Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come può il colesterolo buono tenere lontano l'Alzheimer

Vuoi essere in grado di soffiare le candeline sulla torta del tuo 100° compleanno e ricordare veramente quello che hai fatto durante tutti questi anni? Devi mantenere alto il tuo colesterolo HDL, quello buono per la salute.

Questo è il segreto condiviso dalle persone vissute a lungo, che non hanno mai sviluppato l'Alzheimer, la malattia che ruba la memoria: hanno livelli di HDL superiore alla media. I partecipanti a un recente studio il cui HDL era superiore a 56 (se il tuo è più di 50, è grandioso!) avevano il 60 per cento in meno di probabilità di avere l'Alzheimer rispetto a quelli con basso HDL.

L'HDL sano, attivo, lavora come un buon poliziotto, pattugliando le arterie e portando l'abietto indiziato LDL al fegato e poi fuori [dal corpo], prima che si trasformi in placca pericolosa per il cuore. Questo permette al sangue di scorrere liberamente nella testa (e anche nel cuore). Il buon HDL protegge anche le cellule del cervello delicate dall'infiammazione dannosa e migliora la memoria. Quindi, se stai contando su quella torta del 100° compleanno, devi fare quanto segue per mantenere l'HDL alto e il cervello giovane:

1. Mangia grassi buoni. Prenditi un appuntamento quotidiano con i grassi monoinsaturi, come quelli di noci, avocado, salmone, trota e oli di oliva o canola. Una dose di 900mg al giorno è ciò che serve,  aumentarà l'HDL del 12 per cento.

2. Continua a camminare. 30 minuti al giorno possono aumentare l'HDL del 9 per cento.

3. Smetti di fumare. Oltre a tutti gli altri vantaggi, si otterrà rapidamente un bonus di 4 punti nell'HDL.

4. Dimagrisci. Ogni 3kg persi fanno aumentare il colesterolo HDL di 1 punto. Sembra poco, ma non lo è.

5. Parlane con il tuo dottore. Chiedi se, assumendo niacina (vitamina B-3), acido pantotenico (vitamina B-5), due aspirine baby, estrogeni (per le donne) o una bassa dose di medicinale statina (come Crestor) ti farebbe aumentare l'HDL.

 

Kit di riparazione della pelle dopo l'inverno: risplenderai dalla testa ai piedi

Dopo mesi di aria fredda secca invernale all'esterno e aria secca riscaldata all'interno, la pelle si sente probabilmente increspata e spiegazzata come un'auto da corsa che si è appena schiantata sulla pista di Talladega. Ma non c'è bisogno di creme fantasiose per la riparazione che costano un braccio e una gamba [noi diremmo un occhio della testa]. Il nostro piano semplice e economico darà alla tua pelle uno splendore giovanile dalla testa ai piedi tanto che lo vorrai mostrare sotto le coperte. (Il tuo partner ci ringrazierà, dopo).

Nutri la pelle con i soldati antirughe. Mangia spesso agrumi (arance, mapo, pompelmi). L'abbondanza di vitamina C negli agrumi scoraggia le rughe, perché la C aiuta a gonfiare il collagene (fibre proteiche di sostegno che combattono il rilassamento della pelle).

Lavati con i prodotti giusti. Salta i saponi con colori e profumi, i coloranti possono lasciare un residuo pesante, e i profumi possono provocare allergie. Scegli invece detergenti delicati, a pH equilibrato [neutro] che non deluderanno il manto acido protettivo della pelle che ne mantiene l'umidità. Suggerimento: se il sapone che utilizzi non punge gli occhi, è probabile che non disturberà neanche la pelle.

Vai con la verdura.  Per evitare che la pelle somigli ad una cintura a squame di coccodrillo, aumenta l'assunzione di verdure di colore verde scuro. Spinaci, broccoli e cime di rapa sono particolarmente ricchi di vitamina A, amata dalla pelle, che favorisce il ricambio cellulare, scoraggia la secchezza e mantiene la pelle morbida in superficie.

Mantieni l'umidità. Se hai più di 50 anni, o vivi in un clima davvero secco (= deserto), spalmati una lozione su tutto il corpo mentre c'è ancora l'umidità dopo la doccia. Ripetilo sulle mani dopo ogni lavaggio.

La primavera è arrivata: sarai in grado di dimostrare quello splendore anche all'aperto.

I grassi che vi rendono felici

Se non ti fai ingannare dagli spot televisivi equiparando patatine, hamburger e i piaceri dei dolci zuccherati con la gioia pura, sei sulla via della vera felicità. In realtà, puoi tagliare a metà il rischio di depressione, evitando i grassi saturi (burro, carne, formaggio di latte intero) e i grassi transgenici (il Frankenfood [cibo di Frankenstein] ancora in agguato in molti cibi da sgranocchiare), e andare invece per i grassi buoni (pensa a olio di oliva e di colza, noci, avocado).

