Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Proposto nuovo modello computazionale per Alzheimer

Colorful brain

Ricercatori della Mayo Clinic hanno proposto un nuovo modello per mappare i sintomi del morbo di Alzheimer (MA) sull'anatomia cerebrale. Questo modello è stato sviluppato applicando l'apprendimento automatico ai dati di scansione del cervello dei pazienti.


Esso usa l'intera funzione del cervello piuttosto che quella di regioni cerebrali o reti specifiche, per spiegare la relazione tra anatomia cerebrale ed elaborazione mentale. I risultati sono pubblicati su Nature Communications.


"Questo nuovo modello può far avanzare la nostra comprensione di come funziona il cervello e cosa si rompe durante l'invecchiamento e nel MA, fornendo nuovi modi per monitorare, prevenire e curare i disturbi della mente", afferma David Jones MD, neurologo della Mayo, primo autore dello studio.


Il MA è in genere descritto come un problema di elaborazione proteica. Le proteine ​​tossiche amiloide e tau si depositano in aree del cervello, causando l'avaria dei neuroni che si traduce in sintomi clinici come la perdita di memoria, la difficoltà a comunicare e la confusione.


Tuttavia, non è ancora chiara la relazione tra sintomi clinici, modelli di danno cerebrale e anatomia cerebrale. Le persone possono anche avere più di una malattia neurodegenerativa, rendendo difficile la diagnosi. La mappatura del comportamento cerebrale con questo modello computazionale può dare nuova prospettiva ai medici.


Il nuovo modello è stato sviluppato usando misurazioni del glucosio cerebrale con la tomografia a emissione di positroni e fluorodesossiglucosio (FDG-PET) eseguita a 423 partecipanti allo studio che erano cognitivamente compromessi e coinvolti nello Study of Aging della Mayo Clinic e del suo centro di ricerca sul MA.


La FDG-PET è una scansione che mostra come il glucosio alimenta delle parti del cervello. Le malattie neurodegenerative, come il MA, la demenza da Corpi di Lewy e quella frontotemporale, ad esempio, hanno diversi modelli di uso del glucosio.


Il modello comprime l'anatomia cerebrale complessa pertinente dei sintomi della demenza in un quadro concettuale e codificato a colori che mostra aree del cervello associate ai disturbi neurodegenerativi e alle funzioni mentali. I modelli di scansione mostrati nel modello sono legati ai sintomi sperimentati dai pazienti.


La capacità predittiva del modello per i cambiamenti associati alla fisiologia del MA è stata convalidata in 410 persone. Una validazione aggiuntiva è stata ottenuta  analizzando una grande quantità di dati dall'invecchiamento normale e dalle sindromi di demenza, puntando la memoria, le funzioni esecutive, il linguaggio, il comportamento, il movimento, la percezione, la conoscenza semantica e le abilità visuospaziali.


I ricercatori hanno scoperto che il 51% della variabilità negli schemi di uso del glucosio in tutto il cervello dei pazienti con demenza potrebbe essere spiegato solo con 10 schemi. Ogni paziente ha una combinazione unica di questi 10 schemi di glucosio cerebrale, che sono legati al tipo dei loro sintomi.


Nel lavoro che è seguito, il programma di intelligenza artificiale (AI) del dipartimento di neurologia della Mayo Clinic, diretto dal dott. Jones, sta usando questi 10 schemi per lavorare sui sistemi AI che aiutano a interpretare le scansioni del cervello dei pazienti che vengono valutati per il MA e le sindromi correlate.


Il dott. Jones conclude:

"Questo nuovo modello computazionale, con più convalida e supporto, ha il potenziale di riorientare gli sforzi scientifici per concentrarsi sulle dinamiche nella biologia dei sistemi complessi nello studio della mente e della demenza, piuttosto che principalmente sulle proteine ​mal ripiegate.

"Se le funzioni mentali rilevanti per il MA vengono eseguite in modo distribuito in tutto il cervello, è necessario un nuovo modello di malattia come quello che stiamo proponendo. Pensiamo che questo modello possa potenzialmente influenzare la diagnostica, i trattamenti e la comprensione fondamentale della neurodegenerazione e le funzioni mentali in generale".

 

 

 


Fonte: Susan Barber Lindquist in Mayo Clinic (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: David Jones, ...[+13], C Jack. A computational model of neurodegeneration in Alzheimer’s disease. Nature Communications, 28 Mar 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)