Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Si può manipolare la rete cerebrale per cambiare le funzioni cognitive

Quando un circuito elettrico si rompe, possiamo ripararlo ripristinando le sue connessioni. È possibile ripristinare le connessioni nel nostro cervello? E così facendo, è possibile ripristinare le funzioni cognitive che stanno declinando?


Numerose regioni del cervello sono collegate insieme e costituiscono una rete enorme. Dei ricercatori giapponesi hanno sviluppato un metodo di apprendimento per cambiare la funzione cognitiva, manipolando le connessioni nel cervello. Lo studio, pubblicato sulla rivista Cerebral Cortex, potrebbe portare ad applicazioni importanti nei metodi clinici, riabilitativi e ausiliari, approfittando della plasticità neurale.


Grazie ai progressi delle scienze cerebrali, è possibile decodificare la rete del cervello misurando l'attività funzionale MRI (fMRI) solo per cinque minuti. Poiché la rete cerebrale è formata dalla genetica e dalle esperienze, è possibile prevedere l'età, la personalità o la prestazione nelle funzioni cognitive dai modelli di connettività funzionale nella rete cerebrale della persona.


Nei disturbi psichiatrici, la connettività funzionale, misurata da correlazioni temporali tra alcune regioni del cervello, è troppo alta o rallentata rispetto a quella del cervello sano. Si è suggerito che queste connessioni anomale causino il decremento della funzione cognitiva. Tuttavia, i trattamenti dei disturbi psichiatrici (ad esempio, farmaci e terapia comportamentale cognitiva) non potrebbero aumentare o diminuire una connettività specifica tra due regioni, perché questi metodi forniscono effetti generali sulla rete globale.


Pertanto, si sta aspettando da molto tempo un metodo che possa indurre sia la direzione del cambiamento (vale a dire, un aumento o una diminuzione) in una connessione specifica, sia una modifica della funzione cognitiva.


Il team ha sviluppato un metodo all'avanguardia per cambiare la connessione nel cervello umano e modificare la funzione cognitiva utilizzando una nuova tecnica chiamata 'Functional connectivity neurofeedback training' (Allenamento al neuro-ritorno della connettività funzionale). Questa tecnica usa la scansione fMRI del cervello per monitorare la connettività funzionale tra due regioni del cervello, mentre i partecipanti eseguono un semplice compito con immagini di moto.


Quando l'obiettivo era aumentare la connettività funzionale, è stata assegnata una ricompensa monetaria sui test con un'elevata correlazione temporale tra le due rilevanti attività cerebrali individuate. Dall'altra parte, quando l'obiettivo era ridurre la connettività funzionale, è stato dato un premio nei test con bassa correlazione temporale. Questa formazione potrebbe indurre la direzione voluta di cambiamento (cioè aumento o diminuzione) della connettività funzionale e le variazioni differenziali nelle prestazioni cognitive dalla formazione da pre- a post-neuro-ritorno in base alla direzione di cambiamento della connettività.

 

 

 


Fonte: ATR Brain Information Communication Research Laboratry Group via ScienceDaily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Ayumu Yamashita, Shunsuke Hayasaka, Mitsuo Kawato, Hiroshi Imamizu. Connectivity Neurofeedback Training Can Differentially Change Functional Connectivity and Cognitive Performance. Cerebral Cortex, 2017; 1 DOI: 10.1093/cercor/bhx177
  2. Fukuda Megumi, Ayumu Yamashita, Mitsuo Kawato, Hiroshi Imamizu. Functional MRI neurofeedback training on connectivity between two regions induces long-lasting changes in intrinsic functional network. Frontiers in Human Neuroscience, 2015; 9 DOI: 10.3389/fnhum.2015.00160

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.