Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Caffè Alzheimer: 'Difficoltà motorie: imparare a muoversi in sicurezza'

L’incontro del mese di maggio al Caffè Alzheimer Pedemontano ha visto la presenza come relatore di una fisioterapista: la Dott.ssa Antonietta Sartor.


La Dott.ssa Sartor ha introdotto il concetto di riabilitazione, adattandolo alle demenze, intendendolo come un’attività che permette alla persona malata di compiere piccoli gesti atti a migliorare la qualità di vita della persona stessa.


L’approccio dev’essere centrato sul saper ascoltare e capire persone che non sanno comunicare con noi, o meglio che comunicano attraverso una modalità specifica: il non verbale. La difficoltà principale è quella di cogliere il messaggio non verbale per attivare una modalità di prendersi cura centrata sull’attenzione verso il malato.


Lo scopo della riabilitazione diventa quindi la capacità di sostenere ed attivare le funzioni neuro – psico – motorie e mentali non completamente deteriorate, intervenendo sulle potenzialità residue; nel caso specifico della fisioterapia, l’intervento riabilitativo ha lo scopo di portare la persona ad un movimento funzionale e significativo.


Quali difficoltà si affrontano con il paziente con demenza?


La difficoltà principale è dettata dalla rigidità del paziente e dalla complessità della sua gestione, soprattutto quando non si dimostra in grado di capire semplici comandi di tipo verbale.


Le riflessioni fatte dalla Dott.ssa Sartor partono tutte da alcune domande che è utile porsi nel momento in cui ci relazioniamo con una persona malata di demenza con l’obiettivo di spostarla o di farle fare qualcosa:

  • Come la sto prendendo?
  • Che sicurezza le sto dando?
  • Mi sento tranquilla e sicura mentre mi relaziono con lei?
  • Che tono di voce sto usando?
  • Trasmetto agitazione o tranquillità?
  • Devo cambiare qualcosa nel mio modo di relazionarmi?


L’assunto di base è che se io sono sicura, anche la persona con demenza si sentirà sicura; se io mi sento padrona nella presa che sto mettendo in atto, allora la mia sicurezza diventerà la sua sicurezza.


I consigli
che la Dott.ssa Sartor ha condiviso con i familiari sono stati i seguenti:

  • essere il più possibile calmi e tranquilli quando ci si relaziona con le persone malate di demenza (le emozioni vengono riconosciute e percepite!);
  • prima di alzare o spostare i malati darsi del tempo e stare con loro per qualche minuto a parlare;
  • una volta che la persona con demenza si è alzata in piedi non iniziare subito a camminare ma darle del tempo, aspettare;
  • avere un tono di voce basso e rassicurante;
  • usare gesti calmi e tranquilli.


La fisioterapista ci teneva a sottolineare che il tono e il modo di comunicare valgono più di molte parole!


Tra le strategie pratiche suggerite dalla Dott.ssa Sartor ci teniamo a ricordare:

  • mettere una mano sulla schiena della persona con demenza aiuta la persona ad andare avanti, ha un effetto calmante, richiama alla memoria la mano della mamma sulla schiena del bambino piccolo (indica sicurezza, rilassa, calma);
  • per far alzare una persona bisogna dare un input con le mani sulla zona lombare o sotto il sedere, questi gesti permettono di facilitare l’alzata;
  • quando siamo di fronte a persone con la schiena curva dobbiamo ricordarci di dare supporto davanti a loro (utilizzando un girello oppure un supporto fisico con una presa sugli avanbracci);
  • nel momento in cui vogliamo far camminare una persona che si è bloccata può essere utile simulare la marcia (“un-due; un-due”) e il senso del ritmo, in questo modo la persona inizierà a camminare per imitazione.


Un altro importante suggerimento che è stato dato dalla fisioterapista è legato all’importanza del massaggio nella relazione con persone con demenza.


L’utilizzo delle mani (“il toccare”) per comunicare ci permette di capire che la relazione con queste persone non è finita, ma utilizza canali sensoriali diversi. Lo sfioramento, l’accarezzamento messo in atto durante l’atto del massaggiare non ha nessun obiettivo particolare, viene fatto esclusivamente perché è piacevole ed è un gesto estremamente rilassante, anche per chi lo fa.


La finalità del massaggio va intesa soprattutto come un momento, un periodo di tempo che ci prendiamo per stare con l’altro, soprattutto se agitato; con il massaggio regaliamo attimi di serenità e di tranquillità e aumentiamo, seppur per periodo definito di tempo, la qualità di vita della persona malata.


Il massaggio può essere fatto in tutte le parti del corpo, non prevede il fatto che la persona che lo riceve stia in silenzio, non ha una durata stabile, non è una panacea, bensì una possibilità, un atto d’amore e di cura che decidiamo di fare all’altro e con l’altro.

 

 

 


Scritto da: Dott.ssa Civiero Elisa e Dott.ssa Tessarolo Valentina

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.