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Storia di sonno può predire la patologia di Alzheimer in vecchiaia

Sleep Predicts AD PathologyDistribuzione media di tau (A, sinistra) e amiloide-β (B, destra) nel cervello di anziani sani. Fonte: Winer et al., JNeurosci 2019

Gli schemi di sonno possono predire l'accumulo di proteine ​​patologiche del morbo di Alzheimer (MA) più avanti nella vita, secondo un nuovo studio su anziani pubblicato in JNeurosci.


Questi risultati potrebbero portare a nuove diagnosi precoci basate sul sonno e a misure di prevenzione nel trattamento del MA.


Il MA è associato ad un sonno interrotto e all'accumulo di proteine ​​tau e amiloide-β nel cervello, che possono emergere molto tempo prima che compaiano i disturbi caratteristici della memoria.


Due tipi di onde del sonno dell'ippocampo, le oscillazioni lente e i fusi del sonno, sono sincronizzati negli individui sani, ma non nei pazienti di MA.


Matthew Walker, Joseph Winer e i colleghi dell'Università della California di Berkeley hanno riscontrato che un calo di sincronizzazione tra oscillazioni lente e fusi del sonno era associato a maggiori quantità di tau, mentre un'ampiezza ridotta dell'attività delle onde lente era associata a livelli più alti di amiloide-β.


I ricercatori hanno anche scoperto che una diminuzione della quantità di sonno durante l'invecchiamento, dai 50 agli 80 anni di età, era associata a livelli più alti di amiloide-β e tau più tardi nella vita.


Ciò significa che i cambiamenti nell'attività cerebrale durante il sonno e la quantità di sonno durante questi periodi di tempo potrebbero servire come segnale di avvertimento per il MA, consentendo cure precoci preventive.

 

 

 


Fonte: Society for Neuroscience (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Joseph Winer, Bryce Mander, Randolph Helfrich, Anne Maass, Theresa Harrison, Suzanne Baker, Robert Knight, William Jagust and Matthew Walker. Sleep as a potential biomarker of tau and β-amyloid burden in the human brain. Journal of Neuroscience, 17 June 2019, DOI: 10.1523/jneurosci.0503-19.2019

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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