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Trovata la posizione della musica nel cervello

Anche se le persone con malattia di Alzheimer hanno alcune difficoltà con la memoria, la capacità di ricordare e riconoscere la musica è conservata.

Questo è importante per famiglie e carers, poichè possono usare la musica come mezzo di comunicazione e divertimento.

Grande titolo, non credete? Vi siete mai chiesti come e perché persone che vivono con demenza possono cantare anche quando non riescono a ricordare la domanda che hanno fatto appena un paio di minuti fa?

How about my Dotty? Cosa dite della mia Dotty [ndt: madre dell'autore, 94 anni, con Alzheimer]? Sente una canzone e inizia a cantarla. Dotty ha una voce molto dolce, per inciso. Alcuni di voi lo sanno, perché l'avete sentita in un video. [...]

Una ricerca su Internet mi ha chiarito il fatto. La canzone è stata scritta nel 1932 e è stata resa popolare per la prima volta da Billie Holiday. A quel tempo, prendeva incredibilmente la mente. Vi siete mai chiesti come e perché? Here you go. Ecco la risposta.

Ricercatori trovano la posizione di 'Waltzing Matilda' nel cervello

Neuroscienziati hanno individuato l'area del nostro cervello in cui sono memorizzati i ricordi di noti brani come 'Waltzing Matilda' e 'Baa Baa Black Sheep'. I risultati sono parte di uno studio, pubblicato sulla rivista Brain, sulla perdita di memoria in demenza,che guarda in particolare alla capacità di ricordare e riconoscere i suoni.

"Questa ricerca ci aiuta a identificare quali aree del nostro cervello sono fondamentali per la memorizzazione di conoscenze e ricordi", spiega Olivier Piguet, ricercatore senior del Neuroscience Research Australia (NeuRA). "È importante sottolineare che ci permette di capire cosa succede quando questi sistemi di memorizzazione si deteriorano nelle malattie degenerative come la demenza, e come possiamo essere in grado di rimediare al danno", dice.

Nello studio, condotto dal Prof. John Hodges e dal dottorando Sharpley Hsieh, ai partecipanti con demenza, oltre che ai controlli sani, è stato chiesto di distinguere tra brani noti e composizioni che avevano la stessa chiave e tempo, ma una combinazione diversa di note. I 27 partecipanti con demenza hanno avuto una diagnosi di Alzheimer o di un altro tipo chiamato demenza semantica, in cui i pazienti perdono la loro comprensione di parole, oggetti e concetti. I ricercatori hanno trovato che i partecipanti con demenza semantica non erano in grado di riconoscere le melodie famose.

Le scansioni di Risonanza Magnetica di questi partecipanti hanno mostrato un restringimento in una zona del cervello chiamata lobo temporale anteriore destro. Situata dietro l'orecchio destro, questa zona è già nota per essere importante per il riconoscimento dei volti noti.

I partecipanti con l'Alzheimer non hanno evidenziato danni significativi in quest'area del cervello. "Anche se le persone con Alzheimer hanno alcune difficoltà con la memoria, la capacità di ricordare e riconoscere la musica è conservata", spiega Piguet. "Questo è importante per le famiglie e i carers, che possono usare la musica come mezzo di comunicazione e divertimento".

Il Dr Piguet dice questi tipi di studi forniscono una opportunità unica per studiare la struttura della memoria nel cervello. "Ogni giorno, stiamo costruendo una 'mappa' più dettagliata del cervello umano", dice. "Con il miglioramento della 'mappa', saremo in grado di capire meglio come si possa riparare il danno che si verifica nella demenza".

 

 

 


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Reference: Neural basis of music knowledge: evidence from the dementias 

Pubblicato in Alzheimer's Reading Room il 29 agosto 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

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