Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Morte assistita e demenza: contemplare il suicidio quando il rischio di Alzheimer è alto

Circa 1 adulto su 5 cognitivamente normale che aveva molta amiloide-beta, un biomarcatore che aumenta il rischio di morbo di Alzheimer (MA), ha dichiarato che prenderebbe in considerazione la morte assistita dal medico se avesse un declino cognitivo, secondo un sondaggio sui partecipanti all'esperimento A4 (Anti-Amyloid Treatment in Asymptomatic Alzheimer's = Trattamento Anti-Amiloide per l'Alzheimer asintomatico).


Emily Largent JD/PhD/RN, dell'Università della Pennsylvania di Philadelphia e i suoi colleghi, hanno riferito in JAMA Neurology che sapere lo stato dell'amiloide non ha modificato le convinzioni personali sull'accettabilità della morte assistita dal medico, ma le persone che erano aperte all'idea al basale hanno detto che il rischio elevato di amiloide e demenza sarebbe rilevante per la loro decisione.


Sette stati [degli USA] hanno legalizzato la morte assistita da un medico per le persone che sono malate terminali e competenti, ma questi criteri escludono le persone con demenza, ha osservato la Largent:

"La nostra ricerca aiuta a valutare l'interesse per l'aiuto-a-morire tra una popolazione a rischio di sviluppo di demenza del MA e alle prese con quello che vogliono alla fine della vita. Il sostegno pubblico per gli aiuti alla morte sta crescendo. Ora stiamo assistendo a dibattiti sull'opportunità di estendere l'accesso all'aiuto-a-morire a nuove popolazioni che non sono ammissibili secondo le leggi vigenti, comprese le persone con malattie neurodegenerative come il MA".


I risultati del sondaggio mostrano una serie di atteggiamenti verso le decisioni di fine vita che rispecchiano ciò che si trova in altre condizioni terminali, ha osservato Brian Draper MBBS/MD, dell'Università del New South Wales di Sydney, in Australia, che ha studiato suicidio e eutanasia degli anziani.


Draper, che non è stato coinvolto in questo studioha detto:

"Soprattutto, questi atteggiamenti erano apparentemente presenti al basale e non alterati dai risultati delle indagini. Pur richiedendo la replicazione in popolazioni più ampie e più rappresentative, questo suggerisce che, nelle persone che si auto-presentano con la preoccupazione di essere a rischio di MA, gli atteggiamenti verso la pianificazione della fine della vita si sono già ampiamente formati, quindi i medici dovrebbero considerare di valutare questi atteggiamenti in questi pazienti come parte del loro addestramento iniziale".


Nel loro studio, la Largent e i co-autori hanno esaminato gli anziani cognitivamente normali arruolati nello studio A4 di prevenzione di MA - che ha richiesto loro di sapere se avevano molta amiloide-beta - e nello studio collegato LEARN (Longitudinal Evaluation of Amyloid Risk and Neurodegeneration = valutazione longitudinale del rischio di amiloide e neurodegenerazione).


Tutti i partecipanti all'A4 avevano amiloide-beta elevata e facevano parte di un esperimento continuo per verificare se il farmaco sperimentale solanezumab può ritardare il declino cognitivo nelle persone con accumulo di amiloide. Al contrario, i partecipanti LEARN non avevano amiloide-beta elevata.


In totale, 50 partecipanti di A4 e 30 LEARN hanno completato una prima serie di interviste da 4 a 12 settimane dopo la divulgazione dei risultati delle loro scansioni dell'amiloide. A 1 anno, 47 partecipanti di A4 e 30 LEARN sono stati nuovamente intervistati; questa seconda indagine includeva una domanda sulla morte assistita dal medico dopo che alcuni partecipanti hanno sollevato spontaneamente l'argomento nel primo sondaggio.


La domanda era: "Alcune persone ci dicono che pensano alla morte assistita dal medico o ad altri modi per porre fine alla loro vita. È qualcosa a cui hai pensato?". I ricercatori hanno raggruppato le risposte testuali in base al fatto che gli intervistati avessero detto che non stavano prendendo in considerazione la morte assistita dal medico, erano ambivalenti, la stavano prendendo in considerazione, stavano prendendo in considerazione il suicidio o altri piani di fine vita come le direttive avanzate.


Tutte le interviste sono state condotte da novembre 2014 a novembre 2016. Quasi due terzi degli intervistati A4 hanno affermato che non avevano pensato o che non penserebbero alla morte assistita da un medico. Queste persone sembravano più propense di altri rispondenti A4 a dire di sentirsi fiduciose riguardo al futuro, nonostante l'aumento del loro rischio di demenza.


Alcuni hanno citato ragioni personali, religiose o filosofiche per cui la morte assistita dal medico non sarebbe stata giusta per loro, ma hanno riconosciuto che potrebbe essere giusta per altri.


Approssimativamente il 20% degli intervistati A4 ha dichiarato che avrebbe perseguito la morte assistita dal medico se fosse diventato cognitivamente deteriorato, sofferente o un peso per gli altri. Alcuni hanno anche affermato che prenderebbero in considerazione il suicidio se sviluppassero sintomi di compromissione cognitiva, ma si chiedevano se sarebbero stati in grado di realizzare i loro desideri.


Molti degli intervistati A4 hanno parlato di un aumento della pianificazione del fine-vita, inclusa la pianificazione legale e altre informazioni sulle loro preferenze di cura.


Quando agli intervistati LEARN è stato chiesto quali opzioni avrebbero preso in considerazione se i risultati delle scansioni dell'amiloide fossero stati diversi, circa il 20% ha affermato che avrebbe perseguito la morte o il suicidio assistito dal medico. Molti hanno notato che da quando hanno scoperto di non avere un'amiloide-beta elevata, non pensavano più a queste scelte.


Tra i due gruppi, diversi intervistati hanno parlato della variabilità geografica delle leggi sulla morte assistita da medici, ma pochi hanno menzionato che le persone con demenza non sono eleggibili.


La Largent e i co-autori notano che lo studio è limitato dalla piccola dimensione del campione, e i risultati riflettono solo le popolazioni A4 e LEARN. I ricercatori inoltre non hanno chiesto altre preferenze di fine vita o percezioni sulla qualità della vita delle persone con demenza.

 

 

 


Fonte: Judy George in MedPage Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Emily A. Largent, Mélanie Terrasse, Kristin Harkins, Dominic A. Sisti, Pamela Sankar, Jason Karlawish. Attitudes Toward Physician-Assisted Death From Individuals Who Learn They Have an Alzheimer Disease Biomarker. JAMA Neurology, 29 Apr 2019, DOI: 10.1001/jamaneurol.2019.0797.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.