Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le benzodiazepine aumentano il rischio di polmonite nell'Alzheimer

L'uso di benzodiazepine, e di farmaci dello stesso tipo, è associato ad un aumento del 30% del rischio di polmonite nelle persone con Alzheimer, secondo quanto rilevato da uno studio recente eseguito all'Università della Finlandia Orientale.


Il rischio riguardava in particolare le vere benzodiazepine, ma non ha potuto essere verificato per i farmaci non benzodiazepine (farmaci-Z). I risultati sono stati pubblicati sul Canadian Medical Association Journal.


Il rischio di polmonite associato all'uso di benzodiazepine è più evidente durante i primi 30 giorni di utilizzo. I risultati suggeriscono che dosi più elevate possono aumentare ulteriormente il rischio.


Studi precedenti sull'associazione tra benzodiazepine e rischio di polmonite avevano dato risultati contrastanti. Tuttavia, di recente l'uso di benzodiazepine è stato associato ad altri esiti respiratori avversi, come ad esempio un aumento del rischio di esacerbazione della broncopneumopatia cronica ostruttiva.


Questo è il primo studio a valutare l'uso di benzodiazepine e il rischio di polmonite per le persone con Alzheimer. L'argomento è importante in quanto le persone con il morbo hanno un rischio più alto di polmonite e di mortalità correlata a polmonite rispetto alle persone senza la malattia.


Studi precedenti condotti dallo stesso gruppo di ricerca avevano dimostrato che l'uso di benzodiazepine è frequente tra le persone con Alzheimer e che l'uso di benzodiazepine è associato anche ad un aumento del rischio di ictus negli stessi pazienti.


Gli autori suggeriscono che la natura sedativa delle benzodiazepine può aumentare il rischio di polmonite aumentando l'aspirazione di saliva o di cibo nei polmoni. I benefici ed i rischi correlati al consumo di benzodiazepine devono perciò essere attentamente valutati nelle persone con Alzheimer.


In un commento correlato, la Dott.ssa Paula Rochon del Women's College Hospital e dell'Università di Toronto, con i coautori, scrive che questo studio "è un buon promemoria per i medici a «primo, non fare del male», quando prescrivono questi farmaci ad anziani fragili con demenza. Gli approcci non farmacologici dovrebbero essere il punto di partenza per la gestione dei sintomi neuropsichiatrici in questa popolazione di pazienti, fatto che dovrebbe contribuire a limitare l'uso improprio di questi farmaci".

 

 

 


Fonte: University of Eastern Finland (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Heidi Taipale, Anna-Maija Tolppanen, Marjaana Koponen, Antti Tanskanen, Piia Lavikainen, Reijo Sund, Jari Tiihonen and Sirpa Hartikainen. Risk of pneumonia associated with incident benzodiazepine use among community-dwelling adults with Alzheimer disease. Canadian Medical Association Journal, 10/4/2017, 189:E519-E529; doi:10.1503/cmaj.160126

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)