Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Grandi spazi pieni di liquido nel cervello possono predire la demenza?

CSF circulation perivascular spaceLo spazio perivascolare è rappresentato nell'immagine del dettaglio (destra). Fonte: Wikipedia

Le persone con spazi ingranditi pieni di fluidi nel cervello, attorno ai capillari, possono avere maggiori probabilità di sviluppare problemi cognitivi e demenza nel tempo rispetto alle persone senza questi spazi ingranditi, secondo un nuovo studio pubblicato il 27 gennaio 2021, su Neurology®.


Gli spazi perivascolari sono coinvolti nell'eliminazione dei rifiuti e delle tossine dal cervello e possono essere legati ai cambiamenti cerebrali associati all'invecchiamento.


Lo studio ha coinvolto 414 persone con un'età media di 80 anni. I partecipanti si sono sottoposti a test cognitivi sulla capacità di pensiero e di memoria e sono stati valutati per la presenza di demenza all'inizio dello studio e ogni due anni per otto anni. I partecipanti hanno avuto scansioni MRi del cervello per verificare gli spazi perivascolari ingranditi, in due aree chiave del cervello all'inizio dello studio e poi ogni due anni per otto anni.


Il quartile più alto di persone con il maggior numero di spazi perivascolari ampliati, designati come casi gravi, sono stati confrontati con quelli con meno spazi ingranditi o nessuno.


Matthew Paradise MBChB/MSc, dell'Università del Nuovo Galles Meridionale di Sydney (Australia) e primo autore dello studio, ha detto:

"Una grave malattia degli spazi perivascolari può essere un marcatore di aumento del rischio di declino cognitivo e demenza. Serve molta più ricerca per capire come si sviluppano questi spazi ingranditi, poiché potrebbero essere un biomarcatore potenziale importante per aiutare la diagnosi precoce della demenza".


I ricercatori hanno scoperto che le persone con il maggior numero di spazi perivascolari ampliati in entrambe le aree del cervello avevano quasi il triplo delle probabilità di sviluppare la demenza durante lo studio rispetto alle persone con meno o senza spazi ingranditi. Un totale di 97 persone (24%) sono state diagnosticate con demenza durante lo studio. Delle 31 persone con casi gravi in ​​entrambe le aree del cervello, 12 persone (39%) hanno avuto la diagnosi di demenza.


Le persone con ampliamento grave degli spazi perivascolari in entrambe le aree del cervello avevano anche maggiori probabilità di avere più declino 4 anni dopo sui punteggi complessivi della cognizione, rispetto alle persone con ingrandimento di spazi lieve o assente.


I risultati persistono dopo che i ricercatori hanno aggiustato i dati per altri fattori che potrebbero influenzare i punteggi dei test o lo sviluppo della demenza, come l'età, l'ipertensione e il diabete. I ricercatori hanno anche preso in considerazione altri segni di malattia nei piccoli vasi sanguigni nel cervello, che possono anch'essi essere un segno di rischio di demenza.


"Questi risultati suggeriscono che esiste un meccanismo indipendente degli spazi perivascolari come biomarcatore di deterioramento cognitivo e demenza, oltre ad essere un indicatore generale di malattia dei capillari", ha detto Paradise. "Ad esempio, gli spazi perivascolari ingranditi possono essere un biomarcatore di eliminazione compromessa dei rifiuti del cervello".


Paradise ha osservato che lo studio non dimostra che gli spazi perivascolari ingranditi causano questi problemi di pensiero e di memoria nel tempo; mostra solo un'associazione. Le limitazioni dello studio includono che i dati dei test cognitivi erano disponibili solo per 4 anni e che le scansioni potrebbero aver perso alcuni spazi perivascolari ingranditi nel cervello.

 

 

 


Fonte: University of New South Wales (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Matthew Paradise, John Crawford, Ben Lam, Wei Wen, Nicole Kochan, Steve Makkar, Laughlin Dawes, Julian Trollor, Brian Draper, Henry Brodaty, Perminder Sachdev. The Association of Dilated Perivascular Spaces with Cognitive Decline and Incident Dementia. Neurology, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.