Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio mostra come il cervello entra in modalità di memoria

Studio mostra come il cervello entra in modalità di memoriaOltre ai neuroni, il cervello ospita vari tipi di cellule con funzioni specifiche, alcuni dei quali sono visibili in questa immagine (campione di tessuto di un topo con caratteristiche di Alzheimer). Le proiezioni dei cosiddetti astrociti sono in bianco. Gli astrociti supportano le funzioni dei neuroni e sono coinvolti nella regolazione del flusso sanguigno cerebrale. Nell'Alzheimer essi hanno forma e attività alterate. Questa immagine descrive anche il nucleo (blu) degli astrociti, dei neuroni e di altre cellule. Le strutture verdi nascono da una proteina associata all'Alzheimer. (Fonte: DZNE / A. Delekate, T. Schumacher, G. Petzold)

Ricercatori della Germania e degli Stati Uniti hanno individuato un importante meccanismo con il quale la memoria passa dal richiamo alla modalità di memorizzazione. Lo studio può fare nuova luce sulle cause cellulari della demenza. Il lavoro è stato guidato dall'Università di Bonn e dal Centro tedesco per le malattie neurodegenerative (DZNE), e pubblicato su Neuron.


A causa della sua forma, il centro di controllo della memoria porta il nome poetico di 'ippocampo' (cavalluccio marino). In questa area del cervello entrano continuamente nuove esperienze da registrare. Ma allo stesso tempo, l'ippocampo è anche il custode dei ricordi: recupera le informazioni memorizzate dalle profondità della memoria.


L'ippocampo è anche un importante snodo di trasporto. E, proprio come l'ora di punta in una grande città, ha anche bisogno di un vigile che controlla i flussi opposti di informazioni. I ricercatori di Bonn, Los Angeles e Palo Alto hanno ora identificato il poliziotto che regola il traffico della memoria. Alcune cellule nel cervello, gli astrociti ippocampali, assicurano che sia data la priorità alle nuove informazioni. La mente passa quindi in modo memorizzazione, mentre i ricordi già salvati devono aspettare.


Tuttavia, gli astrociti stessi prendono solo ordini: reagiscono al neurotrasmettitore acetilcolina, che viene rilasciato in particolare in situazioni nuove. È noto da diversi anni che l'acetilcolina promuove l'immagazzinamento di nuove informazioni, anche se non si era ancora capito come avviene. "Nel nostro lavoro siamo riusciti a dimostrare per la prima volta che l'acetilcolina stimola gli astrociti che vengono indotti a rilasciare il trasmettitore glutammato", spiega Milan Pabst, candidato di dottorato nel Laboratorio di Epilettologia Sperimentale dell'Università di Bonn. "Il rilascio del glutammato quindi attiva cellule nervose inibitorie che bloccano un percorso che media il recupero dei ricordi".


I ricercatori che lavorano con il neuroscienziato Prof. Dr. Heinz Beck hanno modificato geneticamente le cellule nervose in modo che potessero essere attivate dalla luce per rilasciare acetilcolina. Usando questo trucco, sono riusciti a chiarire il meccanismo, usando le registrazioni nelle sezioni del tessuto cerebrale vivo. "Tuttavia, nel cervello dei topi viventi dimostriamo anche che l'acetilcolina ha lo stesso effetto sull'attività dei neuroni", spiega il dottor Holger Dannenberg, collega di Pabst.

 

Gli astrociti sono da sempre sottovalutati

Un altro motivo per cui questo risultato è interessante è il fatto che gli astrociti stessi non sono cellule nervose. Essi appartengono a quelle che sono chiamate 'cellule gliali'. Fino alla fine del millennio, erano ancora considerate come semplice supporto meccanico alle stelle reali del cervello, i neuroni.


Negli ultimi decenni, tuttavia, è diventato sempre più chiaro che questa immagine è ben lungi dall'essere corretta. È ormai chiaro che gli astrociti possono rilasciare neurotrasmettitori - i messaggeri mediante i quali i neuroni comunicano tra di loro - o addirittura eliminarli dal cervello. "Finora non si sapeva che gli astrociti sono coinvolti nei processi di memoria centrale attraverso il meccanismo che è stato scoperto", spiega il Prof. Beck. Tuttavia, un'osservazione degli scienziati statunitensi nel 2014 quadra con questo contesto: se si inibisce la funzione degli astrociti, c'è un effetto negativo sul riconoscimento degli oggetti.


I risultati possono anche fare nuova luce sulle cause cellulari dei disturbi della memoria. Ci sono indicazioni che la secrezione controllata di acetilcolina è interrotta nei pazienti con demenza di Alzheimer. "Tuttavia, non abbiamo verificato se ciò ha un impatto sul meccanismo che abbiamo scoperto", sottolinea Pabst.

 

 

 


Fonte: Università di Bonn (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Milan Pabst, Oliver Braganza, Holger Dannenberg, Wen Hu, Leonie Pothmann, Jurij Rosen, Istvan Mody, Karen van Loo, Karl Deisseroth, Albert Becker, Susanne Schoch, Heinz Beck: Astrocyte intermediaries of septal cholinergic modulation in the hippocampus; Neuron, DOI: 10.1016/j.neuron.2016.04.003

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.