Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il sonno profondo può essere la fontana della giovinezza in vecchiaia

Quando invecchiamo, le nostre notti sono spesso afflitte da attacchi di veglia, viaggi in bagno e altri fastidi, perché perdiamo la capacità di generare il sonno profondo e ristoratore che avevamo in gioventù.


Ma questo significa che le persone anziane hanno bisogno di meno ore di sonno?


No, secondo i ricercatori della University of California di Berkeley, che sostengono in un articolo pubblicato il 5 aprile sulla rivista Neuron che le esigenze non soddisfatte di sonno degli anziani alzano il rischio di perdita di memoria e di una vasta gamma di disturbi mentali e fisici.


“Quasi ogni malattia che ci uccide in tarda età ha un nesso di causalità con la mancanza di sonno”, ha detto l'autore senior dell'articolo, Matthew Walker, professore di psicologia e neuroscienze alla UC Berkeley. “Abbiamo fatto un buon lavoro estendendo la durata della vita, ma un pessimo lavoro nell'estendere la durata della salute. Ora vediamo il sonno, e il suo miglioramento, come un nuovo percorso per aiutare a porre rimedio a ciò”.


A differenza di altri marcatori cosmetici dell'invecchiamento (come le rughe e capelli grigi), il deterioramento del sonno è stato collegato a malattie come l'Alzheimer, le cardiopatie, l'obesità, il diabete e l'ictus, ha detto. Anche se gli anziani hanno meno probabilità delle coorti più giovani di notare e/o segnalare nebbia mentale e altri sintomi di privazione del sonno, numerosi studi cerebrali rivelano che un sonno scadente li fa peggiorare cognitivamente.

 

No pillola magica

Inoltre, il passaggio da un sonno profondo e consolidato in gioventù a quello irregolare e insoddisfacente può iniziare già appena dopo i 30 anni, aprendo la strada ai disturbi cognitivi e fisici della mezza età collegati al sonno.


E, mentre l'industria farmaceutica sta rastrellando miliardi dagli insonni, Walker avverte che le pillole progettate per aiutare ad assopirci sono un cattivo sostituto dei cicli naturali di sonno che il cervello richiede per funzionare bene. “Non lasciarti ingannare pensando che la sedazione sia vero sonno. Non lo è”, ha detto.


Per la revisione delle ricerche sul sonno, Walker e i colleghi ricercatori Bryce Mander e Joseph Winer citano gli studi (compresi alcuni dei loro) che mostrano che l'invecchiamento cerebrale ha difficoltà a generare il tipo di onde lente del cervello che promuovono il sonno profondo curativo, così come le sostanze neurochimiche che ci aiutano a passare stabilmente dal sonno alla veglia.


“Le parti del cervello che si deteriorano per prime sono le stesse aree che ci danno il sonno profondo”, ha detto l'autore principale dell'articolo Mander, ricercatore post-dottorato nel sonno del Neuroimaging Laboratory di Walker alla UC Berkeley.


L'invecchiamento di solito porta un declino nel «movimento non rapido degli occhi» (NREM) profondo o «sonno ad onde lente», e nelle onde cerebrali caratteristiche associate, incluse sia quelle lente che le raffiche più veloci di onde cerebrali chiamate «fusi del sonno».


Onde lente e fusi giovanili e salutari aiutano a trasferire i ricordi e le informazioni dall'ippocampo, che fornisce l'archiviazione a breve termine del cervello, alla corteccia prefrontale, che consolida le informazioni e le conserva a lungo termine del cervello.


“Purtroppo, entrambi questi tipi di onde cerebrali del sonno diminuiscono marcatamente quando invecchiamo, e ora stiamo scoprendo che questo declino del sonno è legato al declino della memoria in età avanzata”, ha detto Winer, studente di dottorato nel laboratorio di Walker.


Un'altra carenza dell'età avanzata è l'incapacità di regolare le sostanze neurochimiche che stabilizzano il nostro sonno e ci aiutano a transitare dallo stato di sonno a quello di veglia. Queste sostanze neurochimiche includono la galanina, che promuove il sonno, e l'orexina, che promuove lo stato di veglia. E' comune che l'interruzione del ritmo sonno-veglia lasci gli anziani affaticati durante il giorno ma con una mancanza di riposo frustrante di notte, ha detto Mander.


Naturalmente, non tutti sono vulnerabili ai cambiamenti del sonno in tarda età: “Proprio come alcune persone invecchiano meglio di altre, alcune persone dormono meglio di altre che invecchiano, e questa è un'altra linea di ricerca che volgiamo esplorare”, ha detto Mander.

 

La caccia ai nuovi trattamenti

Nel frattempo, vengono esaminati i vari interventi non farmaceutici per migliorare la qualità del sonno, come la stimolazione elettrica per amplificare le onde cerebrali durante il sonno e i toni acustici che agiscono come un metronomo per rallentare i ritmi del cervello.


Tuttavia, è sicura la problematicità della promozione di alternative agli aiuti al sonno sia da prescrizione che da banco.


“L'American College of Physicians ha riconosciuto che i sonniferi non dovrebbero essere la risposta automatica di prima linea ai problemi di sonno”, ha detto Walker. “I sonniferi sedano il cervello, invece di aiutarlo a dormire naturalmente. Dobbiamo trovare dei trattamenti più efficaci per ripristinare un sonno salutare degli anziani, e questa è ora una delle nostre missioni di ricerca”.


Per cambiare la cultura del sonno è importante anche considerare la questione quantità-contro-qualità. “In precedenza, la conversazione si concentrava su quante ore di sonno sono richieste”, ha detto Mander. “Tuttavia, puoi dormire per un numero sufficiente di ore, ma con un sonno di qualità insufficiente. Dobbiamo anche rivalutare l'importanza della qualità del sonno".


“In realtà abbiamo bisogno di quantità e qualità”, ha detto Walker.

 

 

 


Fonte: Yasmin Anwar in University of California - Berkeley (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Bryce A. Mander, Joseph R. Winer, Matthew P. Walker. Sleep and Human Aging. Neuron, April 2017 DOI: 10.1016/j.neuron.2017.02.004

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.