Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Due molecole marine possono essere terapia contro l'Alzheimer

Primary neurons in culture labeled with an antibodyNeuroni primari in una coltura cellulare marcati con un anticorpo. Foto: Albert Giralt / UB.Uno studio di ricerca interdisciplinare della Università di Barcellona ha identificato due potenziali candidati per il trattamento del morbo di Alzheimer (MA). Si tratta di due molecole marine (meridianina e lignarenone B), in grado di modificare l'attività della GSK3B, una proteina associata a diverse malattie neurodegenerative.


I ricercatori hanno usato diverse tecniche di biocalcolo per rilevare questi composti finora sconosciuti, che sono stati successivamente convalidati con esperimenti in colture di cellule neuronali di topi. Questi risultati permetteranno ai ricercatori di comprendere meglio il funzionamento della molecola GSK3B e costruire un punto di partenza promettente per lo sviluppo di nuovi farmaci contro il MA.


Lo studio, pubblicato sulla rivista Biomolecules, è il frutto della collaborazione tra due gruppi di ricerca del'UB con la partecipazione di Laura Llorach Pares e Conxita Avila della Facoltà di Biologia e dell'Istituto di ricerca sulla biodiversità della UB, e Ened Rodríguez, Albert Giralt e Jordi Alberch, della Facoltà di Medicina e Scienze della Salute e dell'Istituto di Neuroscienze della UB. Altri partecipanti erano la società tecnologica Molomics e l'ex società Mind the Byte.

 

Un bersaglio terapeutico promettente, ma delicato

La GSK3B è una proteina abbondante nel cervello, con un ruolo importante nello sviluppo del MA e di altre malattie neurodegenerative, in quanto i cambiamenti nella sua attività influenzano negativamente i segnali sinaptici di base dell'apprendimento e della memoria, che possono anche essere interrotti.


Questo è il motivo per cui, nel corso degli ultimi anni, i ricercatori hanno fatto molti sforzi per progettare inibitori della GSK3B, pur senza sufficienti risultati finora.


“La GSK3B è sempre stata una molecola considerata nel trattamento del MA. Tuttavia, studi clinici con tutti i potenziali inibitori hanno causato effetti negativi, una delusione. Siamo ancora lontani da qualsiasi applicazione clinica; le molecole che abbiamo descritto hanno il potenziale di superare le limitazioni di altri farmaci inibitori”
, dice Albert Giralt, del IDIBAPS e del Network Center for Biomedical Research in Neurodegenerative Diseases (CIBERNED).


Usando il biocalcolo e le tecniche di simulazione dinamica molecolare, i ricercatori hanno analizzato il potenziale di un gruppo di famiglie molecolari marine, isolato e caratterizzato dal team di Conchita Avila, per inibire l'attività della GSK3B.

“Questi sono i meridianini, una famiglia di alcaloidi da organismi marini bentonici dell'Antartide, e i lignarenoni, ottenuti da un mollusco gasteropode nelle acque del Mediterraneo”, osserva Avila.

 

Impatto sulla plasticità neuronale

Poi, i ricercatori hanno effettuato una verifica sperimentale in vitro sulla capacità inibente di queste molecole in colture di neuroni di topi. I risultati mostrano che entrambi i composti marini non provocano effetti neurotossici e, inoltre, promuovono la plasticità neuronale strutturale.


“Le nuove molecole non inibiscono eccessivamente la GSK3B, che è interessante, in quanto l'inibizione eccessiva potrebbe essere la causa di alcuni degli effetti negativi descritti per altri farmaci inibitori. Inoltre, inducono la crescita dell'albero neuronale, un aspetto di grande interesse per il MA, dove l'atrofia e la disfunzione hanno un ruolo più rilevante nella comparsa dei sintomi che nella morte neuronale”, osserva Albert Giralt.


Secondo i ricercatori, questa è una scoperta rilevante, dal momento che non è facile trovare nuove molecole che possono essere terapeutiche per il MA, specialmente quando molti obiettivi terapeutici si sono rivelati deludenti. Tuttavia, Giralt dice che questo è solo l'inizio:

“Per confermare il potenziale di queste nuove molecole, il passo successivo nei prossimi anni è valutare se il trattamento con questi farmaci migliora la sintomatologia dei topi modello di Alzheimer, e in caso affermativo, cercare di condurre studi clinici con queste molecole".

 

 

 


Fonte: Universitat de Barcelona (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Laura Llorach-Pares, Ened Rodriguez-Urgelles, Alfons Nonell-Canals, Jordi Alberch, Conxita Avila, Melchor Sanchez-Martinez, Albert Giralt. Meridianins and Lignarenone B as Potential GSK3β Inhibitors and Inductors of Structural Neuronal Plasticity. Biomolecules, 21 Apr 2020, hDOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.