Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La ricerca punta a nuova strada per un possibile vaccino Alzheimer

Un complice della proteina che causa l'accumulo di placca nell'Alzheimer è al centro di un potenziale nuovo trattamento, secondo la ricerca di una laureanda di Scienze della Salute della Georgia University.

Nell'Alzheimer, la proteina amiloide può accumularsi nel cervello, invece di essere eliminata dalle difese naturali del corpo, nidificandosi tra i neuroni e la formazione di placche impraticabili. L'amiloide e il modo in cui arriva lì potrebbe essere l'obiettivo per un nuovo vaccino.

"Il RAGE, o recettore per prodotti finali della glicazione avanzata: le proteine si legano agli amiloidi e li trasportano fino al cervello", ha affermato Scott Webster, uno studente del quinto anno che studia la malattia nel laboratorio del Dr. Alvin Terry, Professore di Farmacologia e tossicologia. La ricerca ha dimostrato che il RAGE può contribuire anche all'infiammazione e al danno che l'amiloide provoca alle cellule nervose del cervello.

Webster sta facendo ricerca su un vaccino che punta al RAGE e all'amiloide utilizzando il sistema immunitario del corpo per proteggere contro la loro sovrapproduzione e l'eventuale accumulo. Il suo lavoro gli ha fatto meritare la borsa di studio Darrell W. Brann in Neuroscienze 2011, un premio di 1.000 dollari che onora uno studente eccezionale laureato nel campus che lavora nel campo delle neuroscienze. "Purtroppo, tutti i vaccini per l'Alzheimer che sono passati attraverso le sperimentazioni cliniche hanno fallito", ha detto. "In parte è successo perchè semplicemente non sono abbastanza complete. La maggior parte punta solo all'amiloide. La nostra speranza è che adottando un approccio più onnicomprensivo, noi saremo più efficaci. Finora, questo è esattamente ciò che stiamo vedendo nei nostri esperimenti".

Altri vaccini hanno anche effetti collaterali multipli, tra cui il gonfiore del cervello. Webster spera che puntando la proteina RAGE e cambiando il modo in cui il vaccino viene somministrato ridurrà al minimo gli effetti collaterali infiammatori. Un altro vantaggio è che il vaccino può essere somministrato per via orale, in quanto non necessita di un coadiuvante, che viene aggiunto ai vaccini per aumentare la risposta immunitaria. L'apparato digerente è uno dei più grandi depositi del corpo di flora umana, i microrganismi che sono fondamentali per il sistema immunitario.

"Questa è un'idea relativamente nuova", ha detto Webster. "Utilizzando il sistema immunitario che è endogeno al nostro intestino, si può deviare la risposta del corpo lontano dall'infiammazione e verso una risposta anticorpale più robusta, bypassando alcuni degli effetti collaterali". I primi risultati hanno mostrato una migliore cognizione e memoria nei modelli animali di Alzheimer, qualcosa che Webster considera una sorta di crociata personale. "Ho visto un amico stretto di famiglia soffrire di questa malattia e ho visto come è stato devastante", ha detto. "La famiglia si sta prendendo cura di questa persona, eppure la persona non ricorda nemmeno chi è la sua famiglia. E' un processo straziante da guardare".

Anche con risultati promettenti, ha ammonito delle incognite sul vaccino potenziale. "Abbiamo bisogno di passare a studi su animali più grandi. C'è molto che ancora non conosciamo del vaccino. Ad esempio, sappiamo che amiloide e RAGE si legano insieme, ma non sappiamo perché il legame crea un complesso così stabile. Abbiamo questi punti finali, ma ancora non conosciamo alcune delle informazioni scientifiche di base che devono essere conosciute in modo che possiamo andare avanti".

In aggiunta alla borsa di studio Brann, la ricerca di Webster gli ha fatto guadagnare un invito al Simposio Nazionale St. Jude per studenti laureati e alla Conferenza nazionale sulla ricerca per studenti laureati dei National Institutes of Health. Egli ha ricevuto per due volte il Premio Lowell Greenbaum per l'Eccellenza di Ricerca in Farmacologia.

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 

 

 


 

Fonte: Materiale della Georgia Health Sciences University, via EurekAlert!, un servizio di AAAS.

Pubblicato in ScienceDaily il 26 Settembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:


Notizie da non perdere

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)