Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Differenze di aggressività tra persone con demenza

L'aggressività fisica tra le persone affette da demenza non è insolita. Uno studio dell'Università di Lund in Svezia ha mostrato che un terzo dei pazienti con diagnosi di Alzheimer o di demenza frontotemporale erano fisicamente aggressivi nei confronti dello staff sanitario, di altri pazienti, di parenti, di animali e di sconosciuti completi. Questa manifestazione della malattia deve essere sia compresa che affrontata nel modo giusto.


"Le prevalenze [di aggressività] non sono sorprendenti, ma abbiamo notato una differenza tra i due gruppi in termini del momento nella malattia in cui si è manifestato il comportamento aggressivo e la gravità della violenza", afferma Madeleine Liljegren, dottoranda dell'Università di Lund e prima autrice dello studio.


Lo studio è basato su una revisione degli esami cerebrali e delle schede cliniche di 281 persone decedute che tra il 1967 e il 2013 che avevano avuto la diagnosi di Alzheimer o di demenza frontotemporale. I ricercatori hanno seguito l'intera durata della malattia per questo gruppo, dal primo contatto del paziente con un medico fino a dopo la morte.


Maria Landqvist Waldö, coautrice dello studio e uno dei supervisori del progetto, afferma:

"Gli individui con demenza frontotemporale hanno mostrato comportamenti fisicamente aggressivi prima, nel corso della malattia, rispetto alle persone con Alzheimer. La differenza può essere dovuta al fatto che le malattie si manifestano in diverse parti del cervello.

"Per chi ha la demenza frontotemporale, il danno inizia nelle parti frontali del cervello, dove risiede, tra le altre cose, la nostra capacità di empatia, il controllo degli impulsi, la personalità e il giudizio. L'Alzheimer è accentuato più all'interno del cervello, dove si trova la nostra memoria e la nostra capacità di orientarci nel tempo e nello spazio".


Il numero di pazienti che hanno mostrato aggressività fisica era maggiore tra quelli diagnosticati con Alzheimer. Tuttavia, gli individui con demenza frontotemporale avevano episodi di aggressività fisica più frequenti - e la violenza esibita dalle persone con demenza frontotemporale era anche più grave, e questo era particolarmente evidente nei confronti degli sconosciuti completi. Il 22% dei pazienti fisicamente aggressivi con demenza frontotemporale erano fisicamente aggressivi verso gli sconosciuti, rispetto al 2% dei pazienti con Alzheimer fisicamente aggressivi.


Madeleine Liljegren afferma:

"C'era una differenza inaspettata tra i gruppi, anche se le persone con demenza frontotemporale sono generalmente più giovani quando iniziano a mostrare sintomi della malattia di quelli con Alzheimer. C'è anche un ritardo più lungo tra i primi sintomi e una diagnosi consolidata, il che significa che restano di più in giro per la comunità senza avere accesso alla giusta assistenza e supporto.

"Una persona con demenza frontotemporale può usare l'aggressione fisica senza alcuna provocazione, mentre una persona con Alzheimer generalmente lo fa se un'altra persona li avvicina troppo velocemente, ad esempio in una situazione di assistenza infermieristica.

"Se noti un comportamento socialmente deviante o criminale in una persona che fino a quel momento aveva agito correttamente, dovresti essere attento e aiutare la persona ad essere esaminata da un medico, in quanto potrebbe essere un primo segno di demenza".

 

 

 


Fonte: Lund University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Liljegren M, Landqvist Waldö M, Englund E. Physical aggression among patients with dementia, neuropathologically confirmed post-mortem. Int J Geriatr Psychiatry. 2017. DOI: 10.1002/gps.4777

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.