Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Anziani con depressione e MCI hanno un invecchiamento cerebrale accelerato

Le persone che sviluppano depressione e lieve decadimento cognitivo (MCI) dopo i 65 anni hanno più probabilità di avere marcatori biologici e imaging del cervello che riflettono una maggiore vulnerabilità all'invecchiamento cerebrale accelerato, secondo uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Pittsburgh, i cui risultati sono stati pubblicati online in Molecular Psychiatry.


Gli anziani con depressione grave hanno il doppio del rischio di sviluppare demenza in futuro rispetto a coloro che non hanno mai avuto il disturbo dell'umore, ha detto il ricercatore senior Meryl A. Butters, PhD, professore associato di psichiatria alla Pitt School of Medicine.


Ma non c'è una spiegazione chiara del motivo per cui un disturbo dell'umore curabile come la depressione debba portare ad un aumento del rischio di demenza, una malattia progressiva del cervello. Fino ad ora, la maggior parte degli studi ha esaminato solo uno o due biomarcatori per arrivare a questa questione.


"Il nostro studio rappresenta un progresso significativo perché fornisce una visione più completa e integrata dei cambiamenti neurobiologici legati alla compromissione cognitiva lieve a fine-vita", ha detto. "Capire meglio la neurobiologia del deterioramento cognitivo nella depressione può fornirci nuovi bersagli per lo sviluppo di trattamenti più specifici, non solo per la prevenzione e il trattamento, ma anche per i suoi esiti negativi a valle, compreso lo sviluppo della demenza e dei disturbi correlati".


Il team ha raccolto campioni di sangue da 80 anziani in remissione dopo essere stati trattati per la depressione grave, 36 dei quali avevano MCI e 44 avevano una funzione cognitiva normale. Il loro sangue è stato testato per 242 proteine ​​coinvolte nei percorsi biologici associati al cancro, alle malattie cardiovascolari e ai disturbi metabolici, nonché ai disturbi psichiatrici e neurodegenerativi. I ricercatori hanno eseguito anche scansioni PET e MRI del cervello dei partecipanti alla ricerca di indicatori della malattia cerebrovascolare, dell'atrofia o restringimento cerebrale, e dell'amiloide-beta, la proteina che forma le placche cerebrali associate all'Alzheimer.


Il gruppo con MCI aveva più probabilità di soffrire di differenze nell'attività biologica di 24 proteine ​​che sono coinvolte nella regolazione delle vie immunitarie e infiammatorie, nella segnalazione intracellulare, nella sopravvivenza delle cellule e proteine ​​e nell'equilibrio lipidico. Le scansioni del cervello hanno rivelato una maggiore propensione alla malattia cerebrovascolare (esempio, piccoli ictus) nel gruppo MCI, ma non c'era differenza nella quantità di amiloide-beta depositata.


"Nell'insieme questi risultati suggeriscono che le persone con depressione e deterioramento cognitivo possono essere più vulnerabili all'invecchiamento cerebrale accelerato, che, a sua volta, aumenta il loro rischio di sviluppare la demenza", ha detto il dottor Butters. "In definitiva, se saremo in grado di capire ciò che accade nel cervello quando le persone sono depresse e soffrono di deterioramento cognitivo, potremo poi sviluppare strategie per rallentare o forse impedire al deterioramento di diventare demenza".


I prossimi passi comprendono la valutazione del gruppo di proteine ​​degli anziani con funzione cognitiva normale, che non soffrono di depressione.

 

*****
Hanno collaborato allo studio Etienne Sibille, Ph.D., Ying Ding, Ph.D., George Tseng, Ph.D., Howard Aizenstein, MD, Ph.D., Frances Lotrich, MD, Ph.D. , James T. Becker, Ph.D., Oscar L. Lopez, MD, Michael T. Lotze MD, William E. Klunk MD, Ph.D., e Charles F. Reynolds, MD, tutti dell 'Università di Pittsburgh; e il primo autore è Breno S. Diniz, MD, PhD, attualmente all'Università Federale di Minas Gerais in Brasile.

Il progetto è stato finanziato dal National Institutes of Health, dalla  John A. Hartford Foundation e dal programma di ricerca intramurale brasiliano.

 

 

 

 

 


Fonte:  n University of Pittsburgh  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  B S Diniz, E Sibille, Y Ding, G Tseng, H J Aizenstein, F Lotrich, J T Becker, O L Lopez, M T Lotze, W E Klunk, C F Reynolds, M A Butters. Plasma biosignature and brain pathology related to persistent cognitive impairment in late-life depression. Molecular Psychiatry, 2014; DOI: 10.1038/mp.2014.76

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.