Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificati neuroni che calcolano come una bussola e si deteriorano presto nell'Alzheimer

Neuron compute like a compass

Sono le 17:00 quando lasci il parcheggio al lavoro, ma ti rendi conto di non avere idea di quale strada prendere per tornare a casa. Sai dove sei e in quale via c'è la tua casa, solo che non riesci a ricordare come arrivarci.


Questo è ciò che accade ai pazienti con danni ad una parte del cervello chiamata 'corteccia retrospleniale', una regione chiave coinvolta nella bussola interna dell'organo. Nonostante la sua importanza per la navigazione, i neuroni e i circuiti che usa per aiutare le persone ad andare dall'ufficio a casa sono rimasti poco studiati.


Registrando i segnali provenienti da singoli neuroni nel cervello di topo, i ricercatori dell'Università del Michigan hanno identificato uno specifico neurone eccitatorio nella corteccia retrospleniale. Le proprietà di questo neurone sono idealmente adatte per codificare informazioni relative alla direzione, per lunghi periodi di tempo, come una bussola.


“I neuroni normali nella corteccia sono bravi a codificare le informazioni direzionali solo quando muovi la testa, ma cosa succede quando la testa è ferma? Devi comunque sapere quale direzione hai davanti, così da usare queste informazioni per pianificare il percorso“, ha detto Omar Ahmed, assistente professore di psicologia, neuroscienze e ingegneria biomedica, e autore senior dello studio pubblicato su Cell Reports. “Idealmente hai bisogno di un altro tipo di neurone, uno in grado di codificare in modo continuo l'orientamento per lunghe durate [di tempo] anche quando la testa non è in movimento”.


I neuroni eccitatori tipici rallentano la comunicazione (il 'firing', gli spari) piuttosto rapidamente. Al contrario, i neuroni appena identificati possono continuare a sparare i loro segnali a frequenze elevate per periodi prolungati di tempo; sono persistenti e veloci.


Una seconda differenza risiede nella loro capacità di rispondere agli stimoli: questi neuroni unici, chiamati 'neuroni a bassa reobase' (low rheobase neurons) sono ipereccitabili, cioè hanno bisogno di poco stimolo per attivarsi.


“Un nome semplice per questo neurone, piccolo ma tenace, come suggerito da un mio compagno di classe, potrebbe essere ‘The Little Neuron That Could', il piccolo neurone che ci riuscì (*)”, ha detto Ellen Brennan, la dottoranda che ha identificato questi neuroni unici. “È il nome perfetto perché evidenzia la persistenza che li rende perfettamente adatti a codificare con costanza la direzione. In confronto, gli altri neuroni eccitatori tipici qui sono lenti e testardi”.


“Quindi la domanda era, questi neuroni a bassa reobase possono elaborare le informazioni direzionali meglio dei neuroni eccitatori tipici?”, ha detto Shyam Sudhakar, post-dottorato del laboratorio di Ahmed che ha creato modelli di computer di questi neuroni per dimostrare che la risposta è “sì”.


“È importante per il mio cervello sapere quando cambio direzione, ma non va bene che tutto il mio cervello rilevi quel cambio", ha detto Brennan. “Una bussola deve sempre sapere da che parte è il nord. Non sarebbe utile senza quel senso persistente di direzione. Questo è esattamente ciò che i neuroni a bassa reobase possono fornire”.


Il laboratorio di Ahmed è ora focalizzato sulla comprensione di come questi neuroni unici sono alterati nei topi modello di Alzheimer:

“La corteccia retrospleniale è fondamentale per l'orientamento spaziale, ma è una delle prime regioni del cervello a mostrare un'attività disfunzionale nei pazienti di Alzheimer. Questo è probabilmente il motivo per cui la stragrande maggioranza dei malati di Alzheimer soffre di disorientamento spaziale e si perde facilmente, perché le loro cellule retrospleniali non funzionano come dovrebbero.

“Comprendendo come le cellule retrospleniali codificano le informazioni di tipo bussola, nel cervello sano e in quello di Alzheimer, speriamo di iniziare a lavorare verso nuove terapie”.

 

 

(*) parafrasi del titolo di un libro, 'The Little Boy That Could' (Il ragazzino che ci riuscì) o della fiaba 'The Little Engine That Could' (la piccola macchina/motore che ci riuscì).

 

 

 

 


Fonte: University of Michigan (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ellen Brennan, Shyam Kumar Sudhakar, Izabela Jedrasiak-Cape, Tibin John, Omar Ahmed. Hyperexcitable Neurons Enable Precise and Persistent Information Encoding in the Superficial Retrosplenial Cortex. Cell Reports, 4 Feb 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.