Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


4 consigli per migliorare la vita quotidiana di una persona con Alzheimer

Migliorare la vita quotidiana della persona cara con il morbo di Alzheimer (MA) inizia spesso dalla capacità data al caregiver di far fronte alla crescente perdita di memoria e ai cambiamenti comportamentali che caratterizzano la malattia.


Il supporto al caregiver è particolarmente importante dato che un numero senza precedenti di nuovi caregiver sarà chiamato ad assistere un numero crescente di persone con MA. Attualmente, sono circa 35 milioni nel mondo quelli con diagnosi di MA, e questo numero triplicherà entro il 2050. Si prevede inoltre un aumento esponenziale simultaneo delle ore di assistenza fornite da caregiver non retribuiti.


I suggerimenti che seguono possono aiutare i caregiver a far fronte ai problemi di memoria e ai cambiamenti comportamentali legati al MA e a migliorare la qualità della vita per se stessi e per la persona cara con MA:

  1. Cerca sostegno ed informazione continui sulla malattia. È normale che i caregiver si sentano riluttanti a passare del tempo lontano dalla persona cara, per frequentare un gruppo di supporto. Tuttavia, la riluttanza spesso passa all'impegno dopo aver sperimentato i benefici del supporto. I gruppi di supporto forniscono istruzioni sul MA, consigli pratici per affrontare comportamenti difficili, affinità di spirito per discutere la gamma di emozioni che cambiano nel percorso di caregiving e collegamenti con agenzie comunitarie che possono aiutare in lavori domestici, trasporti, programmi giornalieri e assistenza di sollievo. I caregiver spesso sono anche una pietra di paragone e guida per i familiari che cercano informazioni e supporto.

    Un primo passo per cercare supporto è contattare l'Associazione Alzheimer locale, che risponde a ogni momento (fisso o cellulare) e collegamenti ai gruppi di supporto della comunità. Molti caregiver arrivano a descrivere i loro gruppi di supporto come un'«ancora di salvezza» nel percorso di caregiving. Spesso molti sono anche sorpresi nel rendersi conto che il sostegno del caregiver può ridurre i problemi comportamentali e migliorare l'umore e la vita quotidiana del loro caro con MA.


  2. Correggi meno che puoi le informazioni errate. Sebbene la nostra vita quotidiana ci condizioni spesso a correggere le informazioni, quando qualcosa è ricordato o detto erroneamente, può essere una contro-terapia involontaria correggere una persona cara con MA. Non solo una correzione attira l'attenzione sull'informazione errata (che può essere imbarazzante e indurre la persona cara a ridurre al minimo le conversazioni per timore di un nuovo ricordo sbagliato), ma le informazioni corrette potrebbero non essere richiamate. Possono invece essere utili le seguenti strategie:
    1. Continua a conversare. Piuttosto che fermarti per correggere un fatto errato, continua a discutere dell'argomento in questione.
    2. Poni una domanda sull'opinione, piuttosto che sul fatto. Chiedendo alla persona cara la sua opinione, non può sbagliare la risposta (e le informazioni che condivide potrebbero essere inaspettatamente illuminanti).
    3. Dai priorità all'armonia dell'interazione. Se le informazioni in discussione sono angoscianti per la persona cara, considera di cambiare argomento per discutere di ciò che gradisce. In alternativa, puoi discutere la tua opinione su una situazione o spostare la sua attenzione su un'attività che gradisce. Ad esempio, se la persona cara dice "Mi è piaciuta la cena che abbiamo avuto ieri sera", potrebbe essere controproducente correggerla affermando "L'ho gradita anch'io ... ma è stato lo scorso giovedì". Invece, potresti chiedere, "Cosa ti è piaciuto della cena?" Questa domanda mantiene viva la conversazione, pone una domanda di opinione che non può avere una risposta errata e aumenta la probabilità che la persona continui a conversare anche in futuro. Va da sé che, se una situazione comporta un problema di sicurezza, potrebbe essere necessario dare informazioni correttive (ad es. se qualcuno ricorda erroneamente dove vive), ma nella maggior parte delle conversazioni quotidiane, dare la priorità all'armonia dell'interazione può essere terapeutico e responsabilizzante.


