Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovata la spiegazione del collegamento tra Alzheimer e ritmi circadiani

microglia turquoise around plaque blue with red dots prepared to remove itMicroglia (turchese) attorno a placche amiloidi (blu). I punti rossi indicano che le microglia sono pronte a rimuovere la placca.

Sonno interrotto, sonnolenza diurna e altri segni di disturbo del ritmo circadiano sono lamentele comuni delle persone con morbo di Alzheimer (MA), e i problemi non fanno che peggiorare con il progredire della malattia. Ma la ragione del legame tra MA e disfunzione circadiana finora non era chiara.


I ricercatori della Washington University di St. Louis affermano che un indizio potrebbe risiedere nella proteina cerebrale YKL-40. In uno studio pubblicato il 16 dicembre su Science Translational Medicine, i ricercatori riferiscono che l'YKL-40 è sia regolato da geni orologio, sia coinvolto nell'eliminazione dell'accumulo potenzialmente tossico di proteine ​​del MA nel cervello.


Gli scienziati hanno scoperto inoltre che i malati di MA portatori di una variante genetica che riduce i livelli di YKL-40, mantengono le loro facoltà cognitive più a lungo rispetto alle persone senza la variante. I risultati suggeriscono che l'YKL-40 è un possibile collegamento tra la disfunzione del ritmo circadiano e il MA e che le terapie che puntano la proteina possono rallentare il decorso della malattia.


"Se il tuo orologio circadiano non è del tutto corretto per anni e anni - soffri abitualmente di disturbi del sonno di notte e fai sonnellini di giorno - l'effetto cumulativo della disregolazione cronica potrebbe influenzare i percorsi infiammatori in modo tale da accumulare più placche amiloidi", ha detto l'autore senior Erik Musiek MD/PhD, professore associato di neurologia. Le placche amiloidi nel cervello sono uno dei primi segni distintivi del MA. "Ci auguriamo che una migliore comprensione dell'influenza dell'orologio circadiano sulla YKL-40 potrebbe portare a una nuova strategia per ridurre l'amiloide nel cervello".


I nostri ritmi quotidiani sono fissati dall'orologio principale del cervello che è guidato dal ciclo giorno-notte. Ogni cellula mantiene anche il proprio orologio interno, ancorato all'orologio principale. Una gamma sorprendentemente ampia di processi biologici (dall'assorbimento dello zucchero alla temperatura corporea, alle risposte immunitarie e infiammatorie) varia in base all'ora del giorno.


Sebbene la disfunzione circadiana influisca su molti aspetti della salute e della malattia, si manifesta più facilmente come disturbi del sonno, come difficoltà ad addormentarsi o a rimanere addormentati la notte e come aumento della sonnolenza di giorno. Tali problemi sono comuni nelle persone con MA, anche nelle prime fasi della malattia, quando le placche amiloidi hanno iniziato a formarsi ma i sintomi cognitivi non sono ancora comparsi.


Musiek, il cui lavoro è concentrato da tempo sul legame tra ritmo circadiano e malattie neurodegenerative (come il MA), stava conducendo una selezione dei geni regolati dall'orologio circadiano quando un gene specifico ha attirato la sua attenzione:

"Il gene dell'YKL-40 è risultato altamente regolato dai geni dell'orologio", ha detto Musiek. "È stato davvero interessante perché è un noto biomarcatore del MA".


Circa dieci anni fa, David Holtzman MD, professore e capo del Dipartimento di Neurologia, e Anne Fagan PhD, professoressa di neurologia, hanno scoperto che alti livelli di YKL-40 nel fluido cerebrospinale sono un segno di MA. Ricerche successive della Fagan e di altri hanno rivelato che i livelli di YKL-40 aumentano con il normale invecchiamento e con il progredire del MA.


Musiek, il primo autore Brian Lananna PhD, allora dottorando, e i colleghi hanno deciso di esplorare la connessione tra l'orologio circadiano, l'YKL-40 e il MA. La malattia è caratterizzata da infiammazione cronica, quindi i ricercatori hanno studiato come influisce la presenza o l'assenza di un gene circadiano chiave sulle cellule cerebrali non neuronali in condizioni infiammatorie. Hanno scoperto che l'orologio determina la quantità di YKL-40 prodotta.


“Se hai un'infiammazione al mattino, potresti ricevere molta YKL-40; se hai un'infiammazione la sera, quando l'orologio è in una fase diversa, potresti ottenere meno YKL-40 ", ha detto Musiek.


Quindi, hanno preso topi modello di MA, inclini a sviluppare placche amiloidi, e li hanno incrociati con topi geneticamente modificati privi del gene dell'YKL-40, o con topi non modificati per confronto. All'età di 8 mesi (che è anzianità, per lo standard dei topi) i ricercatori hanno esaminato il cervello degli animali.


I topi inclini all'amiloide senza YKL-40 avevano circa la metà di amiloide rispetto a quelli che portavano il gene. Le placche amiloidi normalmente sono circondate da cellule immunitarie chiamate microglia che aiutano a impedire la diffusione delle placche. Nei topi privi di YKL-40, le microglia erano più abbondanti e più preparate a consumare e rimuovere l'amiloide.


"Questa proteina YKL-40 serve probabilmente a modulare il livello di attivazione microgliale nel cervello", ha detto Musiek. “Quando ti sbarazzi della proteina, sembra che le microglia siano più attive per mangiare l'amiloide. È una cosa sottile, una piccola modifica nel sistema, ma sembra essere sufficiente per ridurre sostanzialmente il carico totale di amiloide".


Questo ci porta ai dati degli studi sulle persone. Il coautore Carlos Cruchaga PhD, professore di psichiatria, genetica e neurologia, ha analizzato i dati genetici di 778 persone che partecipavano a studi sull'invecchiamento e sulla demenza del Centro Ricerche Alzheimer dell'università. Circa un quarto (26%) di loro era portatore di una variante genetica che riduce i livelli di YKL-40. Le abilità cognitive diminuivano più lentamente del 16% nelle persone con la variante.


"Le persone misurano la YKL-40 nel liquido spinale da diversi anni, ma non siamo mai stati sicuri della sua funzione, se è buona o cattiva", ha detto Musiek. "I nostri dati suggeriscono che nel MA è cattiva. Le persone che ne hanno di meno, vanno meglio. Se potessi progettare una terapia per abbassare l'YKL-40, potrei aiutare le microglia a rimuovere più amiloide e forse a rallentare la progressione della malattia".

 

 

 


Fonte: Washington University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Brian Lananna, Celia McKee, Melvin King, Jorge Del-Aguila, Julie Dimitry, Fabiana Farias, Collin Nadarajah, David Xiong, Chun Guo, Alexander Cammack, Jack Elias, Jinsong Zhang, Carlos Cruchaga, Erik Musiek. Chi3l1/YKL-40 is controlled by the astrocyte circadian clock and regulates neuroinflammation and Alzheimer Disease pathogenesis. Science Translational Medicine, 16 Dec 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


Notizie da non perdere

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.