I grassi saturi e transgenici non solo minacciano i vasi sanguigni e il cuore; vanno anche nel cervello, aumentando a dismisura l'infiammazione di tutto il corpo, rendendo appiccicoso il sottile, velato rivestimento delle arterie. La connessione con la depressione? Risulta che questo rivestimento fragile produce una potente chimica cerebrale "mi diverto" chiamata BDNF (brain-derived neurotrophic factor=fattore neurotrofico cerebrale). Quando ci si alimenta con grassi cattivi, le arterie abbassano la produzione di BDNF, dicono i ricercatori che stanno dietro questo innovativo e recente studio.

Per un pasto veramente felice, mantieni bassi, vicino allo zero, i grassi saturi e trans. Non fanno altro che invecchiare le arterie, gli organi sessuali e il cervello. Scegli proteine magre come carni bianche senza pelle di pollo e pesce (che contiene un altro grasso buono, l'omega-3). Sorseggia [qualcosa] senza grassi al posto del latte intero. Condisci insalate e verdure con olio d'oliva e una spruzzata di aceto, invece di burro e condimenti cremosi (una grande fonte di grassi saturi e zuccheri, che invecchiano anche il corpo e il cervello). Salta gli alimenti che in etichetta citano i grassi trans o l'"olio vegetale parzialmente idrogenato". E dì proprio di no a ciambelle, patatine fritte e prodotti da forno commerciali, comprese torte già fatte.

Quindi non preoccuparti, sarai felice molto di più. Sì, le tue scelte alimentari sono così importanti.

 

Test di alito: vero o falso

Conosci qualcuno il cui alito è così potente da ferirti il naso, farti lacrimare gli occhi e arricciare le dita dei piedi? Spero che non sei tu. Fai questo quiz per esserne sicuro.

Vero o falso?

1. Una buona verifica per l'alito cattivo è quello di mettere la mano a coppa sulla bocca e soffiarci dentro.

Falso. Questo non vi dirà nulla, perché l'alito cattivo proviene soprattutto dalla parte posteriore della gola. E' solo quando si parla, non quando si espira semplicemente, che la forza piena degli odori puzzolenti colpisce.

2. Un collutorio può lavare via l'odore di cipolla e aglio.

Falso. Nulla supera gli odori pungenti a lungo. Perché? Durante la digestione, qualche cibo è metabolizzato nel sangue e viaggia ai polmoni, che rilasciano odori di aglio per ore fino a che il materiale è completamente eliminato dal sistema. Meglio evitare questi cibi nelle notti degli appuntamenti, alle feste in ufficio, ecc.

3. Qualche alito cattivo è genetico. Non c'è proprio niente da fare.

Falso. I geni sono responsabili all'incirca quanto i jeans. La causa più comune dell'alito cattivo, oltre ai panini all'aglio, è la scarsa igiene orale. Usa filo interdentale e spazzolino due volte al giorno (anche sulla lingua una volta almeno) per rimuovere le particelle di cibo che i batteri fanno diventare maleodoranti. Se questo non risolve il problema, vai dal dottore. A volte l'alito cattivo è un segno di una malattia sottostante, dal seno ai disturbi di stomaco al diabete. In più: le gengive sane aiutano il cuore. Una buona igiene orale (leggi: filo interdentale ogni giorno) previene le malattie delle gengive, che possono generare infiammazioni su tutto il corpo e danneggiare il sistema cardiovascolare.

 

La dieta "sono-pieno": perdere peso, sentirsi pieno

Ecco uno dei nostri suggerimenti preferiti per la dieta: per perdere qualche chilo e avere un aspetto ancora più sexy di quello che, siamo sicuri, già hai, basterebbe pensare a qualcosa di piccante quando sei in cucina. No, non stiamo suggerendo un nuovo posto per fare "quello" (anche se non è un cattivo posto per riscaldare qualcosa). Il peperoncino rosso piccante può ridurre l'appetito, così da mangiare meno e non solo quando si è a tavola. Si rimarrà soddisfatti per ore. La capsaicina, il principio attivo nelle cose piccanti come jalapenos, pepe di Caienna, peperoncino e salse piccanti, lavora in diversi modi.  Sembra impedire al messaggio "ho fame!" di raggiungere il cervello. Attiva inoltre circa 20 proteine diverse che bruciano i grassi, aumentando il metabolismo in modo che il corpo bruci le calorie più velocemente.

E stiamo solo cominciando a scaldarci circa i poteri salutarei della capsaicina: può anche ridurre le cellule tumorali, alleviare il dolore, prevenire attacchi di cuore, distruggere i batteri che causano le ulcere allo stomaco e altro ancora.

Quindi hai un sacco da guadagnare e niente da perdere, eccetto il grasso della pancia. Ci vuole l'equivalente di parecchi bocconi di peperoncino per ottenere il pieno effetto brucia-grassi. Se vuoi giocare, comincia la dieta piccante aggiungendo alla frittata della prima colazione, diciamo, jalapenos. All'ora di pranzo, insaporisci la zuppa normale con fiocchi di peperoncino piccante. Mangia un curry speziato o chilli di tacchino a cena. Suona bene? Puoi trovare grandi ricette per piatti piccanti in questo sito, o in un altro sulla rete.

 


Pubblicato su TheWashingtonExaminer.com il 19 marzo 2011 Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

 

Notizie da non perdere

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.