Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricerca suggerisce percorso verso vaccino o farmaco per l'Alzheimer a esordio tardivo

Ricercatori della University of Texas Southwestern sono riusciti a neutralizzare ciò che ritengono sia un fattore primario nel morbo di Alzheimer (MA) ad esordio tardivo, aprendo la porta allo sviluppo di un farmaco da somministrare prima dei 40 anni e per tutta la vita, per prevenire potenzialmente la malattia nel 50/80% degli anziani a rischio.


L'apolipoproteina E (ApoE) è una proteina che trasporta sostanze grasse chiamate lipidi e colesterolo nel cervello, e ha un ruolo importante nei meccanismi di riparazione. Ci sono tre forme principali di ApoE: ApoE2, ApoE3 e ApoE4. I portatori di ApoE4 hanno fino a 10 volte più probabilità di sviluppare il MA rispetto a chi ha le forme ApoE2 e ApoE3. L'ApoE4 promuove l'accumulo della proteina amiloide-β che causa le placche caratteristiche del cervello dei malati di MA.


Il Dr. Joachim Herz, biologo molecolare della UTSW, esperto di MA e primo autore dello studio pubblicato su eLife, ha dichiarato che l'obiettivo del suo gruppo è prevenire il manifestarsi della malattia, la cui forma ad esordio tardivo viene generalmente diagnosticato circa a 65 anni ed è la causa più comune di demenza negli anziani: "Se fossimo in grado di impedire presto il processo ApoE4, potremmo prevenire il MA ad esordio tardivo per molte persone, in modo che non si ammalino mai".


Si è dimostrato che l'ApoE4 sopprime e intrappola i recettori sinaptici all'interno delle vescicole intracellulari. Tuttavia finora era misterioso il modo in cui l'ApoE4 rimane intrappolato. Secondo il Dr. Herz, l'ApoE4 è la causa principale di un "ingorgo" all'interno delle cellule che assorbono l'ApoE4 e questo è associato a un riciclaggio intracellulare ridotto delle vescicole di trasporto endosomiale.


Ricercatori dell'UTSW hanno scoperto che abbassando il pH di questi endosomi, rendendoli cioè più acidi, si elimina l'ingorgo nel traffico: gli scienziati riuscivano a invertire completamente il blocco del riciclo indotto dall'ApoE4 nei topi, inibendo con farmaci e genetica la proteina NHE6, che agisce per rendere le vescicole endosomiali meno acide.


Questi risultati suggeriscono un nuovo potenziale approccio terapeutico per prevenire il MA ad insorgenza tardiva, ha detto il dott. Herz. L'ingorgo nel traffico vescicolare causato della perdita selettiva di solubilità dell'ApoE4 è probabilmente il primo meccanismo con cui la proteina influenza negativamente le cellule nervose, ha detto il dottor Herz.


La maggior parte della ricerca sul MA si è concentrata sull'arresto della formazione di aggregati di proteine amiloidi e tau dopo che sono presenti nel cervello e la degenerazione è già iniziata. "Il nostro approccio in questo studio era fermare prematuramente il processo di degenerazione generale, prima della formazione di questi aggregati", ha detto il dottor Herz.


E ha aggiunto che il passo successivo è sviluppare inibitori a piccole molecole, fatti su misura, che possano entrare nel cervello in modo efficiente e bloccare in modo selettivo la NHE6: "La bellezza degli inibitori NHE è che sono piccole molecole che possono essere prodotte a basso costo e quindi rese ampiamente disponibili, in contrasto con le terapie più elaborate basate su anticorpi che sono attualmente in fase di esame negli studi clinici. Una semplice pillola potrebbe un giorno neutralizzare il rischio di MA ad insorgenza tardiva, così come le statine attualmente disponibili sono in grado di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari".

 

 

 


Fonte: The University of Texas Southwestern (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Xunde Xian, Theresa Pohlkamp, Murat S Durakoglugil, Connie H Wong, Jürgen K Beck, Courtney Lane-Donovan, Florian Plattner, Joachim Herz. Reversal of ApoE4-induced recycling block as a novel prevention approach for Alzheimer’s disease. eLife, DOI: 10.7554/eLife.40048

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.