Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'analisi fai-da-te dei dati genomici è dannosa o emancipante?

L'analisi fai-da-te dei dati genomici è dannosa o emancipante?Joel Eissenberg PhD, professore di biochimica e biologia molecolare alla Saint Louis University (Foto di Ellen Hutti)

La nuova tecnologia implica trovarsi con nuove questioni di etica, pratiche migliori e accesso alle informazioni. In un articolo pubblicato su Missouri Medicine, Joel Eissenberg PhD, professore di biochimica e biologia molecolare della Saint Louis University, esplora le questioni che derivano da questi progressi, che hanno l'effetto di rompere la relazione medico-paziente per l'accesso a nuovi dati sanitari personali.


Alcune aziende offrono test del DNA tramite un campione di saliva inviato per posta. Una volta che il campione è stato testato, l'azienda offre ai consumatori un rapporto che mostra se sono portatori di una qualsiasi tra oltre 35 malattie, nonché informazioni sui tratti e gli antenati. I partecipanti possono sapere, per esempio, che sono portatori di una variante genetica per la fibrosi cistica o per la perdita di udito ereditaria. I portatori possono passare queste varianti genetiche a un figlio, che potrebbe sviluppare la condizione, se entrambi i genitori sono portatori e passano la variante.


Altri test possono scoprire che un consumatore porta una variante genetica che aumenta il rischio di cancro al seno o di Alzheimer. Nel caso del cancro al seno ci sono misure preventive, come lo screening regolare attraverso la mammografia o la chirurgia preventiva, che danno la possibilità di limitare il rischio di sviluppare il cancro. Nel caso dell'Alzheimer però, non c'è alcun trattamento medico provato per la malattia.


Nell'articolo, Eissenberg cita le diverse aree di preoccupazione per i consumatori quando tentano di interpretare le informazioni personali senza l'aiuto di un medico o di un consulente genetico, compresa una comprensione limitata della genetica, la confusione sul rischio di malattia e l'ansia causata da nuove informazioni, in assenza di guida di un professionista medico.


Eissenberg conclude, tuttavia, che gli individui dovrebbero essere in grado di accedere ai propri dati personali del genoma: "In una società aperta, la massimizzazione dell'autonomia è una virtù. Sapere è potere". Egli osserva che, in molti modi, ci siamo già mossi sul percorso dei test avviati dal paziente, con i termometri digitali, i polsini della pressione sanguigna, i monitor della glicemia e i kit del test di gravidanza che danno al pubblico l'accesso diretto alle proprie informazioni sanitarie.


In teoria, capire il rischio genetico potrebbe aiutare a guidare le decisioni della vita, come ad esempio incoraggiare screening regolari per il cancro, seguire una dieta sana e fare esercizio fisico per compensare alcuni rischi genetici. (Anche se alcune ricerche hanno trovato che la comunicazione del rischio di malattia basata sul DNA ha poco o nessun effetto sul fumo e sull'attività fisica).


"Al massimo il test genomico diretto-al-consumatore potrebbe diventare una tra le varie forme di analisi mediche a casa, un altro modo con cui le persone prendono il controllo diretto della loro salute e benessere", ha scritto Eissenberg. Allo stesso tempo, egli raccomanda cautela in quanto questi sono test commerciali; attualmente non sono in grado di offrire previsioni utili o raccomandazioni per molte malattie: "Oggi, tuttavia, i test genomici per valutare il rischio di malattie complesse poggia su fondamenta deboli di validazione clinica. Pertanto, in molti casi, i dati genomici non possono servire come guida per l'azione".


Infine, anche se Eissenberg non crede che il paternalismo medico sia giustificato nel limitare l'accesso ai test diretti-al-consumatore, egli condivide diversi casi in cui i consumatori possono trarre benefici dalla consulenza con il proprio medico o con un consulente genetico: prepararsi alle cattive notizie, interpretare un rischio, prescrivere la risposta ad esso e consigliare cautela su una interpretazione estrema.


E la conclusione? "È importante sottolineare che rischio genetico non equivale a destino genetico", dice Joel Eissenberg.

 

 

 


Fonte: Saint Louis University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.