Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Programma innovativo di esercizi può sconfiggere le medicine per la demenza

San Diego, California - Una nuova ricerca suggerisce che un programma innovativo di esercizi può migliorare i risultati fisici e cognitivi dei pazienti affetti da demenza, con entità degli effetti superiori a quelli ottenuti con i farmaci per demenza.

Lo studio pilota dimostra che il programma, che integra movimento funzionale e consapevolezza mentale del corpo, migliora la funzione cognitiva e fisica dei pazienti e la qualità della vita e riduce l'onere del caregiver, rispetto all'assistenza convenzionale (UC, usual care).


"Questo studio pilota, molto piccolo, fornisce una prova preliminare che il programma può migliorare la funzione cognitiva, la qualità della vita, la funzionalità fisica e l'onere del caregiver con una quantità di effetti sostanzialmente più grande di quello che si osserva di solito con i farmaci attualmente disponibili per la demenza", ha detto l'autore principale Deborah E. Barnes (nella foto), PhD, MPH, dell'Università della California di San Francisco e del San Francisco Veterans Affairs Medical Center, ai delegati presenti al 65° Meeting annuale della American Academy of Neurology (AAN).

Secondo i ricercatori, i programmi di esercizi tradizionali hanno dimostrato di migliorare la funzione fisica nei soggetti con demenza, ma poco si sa sull'effetto degli esercizi che integrano movimenti funzionali con la consapevolezza mentale del corpo, anch'essa in grado di influenzare la funzione cognitiva.

 

Programma innovativo

Chiamato Preventing Loss of Independence through Exercise (PLIÉ), prevenire la perdita di indipendenza attraverso l'esercizio, il programma "combina i migliori elementi delle tradizioni di esercizio orientale ed occidentale, che comprendono yoga, tai chi, Feldenkrais, terapia fisica, terapia professionale, consapevolezza, e terapia a movimenti di danza", scrive la Dott.ssa Barnes. Ha aggiunto che nello sviluppo del programma, il gruppo ha consultato i praticanti di queste diverse tradizioni per determinare gli elementi che funzionano meglio nei soggetti con demenza. Il regime risultante, ha detto, si concentra su come eseguire i movimenti funzionali di base, aumentando la consapevolezza del corpo, e incoraggiando l'impegno sociale.


Nelle 18 settimane di studio, i ricercatori hanno testato l'efficacia del programma PLIÉ in 6 pazienti con demenza lieve o moderata che stavano frequentando un programma di assistenza diurno per adulti e hanno confrontato i risultati con quelli di 5 pazienti che ricevevano UC nello stesso centro. I partecipanti al gruppo di trattamento attivo hanno frequentato sessioni di 45 minuti per 3 giorni alla settimana, per 18 settimane.


La Dott.ssa Barnes nota che un componente chiave del PLIE' si focalizza sulla promozione della memoria procedurale attraverso la ripetizione della stessa sequenza di movimenti semplici e funzionali, aumentando la complessità di questi movimenti nel tempo. "Sappiamo che la memoria per gli eventi, nelle persone con demenza, è molto compromessa, ma la memoria procedurale è effettivamente mantenuta abbastanza bene. Abbiamo scoperto che, anche se i pazienti non ricordavano di essere in classe, essi ricordavano la sequenza dei movimenti. Così si stava formando memoria procedurale", ha dichiarato la dott.ssa Barnes. Aggiungendo che i movimenti erano funzionali e rilevando che, poiché il personale di cura di giorno era preoccupato per le possibili cadute dei pazienti, gli stessi erano scoraggiati dal restare in piedi. "I pazienti venivano convinti a non statre in piedi durante il giorno, ma il nostro programma in realtà permette loro di stare in piedi e di sedersi in modo sicuro", dice la dott.ssa Barnes.

 

Migliore Interazione Sociale

Per favorire l'apprendimento e il consolidamento, il ritmo del programma era lento, specifica la dott.ssa Barnes. Gli istruttori del PLIE' facevano anche sedere i pazienti in cerchio, cosa che secondo lei "promuove realmente il movimento di gruppo e l'interazione sociale. Abbiamo scoperto che i pazienti cominciano a conversare tra di loro e che nel corso delle settimane le conversazioni crescono e diventano più complesse". Ha aggiunto che il programma permette molto riposo e utilizza il respiro consapevole per concentrarsi sulla consapevolezza delle sensazioni fisiche e delle emozioni.


