Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il resveratrolo sembra ripristinare l'integrità della barriera emato-encefalica nell'Alzheimer



Il resveratrolo, dato a dei malati di Alzheimer, sembra aver ripristinato l'integrità della barriera emato-encefalica, riducendo la capacità delle molecole immunitarie dannose secrete dalle cellule del sistema immunitario di passare dal corpo ai tessuti del cervello.


Secondo i ricercatori della Georgetown University, la riduzione dell'infiammazione neuronale ha rallentato il declino cognitivo dei pazienti, rispetto ad un gruppo corrispondente di pazienti con il disturbo, trattati con placebo.


I dati di laboratorio forniscono un quadro più completo dei risultati di uno studio clinico sul resveratrolo nell'Alzheimer che è stato pubblicato inizialmente nel 2015. I nuovi risultati sono stati presentati alla Conferenza Internazionale dell'Alzheimer's Association 2016 a Toronto il 27 luglio.


Il cervello di Alzheimer è danneggiato dall'infiammazione, che si ritiene causata da una reazione all'accumulo di proteine ​​anormali, comprese Abeta40 e Abeta42, legate alla distruzione dei neuroni. I ricercatori ritengono che la maggiore dell'infiammazione (ritenuta da sempre proveniente solo da cellule immunitarie "residenti" del cervello) peggiori la malattia. Secondo loro, questo studio suggerisce che alcune delle molecole immunitarie che possono causare infiammazione nel sangue possono entrare nel cervello attraverso delle brecce nella barriera emato-encefalica.


"Questi risultati suggeriscono che il resveratrolo impone una sorta di controllo della calca ai confini del cervello. L'agente sembra tenere fuori le molecole immunitarie indesiderate che possono esacerbare l'infiammazione del cervello e uccidere i neuroni", dice il neurologo Charbel Moussa MD/PhD, direttore scientifico e di ricerca clinica del GUMC Translational Neurotherapeutics Program. "Questi risultati sono molto interessanti perché dimostrano che il resveratrolo impegna il cervello in modo misurabile, e che la risposta immunitaria all'Alzheimer viene, in parte, dall'esterno del cervello".


Il resveratrolo è un composto naturale che si trova negli alimenti come uva rossa, vino rosso, lamponi e cioccolato fondente. I ricercatori della GU, guidati da R. Scott Turner MD/PhD, hanno testato la sostanza in 119 pazienti, il più grande studio clinico di fase II a livello nazionale a studiare il resveratrolo puro sintetico (grado farmaceutico) in alte dosi nei soggetti con Alzheimer da lieve a moderato. Lo studio iniziale è stato pubblicato l'11 Settembre 2015 in Neurology.


La nuova parte dello studio sul resveratrolo ha esaminato molecole specifiche nel liquido cerebrospinale (CSF) tratte da partecipanti con Alzheimer confermato da biomarcatori; a 19 è stato dato un placebo, e 19 sono stati trattati quotidianamente per un anno con resveratrolo, equivalente alla quantità di circa 1.000 bottiglie di vino rosso.


Studi precedenti su animali avevano scoperto che le malattie legate all'età - compreso l'Alzheimer - possono essere prevenute o ritardate dalla restrizione calorica a lungo termine (consumare due terzi del normale apporto calorico). I ricercatori hanno studiato il resveratrolo perché imita gli effetti della restrizione calorica, attivando anche le proteine ​​sirtuine.


In questo nuovo studio, Moussa e Turner hanno scoperto che i pazienti trattati hanno avuto una riduzione del 50 per cento dei livelli di «metalloproteinasi-9 matrice» (MMP-9) nel liquido cerebrospinale. La MMP-9 si riduce quando si attiva la sirtuin1 (SIRT1). Alti livelli di MMP-9 causano una rottura della barriera emato-encefalica, permettendo a proteine ​​e molecole del corpo di entrare nel cervello. Livelli normalmente bassi di MMP-9 mantengono la barriera, dicono i ricercatori.


"Questi nuovi risultati sono entusiasmanti perché ci fanno capire di più come il resveratrolo può essere clinicamente utile per le persone con Alzheimer. In particolare, sottolineano il ruolo importante dell'infiammazione nella malattia, e i potenti effetti anti-infiammatori del resveratrolo", dice Turner, direttore del programma Disturbi di Memoria della GU e condirettore del Programma di Neuroterapeutica Traslazionale.


Hanno anche scoperto che il resveratrolo ha aumentato il livello di molecole legate ad una reazione immunitaria "adattiva" con benefico a lungo termine, suggerendo il coinvolgimento di cellule infiammatorie residenti nel cervello, dice Moussa. "Questo è il tipo di risposta immunitaria che si desidera, quella che rimuove e degrada le proteine ​​neurotossiche".


"Un risultato sconcertante dallo studio sul resveratrolo (così come delle strategie di immunoterapia per l'Alzheimer sotto esame) è il maggiore restringimento del cervello rilevato con il trattamento. Questi nuovi risultati supportano la nozione che il resveratrolo riduce il gonfiore che deriva dall'infiammazione nel cervello di Alzheimer", dice Turner. "Questo effetto apparentemente paradossale si trova anche con molti dei farmaci che sono benefici per i pazienti con sclerosi multipla, un'altra malattia del cervello caratterizzata da infiammazione eccessiva".


Moussa dice che il resveratrolo dovrebbe essere ulteriormente testato in uno studio di fase III, ma l'agente, da solo, è improbabile che diventi un trattamento completo per l'Alzheimer, perché non inibisce la distruzione dei neuroni del cervello provocato dalla tau, un altro aggregato di proteina coinvolto nella malattia, per cui un trattamento efficace dovrebbe unire il resveratrolo a un agente che punta la tau, dice.

 

 

 


Fonte: Georgetown University via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.