Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Non solo ippocampo: altra area del cervello è cruciale per la memoria contestuale

Ricercatori del Dartmouth College dimostrano in un nuovo studio che una parte del cervello poco studiata in precedenza, la corteccia retro-splenica, è essenziale per formare le basi delle memorie contestuali, che ci aiutano a ricordare eventi che vanno dai disastri globali a dove abbiamo parcheggiato l'auto.


Un aspetto importante della memoria è la capacità di ricordare il luogo fisico, o contesto, in cui si è verificato un evento. Ad esempio, nel ricordare eventi emotivamente carichi come gli attacchi terroristici dell'11 settembre o l'assassinio del presidente John F. Kennedy, ricordiamo non solo l'evento, ma anche dove eravamo quando è successo. Infatti, nel discutere tali eventi con gli altri, spesso ci chiediamo: "Dove eravamo quando ...?". Elaborare il "dove" è importante anche per eventi banali, come ricordare dove si è parcheggiato l'auto.


Anche se sappiamo che una specifica rete di regioni cerebrali è importante per la memoria contestuale, non era ancora noto come le diverse parti della rete contribuiscano a questo processo. Ma usando la nuova tecnologia chiamata "genetica-chimica", il laboratorio del professor David Bucci sta cominciando a mostrare come le diverse strutture cerebrali contribuiscono all'apprendimento contestuale e alla memoria.


Sviluppata alla University of North Carolina, questa tecnica consente ai ricercatori di "controllare a distanza" l'attività delle cellule cerebrali. Questo si ottiene usando un virus che trasferisce in una regione del cervello i geni di un recettore sintetico. I recettori sono sensibili solo a un farmaco sintetico che viene somministrato attraverso una semplice iniezione. Legandosi ai recettori, il farmaco accende o spegne delle cellule cerebrali in quella regione, per un breve lasso di tempo.


Con questo approccio, il laboratorio di Bucci ha dimostrato in un esperimento nei topi che la corteccia retro-splenica è fondamentale per formare la base delle memorie contestuali. E' la prima volta che si usa la tecnica genetica-chimica per spegnere le cellule dell'intera corteccia retro-splenica.


L'importanza di questa scoperta è sottolineata da due recenti studi che dimostrano che l'ippocampo, un'altra regione chiave del cervello coinvolta nella memoria contestuale, non è di per sé attiva o necessaria per formare le associazioni iniziali che stanno alla base della memoria contestuale.


La National Science Foundation ha recentemente assegnato a Bucci una sovvenzione di 725 mila dollari per 5 anni di continuazione di questa ricerca. "Con queste nuove informazioni sulla funzione di questa parte del cervello, il nostro lavoro avrà anche implicazioni per la comprensione delle basi per le malattie che hanno un impatto sulla memoria contestuale, come l'Alzheimer", spiega Bucci. "In effetti studi recenti hanno dimostrato che la corteccia retro-splenica è una delle prime aree del cervello ad essere danneggiata nelle persone con Alzheimer".


I risultati della ricerca sono pubblicati su The Journal of Neuroscience.

 

 

 

 

 


Fonte:  John Cramer in Dartmouth College  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Siobhan Robinson, Travis P. Todd, Anna R. Pasternak, Bryan W. Luikart, Patrick D. Skelton, Daniel J. Urban, and David J. Bucci. Chemogenetic Silencing of Neurons in Retrosplenial Cortex Disrupts Sensory Preconditioning. The Journal of Neuroscience, August 2014 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.1349-14.2014

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.