E di nuovo, abbiamo visto una grande differenza. I topi immunizzati con l'antigene ricordavano e trascorrevano più tempo nelle vicinanze della piattaforma dove erano stati addestrati, rispetto ai topi di controllo non immunizzati".


Oltre al miglioramento della memoria a breve termine, lo studio ha mostrato che i topi iniettati con antigene hanno mostrato capacità migliori di memoria a lungo termine, livelli ridotti di Aβ sia nel plasma ematico che nel cervello, nonché un "onere ridotto di Aβ e accumuli di MetO negli astrociti nelle regioni ippocampali e corticali; livelli ridotti di microglia attive; ed elevate capacità antiossidanti (attraverso una migliore localizzazione nucleare del fattore di trascrizione Nrf2) nelle stesse regioni cerebrali".


I ricercatori hanno scoperto che i dati raccolti nello studio probabilmente sono traslazionali, suggerendo che l'immunizzazione attiva "potrebbe dare la possibilità di ritardare o prevenire l'insorgenza del MA".


Moskovitz ha affermato che una tale immunizzazione potrebbe essere somministrata alle persone poiché il rischio di MA aumenta più tardi nella vita, "nel periodo in cui alle persone viene detto di andare a fare una colonscopia per la prima volta a 50 o 60 anni", ha detto. "Ulteriori iniezione di potenziamento potrebbero mantenere l'immunizzazione, un processo con cui le persone hanno così familiarità dai vaccini Covid".


Un'immunizzazione attiva rappresenterebbe un miglioramento rispetto agli attuali regimi di immunizzazione passiva perché l'antigene del solfossido di metionina stimola il sistema immunitario a produrre i propri anticorpi. Nell'immunizzazione passiva, gli anticorpi vengono iniettati direttamente nel corpo ma possono avere gravi effetti collaterali tossici (come l'encefalite cerebrale) nonché essere inclini al rifiuto nel tempo da parte del sistema immunitario come non-auto-anticorpi.


Moskovitz ha affermato che i prossimi passi in questa linea di ricerca sarebbero studi pre-clinici e clinici sull'uomo in collaborazione con aziende farmaceutiche interessate.

 

 

 


Fonte: University of Kansas (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Adam Smith, KR Gossman, B Dykstra, FP Gao, Jackob Moskovitz. Protective Effects against the Development of Alzheimer’s Disease in an Animal Model through Active Immunization with Methionine-Sulfoxide Rich Protein Antigen. Antioxidants, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.