  3. Segui una routine quotidiana. Sebbene molti individui con MA abbiano difficoltà a ricordare fatti, eventi e conversazioni ("memoria dichiarativa"), la memoria muscolare ("memoria procedurale") spesso è molto più forte. In altre parole, una persona con MA può dimenticare come recarsi al negozio ma potrebbe non avere difficoltà nei compiti motori, come usare utensili da cucina, mischiare un mazzo di carte o camminare.

    Poiché la maggior parte delle routine comporta il cambio tra attività motorie diverse (ad esempio fare colazione, leggere il giornale, fare una passeggiata ), seguire una routine può aiutare ad incidere le sequenze motorie nella memoria procedurale. Poiché è meno probabile che la memoria procedurale venga dimenticata, in genere può esserci un maggiore senso di indipendenza e coinvolgimento, per un periodo di tempo più lungo.


  4. Dai priorità all'esercizio cardiovascolare. L'esercizio è l'unico strumento terapeutico che fa crescere nuovi neuroni e che può migliorare la memoria e le altre funzioni cognitive anche per le persone con MA o a rischio di MA. Non ci sono farmaci, integratori o altre terapie o attività che abbiano dimostrato di migliorare il funzionamento cognitivo. (Al contrario, i farmaci per la memoria mirano a rallentare il tasso di perdita di memoria, ma non a migliorarla).

    Una meta-analisi del 2018, che ha esaminato 19 studi, ha rilevato che quelli con MA o a rischio di MA (età media 77 anni), che facevano esercizio, hanno superato del 69% nei test cognitivi quelli che non lo facevano. È importante sottolineare che il miglioramento cognitivo c'è stato in chi faceva esercizio che aveva lo stesso livello iniziale di deterioramento cognitivo dei non-esercitatori. Altre importanti conclusioni includevano:
    1. In molti studi, l'esercizio aerobico / cardiovascolare (in cui aumentava la frequenza cardiaca) era 3 volte più potente nel migliorare il funzionamento cognitivo di un programma di esercizi combinati che comprendeva aerobica e allenamento con i pesi.
    2. Per ottenere i benefici di potenziamento della capacità cognitiva dell'esercizio, si raccomanda che l'attività aerobica avvenga 3-4 giorni alla settimana per 30-60 minuti al giorno, a un livello moderato di intensità.
    3. Quelli con MA o a rischio di MA che non facevano esercizio hanno avuto un declino nel funzionamento cognitivo.

    E' stato dimostrato che l'esercizio fisico migliora non solo il funzionamento cognitivo, ma anche la salute cardiovascolare, il sonno, l'umore e il funzionamento motorio (incluso l'equilibrio, che è importante per ridurre al minimo le cadute degli anziani). Aggiungendo una componente di socializzazione, come una lezione di ginnastica o facendo esercizio con la persona cara, è possibile migliorare ulteriormente l'umore e la qualità della vita.

 

 


Fonte: Michelle Braun PhD/ABPP, neuropsicologa clinica certificata da Yale e Harvard e esperta di salute del cervello.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Referenze:

  • Alzheimer’s Association (2018). Facts and Figures
  • Family Caregiver Alliance. (2016). Depression and caregiving. San Francisco, CA.
  • Nichols, L., Martindale-Adams, J., Burns, R., Zuber, J., & Graney, M. (2014). REACH VA: Moving from translation to system implementation. Gerontologist, 56(1), 135-144.
  • Panza, G.A., Taylor, B.A., MacDonald, H.V., Johnson, B.T., Zaleski, A.L., Livingston, J., Thompson P.D., & Pescatell, L.S. (2018). Can Exercise Improve Cognitive Symptoms of Alzheimer's Disease? A Meta-Analysis. Journal of the American Geriatrics Society, 2018; DOI: 10.1111/jgs.15241

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.