Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Visione deteriorata può essere fattore di rischio precoce per la demenza

In uno studio prospettico, longitudinale di coorte su 1.061 donne da 66 a 84 anni di età, dei ricercatori hanno confrontato la probabilità di demenza incidente o di lieve deterioramento cognitivo (MCI) nelle donne con e senza disabilità visiva al basale.


I dati hanno mostrato che le donne con disabilità visiva obiettiva al basale avevano una maggiore probabilità di sviluppare una demenza nei 3,8 anni medi successivi. Lo studio è iniziato nel 2000 ed è la prima analisi prospettica basata sulla misurazione standardizzata e obiettiva dell'acuità visiva, e sulla valutazione cognitiva definita.


Per la partecipazione sono state selezionate donne in postmenopausa che erano contemporaneamente iscritte agli studi Sight Examination Study (iscrizione 2000-2002) e Memory Study (iscrizione 1996-1998, in corso) della Women's Health Initiative (WHI). Sono state escluse tutte le pazienti che presentavano demenza o MCI prima dell'esame di base dell'occhio.


La menomazione visiva è stata misurata oggettivamente tramite test della vista e classificata sulla base di 3 soglie: acuità visiva peggiore di 20/40, di 20/80 o di 20/100. Le partecipanti hanno inoltre auto-riferito la menomazione visiva attraverso risposte al sondaggio.


I ricercatori hanno usato test cognitivi, valutazione clinica, revisione e definizione centralizzata per determinare il deficit cognitivo (ad esempio, probabile demenza o MCI). I dati sono stati aggiustati per fattori confondenti come demografia, comorbidità sistemiche, problemi di udito, livello di istruzione, attività fisica, fumo e terapia ormonale.


L'età media delle partecipanti era di 74 anni, e delle 1.061 donne esaminate, 206 (19,4%) avevano auto-riferito menomazione visiva, mentre 183 (17,2%) avevano una disabilità visiva oggettiva.


I ricercatori fanno notare che la disabilità visiva auto-riferita non si è associata con il rischio di demenza o MCI. Tuttavia, i dati hanno mostrato che il deficit visivo si è associato ad una probabilità ancora maggiore di demenza quando è combinato con la perdita di udito auto-riferita”.


I ricercatori hanno trovato che le donne con acuità visiva di 20/100 o peggio al basale (hazard ratio o tasso di rischio [HR]=5,66; 95% CI, 1,75-18,37) avevano il rischio più alto di sviluppare la demenza. Questo gruppo ha avuto anche un rischio maggiore di sviluppare MCI (HR=6,43; 95% CI, 1,66-24,85).


“Il deterioramento visivo misurato obiettivamente si è associato a un rischio da 2 a più di 5 volte maggiore di demenza successiva, con forti tassi di rischio alle soglie più alte di menomazione visiva”, hanno trovato i ricercatori.


Le donne con acuità visiva 20/80 o peggio, hanno avuto un HR di 5.2 di sviluppare demenza (95% CI, 1,94-13,95) mentre le donne con acuità visiva 20/40 o peggio hanno esibito un HR di 2,14 (95% CI, 1,08-4,21) . Allo stesso modo, sono stati osservati tassi di rischio maggiori di MCI nei soggetti con una maggiore disabilità visiva oggettiva.


Anche se non c'è alcun meccanismo sottostante che associa specificamente il deficit visivo con quello cognitivo, i ricercatori notano che la relazione tra funzione visiva e cognitiva è probabilmente bidirezionale e multifattoriale.


I risultati suggeriscono che possono essere utili gli interventi per migliorare l'acuità visiva degli anziani. “Si è suggerito che gli anziani che si sottopongono a chirurgia della cataratta hanno un rischio minore di demenza di nuova insorgenza, e altri studi hanno trovato punteggi cognitivi migliori dopo la chirurgia della cataratta”, hanno detto i ricercatori.


E concludono auspicando altre ricerche per valutare l'effetto di interventi oftalmici sull'incidenza della demenza e/o sulle traiettorie cognitive nei pazienti con demenza.

 

 

 


Fonte: AJMC (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Elaine Tran, Marcia Stefanick, Victor Henderson, Stephen Rapp, Jiu-Chiuan Chen, Nicole Armstrong, Mark Espeland, Emily Gower, Aladdin Shadyab, Wenjun Li, Katie Stone, Suzann Pershing. Association of Visual Impairment With Risk of Incident Dementia in a Women’s Health Initiative Population. JAMA Ophthalmol., 16 Apr 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)