Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuova interfaccia cervello-computer consente la comunicazione senza fili

In un nuovo studio pubblicato su Nature Electronics, degli scienziati hanno creato un'interfaccia cervello-computer (BCI, brain-computer interface) che consente la registrazione e la stimolazione neurale usando una rete senza fili composta di microchip chiamati 'neurograin'.


Le interfacce cervello-computer, chiamate anche interfacce macchina-cervello, sono sistemi che consentono l'invio e la ricezione di segnali tra il cervello e un dispositivo esterno. Le BCI possono consentire a coloro che non sono in grado di parlare o con disabilità motoria di controllare oggetti esterni e comunicare. Per chi ha lesioni cerebrali o malattie e disturbi del sistema nervoso, le BCI possono essere una tecnologia di trasformazione della vita.


Il settore delle BCI è un mercato emergente che dovrebbe raggiungere i 3,7 miliardi di dollari di ricavi e crescere ad un tasso composto annuale del 15,5% dal 2020 al 2027, secondo un rapporto Grand View Research pubblicato nel febbraio 2020. Globalmente, la regione con la quota di mercato più grande di BCI nel 2019 era il Nord America, con il 39,7% secondo lo stesso rapporto.


Esempi di aziende nel settore BCI includono la Kernel di Bryan Johnson, la Synchron Inc di Thomas Oxley, la Neuralink di Elon Musk, la Medtronic Inc., la Boston Scientific Corporation, la Abbott Laboratories, la Nevro Corporation, la Livanova PLC e la Neuro Device Innovations Medical.


I fattori che guidano la domanda prevista includono l'aumento atteso delle malattie e dei disturbi neurodegenerativi, nonché una popolazione geriatrica crescente. Secondo le proiezioni globali di Alzheimer’s Disease International (ADI), ci saranno 115 milioni di persone con demenza entro il 2050.


"Qui riferiamo di microchip elettronici in rete e alimentati che possono eseguire autonomamente il rilevamento neurale e la microstimolazione elettrica", hanno scritto i ricercatori affiliati alla Brown University, alla Baylor University, all'Università della California di San Diego, all'Università Nazionale di Seoul e alla Qualcomm.


Gli attuali sensori e stimolatori neurali elettrofisiologici multicanale sono matrici di microelettrodi che sono dispositivi monolitici inflessibili. Quando si tratta di posizionare l'elettrodo, le attuali BCI sono inflessibili, ed è difficile aumentare il numero di nodi.


"I microchip, che abbiamo chiamato neurograin, hanno un collegamento transcutaneo elettromagnetico a ~1 GHz verso un centro telecomunicativo esterno, fornendo comunicazione e controllo bidirezionale a livello individuale del dispositivo", hanno scritto gli autori.


I ricercatori hanno posto i neurograin, ciascuno circa delle dimensioni di un granello di sale, sulla corteccia di un roditore per registrare il segnale epicorticale. I microchip neurograin sono ottimizzati per funzionare a bassa potenza: ogni chip usa meno di 30 microwatt.


"Oltre alla loro capacità unica di collegarsi in rete senza fili, i chip miniaturizzati raggiungono capacità di registrazione e stimolazione paragonabili ad altri microimpianti", hanno scritto i ricercatori.


Lavorando insieme, una configurazione di collegamenti di 48 neurograin ha rilevato 1.697 pacchetti di dati in 3,3 secondi. In più, i ricercatori hanno dato la prova-di-concetto che i 48 neurograin potrebbero essere indirizzati singolarmente sulla superficie corticale del roditore per registrare l'attività neurale. Secondo gli scienziati, il loro sistema è altamente scalabile e può essere aumentato fino a contenere 16 volte più neurograin.


"Calcoli teorici e misurazioni sperimentali mostrano che la configurazione del collegamento potrebbe potenzialmente essere aumentata a 770 neurograin usando un protocollo di accesso multiplo a tempo suddiviso personalizzato", hanno riferito i ricercatori.

 

 

 


Fonte: Cami Rosso in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jihun Lee, Vincent Leung, Ah-Hyoung Lee, Jiannan Huang, Peter Asbeck, Patrick Mercier, Stephen Shellhammer, Lawrence Larson, Farah Laiwalla & Arto Nurmikko. Neural recording and stimulation using wireless networks of microimplants. Nature Electronics, 12 Aug 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)