Una ricerca della McGill University rivela che la rete motoria del cervello aiuta le persone a ricordare e a riconoscere la musica che hanno eseguito in passato, meglio di quella che hanno solo ascoltato.
Un recente studio della Prof.ssa Caroline Palmer, del Dipartimento di Psicologia, getta nuova luce sul modo in cui gli esseri umani percepiscono e producono i suoni, e può aprire la strada a indagini per verificare se l'apprendimento motorio può migliorare o proteggere la memoria o la compromissione cognitiva della popolazione che invecchia. La ricerca è pubblicata sulla rivista Cerebral Cortex.
"Il beneficio alla memoria che viene dall'eseguire una melodia piuttosto che ascoltarla, o dire una parola ad alta voce e non solo sentirla o leggerla, è noto come «effetto produzione» sulla memoria", dice la Prof.ssa Palmer, cattedra di ricerca in «Cognitive Neuroscience of Performance». "Gli scienziati hanno discusso se l'«effetto produzione» sia dovuto ai ricordi motori, come ad esempio riconoscere la sensazione di una particolare sequenza di movimenti delle dita sui tasti del pianoforte, o è semplicemente dovuto alle memorie uditive rafforzate, come ad esempio sapere come dovrebbero risuonare i toni della melodia. Il nostro documento fornisce nuove prove che i ricordi motori hanno un ruolo nel migliorare il riconoscimento degli ascoltatori dei toni che hanno già eseguito".
Per lo studio, i ricercatori hanno reclutato venti pianisti qualificati di Lione in Francia. Al gruppo è stato chiesto di imparare semplici melodie, ascoltandole più volte o eseguendole più volte su un pianoforte. I pianisti hanno poi risentito tutte le melodie che avevano imparato, alcune delle quali contenevano note sbagliate, mentre venivano misurati i segnali elettrici del cervello mediante elettroencefalografia (EEG). "Abbiamo scoperto che i pianisti riconoscono meglio i cambi di tonalità delle melodie che avevano eseguito in precedenza", ha detto il primo autore dello studio, Brian Mathias, lo studente di dottorato della McGill che ha condotto i lavori al Centro di Ricerca di Neuroscienze di Lione in Francia, con i collaboratori Drs. Barbara Tillmann e Fabien Perrin.
Il team ha scoperto che le misurazioni EEG hanno rivelato cambiamenti più grandi delle onde cerebrali e un aumento dell'attività motoria per le melodie eseguite in precedenza, rispetto a quelle ascoltate, circa 200 millisecondi dopo le note sbagliate. Questo rivela che il cervello confronta rapidamente le informazioni uditive in entrata con le informazioni motorie immagazzinate nella memoria, permettendoci di riconoscere se un suono è familiare.
"Questo documento ci aiuta a capire l'«apprendimento esperienziale», o «imparare facendo», e ha implicazioni pedagogiche e cliniche", ha dichiarato Mathias. "Il ruolo del sistema motorio nel riconoscere la musica, e forse anche il discorso, potrebbe contribuire alle teorie dell'educazione, fornendo strategie per migliorare la memoria degli studenti e degli insegnanti".
Questo studio è stato condotto nell'ambito del programma di scambio europeo Erasmus Mundus Auditory Cognitive Neuroscience, in cui i ricercatori nordamericani completano un progetto di ricerca in collaborazione con un laboratorio europeo per 6-12 mesi.
Fonte: McGill University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Brian Mathias, Caroline Palmer, Fabien Perrin, and Barbara Tillmann. Sensorimotor Learning Enhances Expectations During Auditory Perception. Cereb. Cortex, March 12, 2014 DOI: 10.1093/cercor/bhu030
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