Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'Alzheimer spegne le centrali energetiche delle cellule

Il fallimento del lavoro delle cellule nervose: un team internazionale di ricercatori, guidato dal Prof. Dr. Chris Meisinger dell'Istituto di Biochimica e Biologia Molecolare dell'Università di Friburgo, ha scoperto come l'Alzheimer danneggia i mitocondri, le centrali enegetiche delle cellule.


Da diversi anni i ricercatori sanno che la fornitura di energia cellulare alle cellule del cervello è ridotta nei pazienti di Alzheimer. Essi sospettano che questa sia la causa della morte prematura delle cellule nervose che si verifica nel corso della malattia.


Sappiamo poco però sulla causa precisa di questa morte delle cellule neuronali, e molti approcci e tentativi di trovare una terapia efficace non sono riusciti ad avere un impatto. Quello che è certo è che un minuscolo frammento di proteina, chiamato «beta-amiloide», ha un ruolo chiave nel processo.


Meisinger, un membro del Cluster di Eccellenza BIOSS del Centre for Biological Signalling Studies dell'Università di Friburgo, con il suo team, ha ora dimostrato come questo frammento di proteina blocca la maturazione del macchinario proteico responsabile della produzione di energia all'interno delle centrali energetiche cellulari.


I ricercatori l'hanno dimostrato con l'aiuto di organismi modello e con campioni di cervello di malati di Alzheimer. "La spiegazione di questo componente chiave del meccanismo di malattia ci permetterà di sviluppare nuove terapie e migliorare la diagnostica in futuro", spiega Meisinger. I risultati sono pubblicati sulla rivista Cell Metabolism.


I mitocondri sono costituiti da circa 1.500 proteine ​​diverse. La maggior parte ha bisogno di migrare verso le centrali energetiche cellulari prima di iniziare il lavoro. Tale importazione è facilitata da una cosiddetta «sequenza di segnalazione»: piccole estensioni proteiche che trasportano la proteina nei mitocondri.


Una volta che la proteina è all'interno, la sequenza di segnalazione viene di norma rimossa.


Dirk Mossmann, e la dott.ssa Nora Vögtle del team di ricerca di Meisinger, hanno ora scoperto che il peptide beta-amiloide impedisce ai mitocondri di rimuovere queste sequenze di segnalazione. Di conseguenza, le proteine incomplete si accumulano nei mitocondri. Poiché le sequenze di segnalazione rimangono attaccate, le proteine ​​sono instabili e non possono più svolgere adeguatamente la loro funzione nel metabolismo energetico. I ricercatori hanno dimostrato che le cellule di lievito modificate, che producono la proteina beta-amiloide, generano meno energia e accumulano più sostanze nocive.


Nel cervello, il meccanismo probabilmente porta alla morte delle cellule nervose: il cervello si restringe e il paziente soffre di demenza. I ricercatori stanno attualmente sviluppando un esame del sangue di Alzheimer per rilevare l'accumulo di proteine ​​precursori mitocondriali. Essi sospettano che le alterazioni mitocondriali osservate nelle cellule nervose possano essere rilevate nelle cellule del sangue dei malati di Alzheimer.

 

 

 

 

 


FonteAlbert-Ludwigs-Universität Freiburg  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Dirk Mossmann, F.-Nora Vögtle, Asli Aras Taskin, Pedro Filipe Teixeira, Julia Ring, Julia M. Burkhart, Nils Burger, Catarina Moreira Pinho, Jelena Tadic, Desiree Loreth, Caroline Graff, Friedrich Metzger, Albert Sickmann, Oliver Kretz, Nils Wiedemann, René P. Zahedi, Frank Madeo, Elzbieta Glaser, Chris Meisinger. Amyloid-β Peptide Induces Mitochondrial Dysfunction by Inhibition of Preprotein Maturation. Cell Metabolism, 2014; DOI: 10.1016/j.cmet.2014.07.024

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)