Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come reagisce il nostro corpo quando vede la bontà

Un nuovo studio associa quello che succede nel nostro corpo con quello che accade nel cervello quando siamo testimoni di atti di gentilezza e compassione.


Non so voi, ma per quante volte io veda il film «La vita è meravigliosa», mi commuovo sempre fino alle lacrime. Qualcosa che ha a che fare con il momento in cui George Bailey (James Stewart) viene salvato dalla rovina finanziaria ed emotiva dalla generosità dei suoi amici, mi prende, facendomi sentire profondamente commossa e piena di speranza sulla nostra capacità di esprimere bontà umana.


I ricercatori hanno dato un nome a quel culmine che proviamo quando assistiamo alla bontà umana: «elevazione morale». E ha dimostrato di avere molti benefici positivi. Studi precedenti avevano scoperto che l'elevazione morale ispira ottimismo, e induce le persone a voler essere migliori e ad agire in modo disinteressato verso gli altri.


Ora un nuovo studio pubblicato in Biological Psychology getta un po' di luce su quello che succede nel nostro corpo e nel cervello durante l'elevazione, e perché ha un ruolo chiaro nelle nostre interazioni umane.


In questo studio, 104 studenti universitari hanno guardato alcuni video che ritraggono atti eroici e compassionevoli oppure semplici situazioni divertenti, mentre i ricercatori prendevano i valori della loro frequenza cardiaca e dell'attività della corteccia prefrontale mediale. L'attività nella corteccia prefrontale mediale è associata a processi cognitivi di livello superiore, come ad esempio l'empatia e la «teoria della mente» (la nostra capacità di prevedere il comportamento sociale), ed è ritenuta coinvolta nelle esperienze di elevazione morale.


I ricercatori hanno anche misurato l'aritmia respiratoria sinusale, un indicatore dell'attività del sistema nervoso parasimpatico o SNP (il nostro sistema calmante, auto-lenitivo), mentre la frequenza cardiaca indica l'attività del sistema nervoso simpatico o SNS (il nostro sistema di reazione, «lotta o fuga»). Poiché l'attività SNP è associata a sentimenti calorosi verso gli altri e al comportamento di legame, i ricercatori si aspettavano l'attivazione nel SNP durante l'elevazione morale.


I risultati hanno dimostrato un andamento diverso: durante i momenti di picchi emozionali nei video, i partecipanti che guardavano i video che ispiravano elevazione morale sperimentavano la duplice attivazione (aumenti sia nel SNP che nel SNS), mentre chi guardava i video semplicemente divertenti non ne sperimentavano alcuna.


Questa doppia attivazione durante l'elevazione ha sorpreso Sarina Saturn, ricercatrice della Oregon State University e uno degli autori dello studio. "Questo è un modello davvero raro, dove si vedono entrambi questi sistemi reclutati per una emozione", dice la Saturn, ex Postdoctoral Fellow del Greater Good Science Center.


Dopo aver verificato ulteriormente nella letteratura, dice, i risultati hanno cominciato ad avere un senso. La doppia attivazione SNP/SNS avviene in situazioni che prevedono di occuparsi degli altri in modo prosociale, con la contemporanea necessità di stare attenti e reattivi, come durante la genitorialità e l'attività sessuale.


L'elevazione morale deve coinvolgere un modello simile, il che ha un senso: per vedere un atto compassionevole, dobbiamo assistere alla sofferenza, e questo è stressante. Tuttavia, una volta che si vede la sofferenza alleviata da un atto altruistico, questo calma il nostro cuore (attraverso il SNP), permettendoci di superare lo stress e ci dà quella piacevole sensazione di calore. Questo sentimento è probabilmente ciò che calma il nostro cuore abbastanza da darci la motivazione per il «pay it forward», agire altruisticamente nel futuro.


"E' molto bello vedere che quello che succede nel nostro corpo è un impulso alla prosocialità e ispira le persone a dare e ad essere gentili"
, dice la Saturn. "Penso che l'abbiamo capito dagli aneddoti; ma ora è bello vedere che cosa sta realmente accadendo nel corpo e nel cervello".


Il team della Saturn è stato sorpreso dai risultati dello studio anche per quanto riguarda l'attività della corteccia prefrontale: i livelli di attività variavano sensibilmente da uno scenario di elevazione all'altro. Ciò può essere spiegato dal fatto che i due scenari di elevazione erano un po' diversi: uno comportava il venire in aiuto di una persona fisicamente ferita e uno no. In questo caso, lo scenario con danni fisici è quello che induceva la corteccia prefrontale ad accendersi, suggerendo che la corteccia può avere solo un ruolo selettivo nell'elevazione. "Ricerche precedenti hanno dimostrato che quando si vede qualcuno nel dolore, quella parte del cervello si accende, e questa può essere la spiegazione", dice la Saturn. "C'è bisogno di più lavoro per vedere quando si spegne e accende la corteccia prefrontale nell'elevazione morale".


Che cosa significa tutto questo?


Sembra che l'elevazione morale ispiri l'altruismo per mezzo di una miscela di reattività e desiderio di proteggere gli altri. La Saturn è convinta che l'ormone ossitocina (l'ormone «prendersi cura e fare amicizia») è probabilmente responsabile di questo, e ciò può spiegare le forti reazioni viscerali che sentono le persone quando sono moralmente elevate.


Nel prossimo esperimento, essa spera di studiare il rilascio di ossitocina durante l'elevazione nelle neo-madri, una popolazione in cui è più facile (e meno costoso) studiarlo.


Anche se lei e altri ricercatori stanno imparando di più su questa emozione complessa, ci sono ancora molte domande senza risposta. La Saturn si chiede se la ricerca futura riuscirà a dimostrare che ci sono differenze individuali che tengono conto delle risposte variabili all'elevazione morale. Tuttavia, la sua propria ricerca sembra mostrare il contrario, cioè che l'elevazione morale ha un effetto positivo sulle persone a prescindere dal contesto, una scoperta che le dà speranza.


"La buona notizia è che non siamo riusciti a trovare molte differenze individuali [nei nostri partecipanti] in base elle esperienze di vita o dei genotipi del recettore dell'ossitocina", dice la Saturn. "In un certo senso lo trovo incoraggiante, perché sembra che sia accessibile a tutti. Non importa dove siamo emotivamente, può elevarci tutti".


Allora guardare ogni anno La vita è meravigliosa è una cosa buona? La Saturn pensa di sì. "Penso che abbiamo la tendenza ad assorbire quello che stiamo assistendo e ciò ha un impatto sul corpo e sul cervello. Abbiamo riscontrato che solo mostrare un video ispiratore di persone gentili è sufficiente a indurre questi drammatici eventi nel corpo e a permettere di voler «pay it forward» ed essere prosociali, di conseguenza".


George Bailey, eccomi.

 

 

 

 

 


Fonte: Jill Suttie in Greater Good (> English text) -Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Piper WT, Saslow LR, Saturn SR. Autonomic and prefrontal events during moral elevation.Biol Psychol. 2015 May;108:51-5. doi: 10.1016/j.biopsycho.2015.03.004. Epub 2015 Mar 23.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.