Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'eme, un nutriente essenziale ma velenoso, che può provocare l'Alzheimer

L'eme, nutriente essenziale ma velenoso, può indurre l'ADUn sensore raziometrico prodotto apposta viene impiegato per illuminare di verde una cellula di lievito da fornaio, per monitorare i movimenti della tossina essenziale eme.
Un pizzico di veleno può far bene al corpo, per lo meno quando si tratta di eme.


In quantità minuscole, funziona nelle cellule come catalizzatore essenziale (cofattore) e come molecola di segnalazione per attivare altri processi.


Ora per la prima volta, a quanto risulta, dei ricercatori hanno monitorato tali attività all'interno delle cellule.


"La gestione scadente dell'eme può causare cose come l'Alzheimer, le malattie cardiache e alcuni tipi di cancro, così le cellule devono fare un buon lavoro per gestire quanto eme è disponibile", ha detto Amit Reddi, biochimico e ricercatore del Georgia Institute of Technology. "La disponibilità di biosensori in grado di monitorare l'eme nelle cellule ci ha dato questa nuova finestra sul modo in cui le cellule producono questa tossina essenziale, disponibile in concentrazioni accuratamente sparse".

 

'Eme' come in 'emoglobina'

Le persone possono riconoscere l'eme dal suo ruolo al centro dell'emoglobina, la componente dei globuli rossi responsabile del trasporto di ossigeno. Il ferro ionico nella molecola eme è ciò che attrae la molecola di ossigeno. Nell'emoglobina, l'eme è incorporato saldamente nella proteina, rendendolo non tossico. Molti scienziati stanno da tempo ipotizzando che l'eme, anche in altre cellule, è fondamentalmente sempre statico, tenuto stretto dalle proteine ​​con cui lavora.


Ma i risultati dei ricercatori di quest'ultimo studio mandano in frantumi quel presupposto. Essi hanno pubblicato i risultati nei Proceedings of the National Academy of Sciences, il 30 maggio 2016. La loro ricerca è finanziata dalla National Science Foundation e dai National Institutes of Health.

 

Nutriente potenzialmente pericoloso

L'eme labile serve come nutriente invece di veleno. Ma per assicurarsi che le cose restino così, l'eme ha bisogno di essere trasportato con cura nella cella, ha detto Reddi.


Il team di ricerca, guidato da Reddi e Hanna, ha progettato una molecola sensore fluorescente per tenere sotto controllo questo processo. Con l'eme a livelli di base molto bassi, il sensore diventa verde brillante, poi con l'aumento della concentrazione dell'eme la luce scema.


Con questi sensori dell'eme, Osiris Martinez-Guzman, studente laureato del Georgia Tech, ha trovato l'enzima GAPDH, noto per il suo coinvolgimento nella degradazione dello zucchero, che il team ha osservato mentre aiuta ad accumulare eme labile cellulare (ferro protoporfirina IX), che si lega nelle proteine, lasciando solo una quantità limitata libera per le reazioni biochimiche.


Quando è necessario altro eme labile, l'ossido nitrico (una molecola di segnalazione) libera rapidamente eme dalle proteine che lo trattengono, in modo che possa fare lavori come regolare l'espressione genica.

 

Splendore da 'Lanterna verde'

"Se si aumenta l'ossido nitrico, si vede il sensore verde brillante che scema mentre l'eme diventa labile, poi il bagliore ritorna brillante nel tempo quando l'eme viene legato ancora una volta", ha detto Reddi.


La mancanza di un sensore è uno dei motivi per cui l'eme labile non era stato ancora osservato, per cui i ricercatori della Georgia Tech hanno usato un approccio a fluorescenza raziometrica per progettarne uno che potesse essere descritto un po' come il supereroe dei fumetti "Lanterna Verde".


Poichè gli emi sono attratti da lui [il sensore] come, ad esempio, dei tifosi, diventano disordinati, ha detto Reddi, ricercatore principale della ricerca. "Lui li tiene davanti alla sua luce verde, e loro lo bloccano, facendolo apparire meno brillante. Le tecniche con i fluorescenti raziometrici sono in circolazione da un po', ma la nostra tecnica è nuova, in quanto rileva specificamente l'eme. Abbiamo preso un eme che lega le proteine dai batteri e l'abbiamo attaccato su una proteina fluorescente verde".


I ricercatori hanno usato un laser blu per ricaricare la parte della lampada della coppia di proteine ​​sensore come un adesivo che si illumina nel buio, quindi ha ri-emesso la luce verde. "Si vede questa immagine verde scomparire e riapparire a seconda di quanto eme è disponibile", ha detto Reddi. "Si può vedere ciò che sta accadendo in tempo reale".

 

 

 


Fonte: Georgia Institute of Technology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.