Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La maggior parte dei medici non è in grado di riconoscere i segni dell'Alzheimer

La demenza ucciderà una persona ogni tre sopra i 65 anni, ma un sondaggio tra i medici [in GB] rivela che quasi i due terzi ammettono di non essere in grado di riconoscere i segni della malattia.

Solo il 37 per cento dei medici [in GB] dice di avere un'adeguata formazione di base sulla demenza, secondo la ricerca dall'Alzheimer's Society.


Di conseguenza, solo il 43 per cento delle persone con questa condizione viene diagnosticato, lasciando centinaia di migliaia di pazienti non trattati, denuncia l'organizzazione non profit. Circa 800.000 persone nel Regno Unito hanno una forma di demenza, il costo per l'economia è di oltre 23 miliardi di sterline all'anno. In meno di 10 anni, si stima che un milione di persone vivranno con la condizione, salendo a 1,7 milioni entro il 2051.


Se la demenza fosse scoperta e trattata precocemente, l'insorgenza dei sintomi peggiori può essere ritardata, dando alle persone una migliore qualità di vita. L'Alzheimer's Society ha anche scoperto che il 75 per cento dei medici vorrebbe saperne di più sulla gestione dei sintomi comportamentali della malattia. Il sondaggio su 382 medici è stato commissionato in preparazione alla Settimana di Consapevolezza sulla Dementia che inizia domani. Diane Abbott, portavoce del Labour [Party] sulla salute pubblica, ha detto: "Questo è allarmante, perché abbiamo una popolazione che invecchia con la maggiore incidenza di Alzheimer di sempre. Se la demenza e' colta in anticipo le persone possono ancora avere una qualità di vita ma, se la maggior parte dei medici non si sentono preparati ad affrontare il problema, queste sono notizie molto preoccupanti per gli anziani della Gran Bretagna e le loro famiglie".


I bassi tassi di diagnosi possono essere attribuiti anche all'imbarazzo e alla paura che impedisce ad alcuni pazienti di farsi avanti. Quando è stato chiesto quali fossero le barriere per identificare la malattia, il 65 per cento dei medici ha detto che "molte persone affette da demenza non si presentano dal medico generico" e il 66 per cento ha anche citato lo stigma associato alla malattia come motivi che tengono i pazienti fuori della vista del medico.


Allan Grogan, di 70 anni, da Wirral, ha portato la moglie Mavis, di 67 anni, dal medico nel 2006, quando ha mostrato per la prima volta i sintomi, ma il medico generico ha respinto il suo comportamento insolito dicendo che "non c'è motivo di preoccuparsi". Un anno più tardi le venne diagnosticato l'Alzheimer e ora lei è asssistita a tempo pieno in una casa di cura. "Diceva le stesse storie, e faceva cose strane come ad esempio indossare il cappotto all'interno della casa, o mettere i piatti e le posate in luoghi bizzarri", ha detto Grogan. "Eravamo preoccupati e l'ho portata dal medico generico che ha detto che non c'era motivo di preoccuparsi. E' stato solo quando siamo tornati una seconda volta che il problema è stato preso sul serio".


Il Dott. Alex Turnbull, medico di famiglia a Wigan, ha detto: "Avere una diagnosi di demenza al più presto possibile è molto importante, per permettere alle persone di pianificare il futuro e accedere al supporto e ai trattamenti potenziali. Ma è anche vitale che, come medici di base, si ottenga il sostegno e le informazioni necessarie per aiutare le persone al meglio delle nostre capacità". Uno strumento di apprendimento on-line per aiutare i medici ad affrontare il problema è stato lanciato questa settimana dall'Alzheimer's Society e dalla British Medical Association. Jeremy Hughes, direttore dell'Alzheimer's Society, ha dichiarato: "Attualmente solo il 43 per cento delle persone affette da demenza ottengono una diagnosi formale. Questo potrebbe dipendere da varie ragioni, tra cui lo stigma e la mancanza di consapevolezza del pubblico in generale, così come perchè le persone non visitano il proprio medico. Dobbiamo sostenere i medici più possibile in quanto hanno un ruolo fondamentale nella diagnosi e nel sostenere le persone con la condizione".


Caso di studio: 'E' stato frustrante: è stata una battaglia così dura ottenere la diagnosi

Heather Roberts, 57 anni, da Derby, ex insegnante: "Avevo 50 anni quando mi è stato diagnosticato l'Alzheimer, ben tre anni dopo che ho parlato al mio medico di famiglia dei miei sintomi. Mia nonna ha avuto la demenza e ho iniziato a riconoscere gli stessi segni in me stessa. Il mio cervello era molto, molto lento. Ero docente in un collegio e avevo una laurea in informatica, ma mi trovai improvvisamente a lottare per mettere due numeri insieme. Tutti dicevano che ero troppo giovane.

Il mio primo test della memoria ha mostrato che funzionavo leggermente sopra la media, mi hanno detto che andava bene. Un anno dopo, sono scesa sotto la media ed è stato liquidato come una brutta giornata. Nella terza prova c'è stato un calo enorme e infine, mi è stato detto, 'Sì, probabilmente hai l'Alzheimer'. Mi è stato dato il trattamento e la mia memoria ora va significativamente meglio. E' stato frustrante che sia stata una lotta difficile per avere la diagnosi. I medici di base non sono addestrati a sufficienza in questo e non vedo che la situazione stia migliorando. Il mio nuovo medico di famiglia è scettico anche se ho una diagnosi scritta".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato da Emily Dugan in TheIndependent il 20 Maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:


Notizie da non perdere

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.