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Alzheimer è accelerato da un anomalo accumulo di grassi nel cervello

Le persone con Alzheimer hanno depositi di grasso nel cervello.


Per la prima volta da quando la malattia è stata descritta, 109 anni fa, i ricercatori affiliati all'Hospital Research Centre dell'Università di Montreal (CRCHUM) hanno scoperto accumuli di goccioline di grasso nel cervello di pazienti deceduti a causa della malattia e hanno identificato la natura del grasso.


Questa scoperta, pubblicata ieri 27 Agosto 2015 sulla rivista Cell Stem Cell, apre una nuova strada nella ricerca di un farmaco per curare o rallentare la progressione dell'Alzheimer.


"Abbiamo trovato depositi di acidi grassi nel cervello di pazienti che sono morti a causa della malattia e in topi che sono stati geneticamente modificati per svilupparla. I nostri esperimenti suggeriscono che questi depositi anomali di grasso potrebbero innescare la malattia", ha detto Karl Fernandes, ricercatore del CRCHUM e professore dell'Università di Montreal.


Oltre 47,5 milioni di persone nel mondo hanno l'Alzheimer o qualche altro tipo di demenza, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Nonostante decenni di ricerca, gli unici farmaci attualmente disponibili trattano solo i sintomi. Questo studio mette in evidenza quello che potrebbe rivelarsi un anello mancante nel campo. I ricercatori hanno inizialmente cercato di capire il motivo per cui le cellule staminali del cervello, che normalmente aiutano a riparare i danni al cervello, nell'Alzheimer non rispondono.


La dottoranda Laura Hamilton si è stupita di trovare gocce di grasso vicino alle cellule staminali, sulla superficie interna del cervello dei topi predisposti per sviluppare la malattia. "Ci siamo resi conto che il dottor Alois Alzheimer stesso aveva notato la presenza di accumuli di lipidi nel cervello dei pazienti dopo la loro morte, quando per primo ha descritto la malattia nel 1906. Ma questa osservazione è stata ignorata e in gran parte dimenticata a causa della complessità della biochimica dei lipidi", ha detto Laura Hamilton.


I ricercatori hanno esaminato il cervello di nove pazienti deceduti con Alzheimer e hanno trovato molte più goccioline di grassi rispetto a cinque cervelli sani. Un team di chimici dell'Università di Montreal, guidati da Pierre Chaurand, hanno poi usato una tecnica avanzata di spettrometria di massa per identificare questi depositi di grasso sotto forma di trigliceridi arricchiti con acidi grassi specifici, che possono anche essere presenti nei grassi animali e negli oli vegetali.


"Abbiamo scoperto che questi acidi grassi vengono prodotti dal cervello, che si accumulano lentamente con l'invecchiamento normale, ma che il processo è accelerato notevolmente in presenza di geni che predispongono all'Alzheimer", spiega Karl Fernandes. "Nei topi predisposti alla malattia, abbiamo dimostrato che questi acidi grassi si accumulano molto presto, a due mesi di età, che corrisponde ai primi venti anni negli esseri umani. Pertanto, riteniamo che l'accumulo di acidi grassi non è una conseguenza ma piuttosto una causa o un acceleratore della malattia".


Fortunatamente, ci sono inibitori farmacologici dell'enzima che produce questi acidi grassi. Queste molecole, che sono attualmente in fase di sperimentazione per le malattie metaboliche come l'obesità, potrebbero essere efficaci nel trattamento dell'Alzheimer.


"Siamo riusciti a impedire che questi acidi grassi si formino nel cervello dei topi predisposti alla malattia. L'impatto di questo trattamento su tutti gli aspetti della malattia non è ancora noto, ma ha fatto aumentare in modo significativo l'attività delle cellule staminali", ha spiegato Karl Fernandes. "Questo è molto promettente perché le cellule staminali hanno un ruolo importante nell'apprendimento, nella memoria e nella rigenerazione".


Questa scoperta supporta la tesi che l'Alzheimer è una malattia metabolica del cervello, un po' come l'obesità o il diabete sono malattie metaboliche periferiche. Il team di Karl Fernandes prosegue i suoi esperimenti per verificare se questo nuovo approccio può impedire o ritardare i problemi con la memoria, l'apprendimento e la depressione associate alla malattia.

 

 

 


Fonte: University of Montréal via AlphaGalileo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Fernandes et al. Aberrant Lipid Metabolism in the Forebrain Niche Suppresses Adult Neural Stem Cell Proliferation in an Animal Model of Alzheimer’s Disease. Cell Stem Cell, 27 August 2015 DOI: 10.1016/j.stem.2015.08.001

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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