La dott.ssa Barnes ha detto di credere che la maggiore consapevolezza viene dall' "essere in quel momento dei pazienti fisicamente aiutati che diventano più consapevoli cognitivamente". Infine, ha detto, il programma si incentra sulla creazione di un "ambiente amorevole, non giudicante, per promuovere sentimenti positivi e gioia" e utilizza la musica per migliorare questo effetto.


Sono stati raccolti dati anonimi pre- e post-intervento dai valutatori, e i test includevano Alzheimer's Disease Assessment Scale-cognitive subscale (ADAS-Cog), Quality of Life in Alzheimer's Disease (QoL-AD), e Short Physical Performance Battery (SPPB). Gli esiti dei caregiver sono stati misurati e comprendono la loro valutazione della funzionalità dei partecipanti, la qualità della vita, e il comportamento, usando rispettivamente l'Alzheimer's Disease Cooperative Study-Activities of Daily Living (ADCS-ADL), il QoL-AD, e il Neuropsychiatric Inventory (NPI). Sono stati valutati anche gli esiti sul carico dei caregiver con il Caregiver Burden Inventory (CBI).

 

Significatività Clinica

Le caratteristiche al basale dei pazienti e dei caregiver sono risultate simili in entrambi i gruppi, e la maggior parte erano donne. Anche le caratteristiche basali dei caregiver erano simili. La maggior parte erano figlie dei pazienti sui 55 anni e si erano prese cura dei genitori per 3/4 anni in media. Al basale, la media del punteggio Modified Mini-Mental State (3MS)  era di 62 per il gruppo PLIE' in confronto al 60 di coloro che ricevono UC, indicando demenza lieve e moderata per entrambi i gruppi.


Alla conclusione dello studio, i ricercatori hanno osservato un miglioramento dei punteggi ADAS-Cog (-4,6) nel gruppo di intervento e un peggioramento per il gruppo UC (+2,4), per una dimensione dell'effetto di 0,76. "Questo è sostanzialmente superiore a quello che di solito si vede con i farmaci per demenza, che di solito è dell'ordine di circa 0,2 deviazioni standard", ha detto la dott.ssa Barnes, aggiungendo che una deviazione standard sopra lo 0,25 è considerata clinicamente significativa. Il QoL-AD è migliorato di 6,0 punti nel gruppo PLIE' rispetto ai 2,6 nel gruppo UC con una entità dell'effetto di 0.83. Anche il SPPB è migliorato nel gruppo PLIE' rispetto al gruppo UC: 1,0 vs 0,2, per una dimensione dell'effetto di 0,34. La dott.ssa Barnes ha osservato che tutte queste misure dei PLIE', anche se non statisticamente significative a causa della piccola dimensione del campione, sono ben all'interno della gamma clinicamente significativa.


I ricercatori hanno anche riportato miglioramenti significativi nell'onere e nel disagio dei caregiver. Sulla base di questi risultati, il dottor Barnes ha detto che si augura che il National Institutes of Health finanzierà uno studio più grande.

 

L'esercizio fisico sotto indagine

Commentando lo studio per Medscape Medical News, David Knopman, MD, neurologo della Mayo Clinic di Rochester in Minnesota, e membro della American Academy of Neurology, ha detto che i risultati indicano che si tratta di un "approccio potenzialmente interessante e utile" per i pazienti con demenza.


Il Dr. Knopman ha aggiunto che l'esercizio fisico è in fase di studio come terapia aggiuntiva nell'Alzheimer e che i metodi utilizzati dai vari gruppi di ricerca, probabilmente variano ampiamente. Ha detto che, anche se l'intervento sviluppato dai ricercatori è potenzialmente utile come un modo per migliorare la cognizione, il piccolo campione di studio è una limitazione significativa. "Bisogna essere molto cauti nell'interpretare [il miglioramento della cognizione] tenuto conto del numero molto limitato di soggetti. Molto probabilmente, a mio avviso, il miglioramento della cognizione è derivato da una combinazione del miglioramento dell'umore, della migliore socializzazione, e forse alcuni benefici diretti dell'esercizio fisico".


Il Dr. Knopman ha aggiunto di non avere abbastanza dettagli per confutare o verificare questa teoria, ma ha osservato che ci "potrebbero essere grandi differenze tra l'assistenza tradizionale e la partecipazione a questo programma interessante".


La dott.ssa Barnes e il Dr. Knopman non hanno rivelato alcuna relazione finanziaria rilevante.

 

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (AAN) 65th Annual Meeting. Abstract S24.007. Presented March 20, 2013.

Pubblicato da Caroline Cassels in Medscape Today il 28 Marzo 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.