Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Neuroni attivati ​​producono proteina che protegge dalle neurodegenerazioni

Neuroni attivati producono proteina che protegge dalle neurodegenerazioniRappresentazione artistica di un modulatore spaziale di luce che spara fasci precisi di luce laser sui neuroni puntati dai ricercatori, innescandone l'attivazione. (Fonte: Lloyd Russell / Hausser Lab)I neuroni attivati producono una proteina che protegge dalla morte delle cellule nervose.


Il Prof. Dr. Hilmar Bading e il suo gruppo del Centro Interdisciplinare di neuroscienze della Heidelberg University hanno scoperto come avviene questo effetto e ha definito un giocatore fondamentale.


"Sapevamo già che l'attività cerebrale promuove la neuroprotezione", dice il prof Bading. "Ora abbiamo scoperto un meccanismo centrale di questo processo e una molecola chiave prodotta dal corpo che sviluppa uno scudo neuroprotettivo". Questi risultati sono stati pubblicati in Cell Reports.


Quando muoiono le cellule nervose, ad esempio a seguito di un ictus, di Alzheimer o di processi legati all'età, il risultato è una mole notevole di disturbi della memoria. Studi precedenti condotti dal Prof. Bading avevano dimostrato che l'attività cerebrale contrasta la morte delle cellule nervose. Il recettore NMDA ha un ruolo importante a livello molecolare. Questo tipo di recettore è una molecola messa in moto da neurotrasmettitori biochimici.


A causa dell'attività neuronale, il recettore NMDA induce il calcio a entrare nella cellula. Il segnale di calcio si diffonde all'interno della cellula, invade il nucleo cellulare e accende un programma di protezione genetica. Il gruppo del Prof. Bading ha identificato pochi anni fa questo programma genetico nucleare indotto dal calcio. "Tuttavia, non ci era chiaro come diventasse uno scudo protettivo", ammette Hilmar Bading.


Gli scienziati hanno ora trovato la spiegazione, studiando ancora i recettori NMDA. Se questi recettori non si trovano in corrispondenza delle giunzioni neuronali, cioè nelle sinapsi, non contribuiscono alla protezione delle cellule. Al contrario, essi danneggiano gravemente le cellule nervose e le fanno morire. "La vita e la morte sono separate solo da una distanza di pochi millesimi di millimetro. Fuori dalle sinapsi il recettore NMDA non è più Dr. Jekyll, diventa Mr. Hyde", spiega Hilmar Bading.


I risultati della ricerca attuale indicano che i recettori NMDA extrasinaptici tossici vengono soppressi dall'attività cerebrale. Il team di ricerca di Heidelberg ha identificato l'activina A come la proteina che attiva questo processo. L'activina A ha un ruolo importante ad esempio nel ciclo mestruale e nella guarigione delle ferite ed è prodotta nel sistema nervoso grazie all'attività neuronale. Questo porta ad una riduzione dei recettori NMDA extrasinaptici e costituisce uno scudo protettivo, secondo il Prof. Bading.


L'activina A media anche le proprietà protettive ben note del «fattore neurotrofico derivato dal cervello» (BDNF), una molecola di segnalazione che protegge i neuroni e le sinapsi esistenti, e aiuta a svilupparne di nuove. "L'activina A può quindi essere considerata un attivatore cruciale di un meccanismo neuroprotettivo comune nel cervello".


Le scoperte fatte dai neurobiologi di Heidelberg aprono nuove prospettive per il trattamento delle malattie degenerative del sistema nervoso. Nel loro studio hanno dimostrato che nei topi l'activina A è in grado di ridurre significativamente i danni al cervello dopo un ictus.


"I risultati della nostra ricerca indicano che l'activina A può essere usata eventualmente anche per trattare l'Alzheimer o la malattia di Huntington. La degenerazione caratteristica delle cellule nervose associata a queste due malattie sembra essere dovuta ad un aumento dell'attività dei recettori NMDA extrasinaptici tossici", dice il Prof. Bading. "In termini più semplici le nuove scoperte significano che un cervello attivo produce activina A, proteggendosi così dalla neurodegenerazione".

 

 

 


Fonte: Heidelberg University via AlphaGalileo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  David Lau, C. Peter Bengtson, Bettina Buchthal, Hilmar Bading. BDNF Reduces Toxic Extrasynaptic NMDA Receptor Signaling via Synaptic NMDA Receptors and Nuclear-Calcium-Induced Transcription of inhba/Activin A. Cell Reports, 2015; DOI: 10.1016/j.celrep.2015.07.038

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)