Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Intelligenza artificiale scopre modifche di Alzheimer anni prima dei sintomi

L'intelligenza artificiale può identificare i cambiamenti nel cervello delle persone che potrebbero avere l'Alzheimer quasi dieci anni prima che i medici possano diagnosticare la malattia solo dai sintomi. La tecnica usa scansioni MRI non invasive per identificare le alterazioni nel collegamento tra aree del cervello.


L'Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che è la causa principale della demenza per gli anziani, e porta alla fine alla perdita di memoria e delle funzioni cognitive.


La corsa sta nel diagnosticare la malattia il più presto possibile. Anche se non c'è alcuna cura, i farmaci in sviluppo potrebbero funzionare meglio prima sono dati. Una diagnosi precoce può anche consentire alle persone di iniziare a cambiare stile di vita per aiutare a rallentare la progressione della malattia.


Nel tentativo di arrivare a una diagnosi precoce, Nicola Amoroso e Marianna La Rocca dell'Università di Bari, e i loro colleghi, hanno sviluppato un algoritmo ad apprendimento automatico per individuare i cambiamenti strutturali nel cervello causati dal morbo.


Hanno iniziato addestrando l'algoritmo su 67 scansioni MRI, 38 delle quali provenienti da persone che avevano Alzheimer e 29 da controlli sani. Le scansioni sono state prese dal database dell'Alzheimer's Neuroimaging Initiative della University of Southern California di Los Angeles.

 

Differenziazione positiva

L'idea era quella di insegnare all'algoritmo a classificare correttamente e discriminare tra il cervello malato e quello sano. I ricercatori hanno diviso ogni scansione del cervello in piccole aree e hanno analizzato la connettività neuronale tra di loro, senza fare alcuna assunzione sulla dimensione ideale di queste regioni per la diagnosi.


Hanno trovato che, quando le aree del cervello confrontate erano di circa 2250/3200 millimetri cubici, l'algoritmo ha classificato con più accuratezza l'Alzheimer. Questo era intrigante, dice La Rocca, poiché questo valore è simile alla dimensione delle strutture anatomiche legate alla malattia, come l'amigdala e l'ippocampo.


Il team ha poi provato l'algoritmo su un secondo set di scansioni provenienti da 148 soggetti. Di questi, 52 erano sani, 48 avevano l'Alzheimer e 48 al momento avevano un lieve deterioramento cognitivo (MCI) ma da 2,5 a 9 anni dopo avevano sviluppato l'Alzheimer.


L'intelligenza artificiale (AI) ha distinto tra un cervello sano e uno con Alzheimer con un'accuratezza dell'86 per cento. E, in modo cruciale, è riuscito anche a dire la differenza tra i cervelli sani e quelli con MCI con una precisione dell'84 per cento.


Ciò dimostra che l'algoritmo potrebbe identificare i cambiamenti nel cervello che portano all'Alzheimer quasi un decennio prima che appaiano i sintomi clinici. I ricercatori sono stati limitati dalle scansioni disponibili dal database, quindi non hanno potuto verificare se l'algoritmo può prevedere l'inizio della malattia anche prima.

 

Diagnosi precoce

L'Alzheimer è stato collegato alla formazione di placche appiccicose di amiloide-beta e di grovigli neuro-fibrillari nel cervello. "Oggi l'analisi dei fluidi cerebrospinali e le scansioni cerebrali con traccianti radioattivi ci possono mostrare la diffusione di placche e grovigli nel cervello e sono in grado di prevedere in modo relativamente preciso chi ha un rischio alto di sviluppare l'Alzheimer entro 10 anni", afferma La Rocca. "Tuttavia, questi metodi sono molto invasivi, costosi e disponibili solo nei centri altamente specializzati".


Al contrario, la nuova tecnica può distinguere con una precisione simile tra cervelli normali e cervelli di persone con MCI che dopo circa un decennio svilupperanno l'Alzheimer, ma usando una tecnica più semplice, meno costosa e non invasiva. Sarà necessario lavorare di più per distinguere tra le persone con MCI il cui cervello continuerà ad invecchiare normalmente o che potrebbero sviluppare altri tipi di demenza.


I test del sangue che cercano i biomarcatori di Alzheimer potrebbero essere anche più economici e più semplici della nuova tecnica, ma nessuno è ancora sul mercato. "Non ci sono test del sangue per l'Alzheimer", dice Goran Šimić dell'Università di Zagabria in Croazia. "Ci sono stati alcuni tentativi, ma senza molto successo".

 

Passo successivo

Patrick Hof del Mount Sinai di New York è incuriosito dal nuovo test. Dice che un metodo che potrebbe prevedere la malattia dieci anni prima che sia completamente espressa sarebbe "incredibilmente prezioso", se e quando emergeranno terapie preventive.


La Rocca dice che il suo team intende estendere la tecnica per aiutare con la diagnosi precoce di altre condizioni neurodegenerative, come il Parkinson. "È un metodo molto versatile", dice.

 

 

 

Fonte: Anil Ananthaswamy in NewScientist (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nicola Amoroso, Marianna La Rocca, Stefania Bruno, Tommaso Maggipinto, Alfonso Monaco, Roberto Bellotti, Sabina Tangaro. Brain structural connectivity atrophy in Alzheimer's disease. arXiv:1709.02369  Submitted on 7 Sep 2017 (v1), last revised 9 Sep 2017.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.