Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio rovescia assioma sulla Tau: non stabilizza i microtubuli, ma li mantiene dinamici

Tau-Microtubules.jpgNell'immagine il ruolo di tau e MAP6 nella regolazione delle parti stabili (verdi) e dinamiche (rosse) dei microtubuli di un neurone. L'esaurimento della tau dai neuroni porta a una maggiore stabilità dei microtubuli.

Un nuovo studio condotto da ricercatori della Drexel University ribalta il popolare dogma scientifico secondo il quale la proteina Tau stabilizza i microtubuli all'interno delle cellule cerebrali. La nuova ricerca degli scienziati, pubblicata questa settimana su Current Biology, suggerisce esattamente il contrario: il vero ruolo della Tau nel neurone è consentire ai microtubuli di crescere e rimanere dinamici.


Questo è fondamentale perché nel cervello devono essere presenti sia le regioni stabili che quelle dinamiche dei microtubuli, perché ci sia una funzione cognitiva ottimale, secondo Liang Oscar Qiang PhD, primo autore dello studio e assistente professore di ricerca: "Pensiamo che la ragione per cui il cervello ha così tanta Tau è per garantire che ci sia sempre una componente dinamica robusta nei microtubuli. Altrimenti, senza tau, ci sarebbe una quantità  eccessiva di microtubuli stabili del cervello".


Questa nuova scoperta suggerisce che i farmaci stabilizzanti i microtubuli attualmente in fase di studio clinico potrebbero non essere efficaci nel trattamento del morbo di Alzheimer (MA) e di altre malattie neurodegenerative basate sulla tau, ha detto Peter Baas PhD, professore nel Dipartimento di Neurobiologia e Anatomia del Drexel College of Medicine e autore senior dello studio: "La teoria popolare suggerisce che i pazienti con malattie neurodegenerative perdono i microtubuli perché diventano meno stabili. Quello che suggerisce il nostro studio è che, con l'esaurimento della tau, i pazienti di fatto perdono le regioni dinamiche dei microtubuli. Quindi, trattando le malattie neurodegenerative con farmaci stabilizzanti i microtubuli, c'è il pericolo di peggiorare le cose piuttosto che migliorarle".


I microtubuli sono polimeri tubolari che costituiscono l'infrastruttura della cellula e fungono anche da binari per il trasporto di organelli in tutto il citoplasma. Queste strutture intracellulari hanno una regione stabile, così come una regione che rimane dinamica, entrambe importanti per il loro ruolo in una cellula.


La Tau è una delle proteine ​​caratteristiche del MA. Nel cervello malato, la tau si distacca dai microtubuli e forma grovigli neurofibrillari, bloccando il trasporto di sostanze nutritive verso i neuroni e, alla fine, uccidendoli.


Farmaci che influenzano la stabilità dei microtubuli sono attualmente in fase di studio come potenziali terapie per il MA, perché è quasi universalmente accettato dalla comunità scientifica - evidenziato dalla documentazione in centinaia di documenti di ricerca, siti web e materiali didattici - che il ruolo della tau è stabilizzare i microtubuli nei neuroni del cervello, in particolare nelle fibre nervose chiamate assoni.


Nonostante questa credenza diffusa, un gruppo di ricerca aveva riferito quasi 20 anni fa che la tau potrebbe non essere responsabile della stabilità dei microtubuli. I ricercatori della Drexel hanno deciso di approfondire la questione eliminando la tau dai neuroni coltivati di ratto e confrontando i livelli di microtubuli nei loro assoni dopo quattro giorni.


Hanno scoperto che il volume dei microtubuli nell'assone era ridotto, non a causa della loro destabilizzazione, ma piuttosto a causa della perdita preferenziale delle regioni dinamiche dei microtubuli. In effetti, il depauperamento ha reso i microtubuli rimanenti più stabili, invece che meno. Questo altera la nostra comprensione di base della tau. "Abbiamo scoperto che la tau non stabilizza i microtubuli del neurone. Il vero lavoro della tau è quello di proteggere le regioni dinamiche dei microtubuli dall'essere stabilizzate e anche di consentire loro di allungarsi", ha detto Baas.


In altre parole, piuttosto che pensare alla tau come a un legame ferroviario - necessario a intervalli regolari per stabilizzare un binario - la proteina si può paragonare meglio al pilone di un ponte, consente ai microtubuli di rimanere costantemente in movimento. Altrimenti, il ponte si spezzerebbe.


I ricercatori hanno anche studiato la MAP6, che chiamano un "vero stabilizzatore di microtubuli", nei neuroni coltivati, e hanno scoperto che la MAP6 si diffonde sul microtubulo quando la tau è esaurita, il che spiega perché i microtubuli diventano più stabili quando perdono la tau.


I prossimi passi del team di ricerca saranno la ripetizione di esperimenti simili nel cervello dei roditori adulti. Se riusciranno a replicare i loro risultati, cercheranno di "ripristinare ciò che è perduto" nel cervello neurodegenerato, recuperando le regioni dinamiche dei microtubuli perse, attraverso nuovi approcci terapeutici.

 

 

 


Fonte: Drexel University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Liang Qiang, Xiaohuan Sun, Timothy O. Austin, Hemalatha Muralidharan, Daphney C. Jean, Mei Liu, Wenqian Yu, Peter W. Baas. Tau Does Not Stabilize Axonal Microtubules but Rather Enables Them to Have Long Labile Domains. Current Biology, 2018; DOI: 10.1016/j.cub.2018.05.045

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.