Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'amiloidosi-β da sola è inaffidabile a prevedere la progressione dell'Alzheimer

L'amiloidosi-β da sola è un predittore inaffidabile della progressione dell'AlzheimerAl basale, una percentuale più alta di pazienti con amiloide-β aveva l'allele APOE ε4.L'amiloidosi-β cerebrale è un indicatore predittivo inaffidabile a breve termine della progressione clinica del Morbo di Alzheimer (MA) nei pazienti anziani cognitivamente sani con disturbi soggettivi della memoria, secondo i risultati di uno studio osservazionale pubblicato su Lancet Neurology


Nell'indagine, gli investigatori hanno arruolato 318 pazienti anziani (da 70 a 85 anni di età) da un singolo centro di Parigi in Francia, che erano cognitivamente sani (punteggio MMSE ≥ 27, punteggio demenza clinica = 0 e punteggio di richiamo selettivo spontaneo e suggerito [FCSRT] ≥41) ma che lamentavano carenze di memoria.


Gli sperimentatori hanno classificato i pazienti come pazienti con deposizione di amiloide-β (n = 88) e senza (n = 230), misurata con 18F-florbetapir PET (positiva o negativa) al basale. I valori basali di deposizione di amiloide-β sono stati confrontati con quelli dei 24 e 30 mesi successivi e sono stati correlati con l'analisi della progressione verso l'AD prodromico.


Al basale, una percentuale più alta di pazienti con deposizione di amiloide-β aveva l'allele APOE ε4 (38% vs 13%,P<0,0001). Nonostante questa discrepanza, nessun'altra caratteristica del paziente differiva al basale, inclusa la funzione cognitiva, il comportamento e l'umore, o le sensazioni soggettive sulla memoria e sulla cognizione.


Nei partecipanti che sono stati valutati per i biomarcatori nel liquido cerebrospinale (CSF), i ricercatori hanno osservato un'elevata accuratezza associata alla concentrazione di Aβ₁-42 e il rapporto di Aβ₁-42 su Aβ₁-₄₀ nell'identificazione dello stato di deposizione dell'amiloide-β (area media sotto la curva 0,89; IC 95%, 0,80-0,98 e 0,84; 0,72-0,96, rispettivamente).


I ricercatori non hanno osservato differenze tra i pazienti positivi o negativi all'amiloide-β rispetto al MMSE a 30 mesi (28,3 [SD 2,0] vs 28,9 [1,2],P=0,16) e ai punteggi di valutazione clinica per la demenza (0,06 [0,2] vs 0,05 [0,3];P = 0,79). Solo 4 pazienti avevano progredito verso il MA clinico durante il periodo di studio, tutti valutati positivamente per la deposizione di amiloide-β.


Rispetto ai partecipanti con deposizione di amiloide-β e senza progressione al MA, i pazienti con progressione della malattia erano più anziani (età media 80.2 [DS 4.1] vs 76.8 [DS 3.4]) e hanno dimostrato un maggiore assorbimento al basale di 18F-florbetapir (rapporto medio standard valore di assorbimento 1,46 [SD 0,16] vs 1,02 [SD 0,20]).


Inoltre, i pazienti che hanno sperimentato la progressione della malattia avevano più probabilità di essere portatori dell'allele APOE ε4 (75% vs 39%). Inoltre, la lieve disfunzione esecutiva al basale era associata a una maggiore progressione della malattia al follow-up (punteggio medio Free and Cued Selective Reminding Test 21.25 [SD 2,75] vs 29,08 [5,44] e punteggio totale della batteria di valutazione frontale 13,25 [1,50] vs 16.05 [1.68]).


Gli investigatori citano il breve periodo di follow-up (osservazione) e i criteri di inclusione rigorosi come limiti importanti di questo studio. Inoltre, i ricercatori suggeriscono che l'esclusione dei pazienti con progressione verso il MA prodromico dalle analisi possa aver contribuito alla mancanza di un significativo declino nei pazienti con deposizione di amiloide-β, ma senza diagnosi di MA.


I risultati di questo piccolo studio continuo suggeriscono "che i meccanismi compensatori mantengono la struttura e il funzionamento del cervello e che l'amiloidosi-β da sola non è sufficiente a identificare i pazienti ad alto rischio di rapida progressione verso il MA prodromico".

 

 

 


Fonte: Neurology Advisor (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Bruno Dubois, Stephane Epelbaum, Francis Nyasse, Hovagim Bakardjian, Geoffroy Gagliardi, Olga Uspenskaya, Marion Houot, Simone Lista, Federica Cacciamani, Marie-Claude Potier, Anne Bertrand, Foudil Lamari, Habib Benali, Jean-François Mangin, Olivier Colliot, Remy Genthon, Marie-Odile Habert, Harald Hampel for the INSIGHT-preAD study group. Cognitive and neuroimaging features and brain β-amyloidosis in individuals at risk of Alzheimer's disease (INSIGHT-preAD): a longitudinal observational study. Lancet Neurol. 2018;17(4):335-346. Published: 27 Feb 2018 DOI: 10.1016/S1474-4422(18)30029-2

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.