Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La stimolazione cerebrale profonda non aumenta il rischio di demenza

C'è una buona notizia per le persone con Parkinson [per lo meno per quelle più giovani, e con sintomi più lievi]: un nuovo studio, pubblicato il 1 luglio 2020 on line su Neurology®, dimostra che la stimolazione cerebrale profonda non aumenta il rischio di demenza.


Per le persone con morbo di Parkinson (MP) avanzato, la stimolazione cerebrale profonda ha dimostrato di essere più efficace dei farmaci nel controllare i problemi di movimento. Ma la ricerca ha dato risultati incoerenti sulla possibilità che il trattamento possa aumentare il rischio di sviluppare la demenza.


Con la stimolazione cerebrale profonda, degli elettrodi sono disposti in determinate aree del cervello per controllare i movimenti anomali. Gli elettrodi sono collegati a un dispositivo, posto sotto la pelle nella parte superiore del torace, che controlla gli impulsi elettrici.


“Questi risultati sono molto incoraggianti per le persone con MP e le loro famiglie, che possono usufruire dei benefici della stimolazione cerebrale profonda, senza preoccuparsi che aumenti la probabilità di sviluppare la demenza”, ha detto l'autrice senior dello studio Elena Moro MD, della Grenoble Alpes University di Grenoble in Francia, e Fellow della American Academy of Neurology.


Lo studio ha coinvolto 175 persone con MP, con un'età media di 56 anni, che ricevevano la stimolazione cerebrale profonda. Quando hanno avuto l'impianto dello stimolatore avevano avuto il MP in media per 12 anni. I ricercatori hanno poi controllato quelle persone dopo 1, 5 e 10 anni per vedere quanti di loro avevano sviluppata la demenza.


Dopo un anno, quattro persone (2,3%) avevano sviluppato la demenza. Dopo 5 anni, su 142 persone disponibili per i test 12 (8,5%) avevano la demenza. A 10 anni, 104 persone erano ancora disponibili per i test e 31 di loro (29,8%) avevano la demenza. Il tasso di incidenza complessivo è stato del 35,6 per 1000 anni-persona.


“Questi tassi non sono superiori a quelli riportati nella popolazione generale delle persone con MP”, ha detto la Moro. “I pochi studi che sono disponibili con durate simili di malattia hanno riportato tassi alti di demenza. Altri studi di persone con MP che stanno assumendo farmaci per i loro sintomi mostrano un tasso di incidenza per la demenza che varia da 50 a 100 per 1.000 anni-persona“.


La Moro ha detto che l'età media relativamente giovane nel suo studio può aiutare a spiegare il tasso basso di demenza. Inoltre, le persone con problemi di memoria o di pensiero da moderati a gravi non sono idonei per la stimolazione cerebrale profonda, così che il gruppo potrebbe avere avuto meno probabilità nel complesso di sviluppare la demenza di un gruppo generale di persone con MP.


Lo studio ha anche esaminato i fattori che sono stati associati con un rischio più elevato di demenza. I ricercatori hanno scoperto che gli uomini, gli anziani, le persone con allucinazioni, quelle con un punteggio basso nei test di pensiero prima dell'intervento chirurgico, e coloro che avevano avuto un'emorragia cerebrale durante l'intervento chirurgico per l'impianto della stimolazione cerebrale profonda avevano una maggiore probabilità di sviluppare la demenza.


“La conoscenza di questi predittori può aiutarci a selezionare persone che rispondono meglio alla stimolazione cerebrale profonda e che potrebbero avere un rischio maggiore di avere un esito cognitivo sfavorevole”, ha detto la Moro.


Un limite dello studio è stato che un'alta percentuale di persone non ha terminato lo studio; i ricercatori non sono riusciti a localizzarli o i partecipanti non hanno risposto alle richieste dei ricercatori. Ciò potrebbe aver portato a una sottovalutazione dell'incidenza della demenza.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Francesco Bove, Valerie Fraix, Francesco Cavallieri, Emmanuelle Schmitt, Eugénie Lhommée, Amélie Bichon, Sara Meoni, Pierre Pélissier, Andrea Kistner, Eric Chevrier, Claire Ardouin, Patricia Limousin, Paul Krack, Alim Louis Benabid, Stephan Chabardès, Eric Seigneuret, Anna Castrioto, Elena Moro. Dementia and subthalamic deep brain stimulation in Parkinson disease A long-term overview. Neurology, 1 Jul 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.