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Sonno scarso e scadente collegato ai biomarcatori dell'Alzheimer

Un sonno di scarsa qualità può influire sull'insorgenza e la progressione dell'Alzheimer.


Questo è il risultato di un nuovo studio condotto da ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, che ha esaminato l'associazione tra le variabili del sonno e un biomarcatore dell'Alzheimer negli anziani.


I ricercatori hanno scoperto che chi riferisce di dormire poco e male ha anche un maggiore carico di amiloide-β, un segno distintivo della malattia. I risultati sono presenta on line nel numero di ottobre di JAMA Neurologia.


"Il nostro studio ha trovato che negli anziani, le segnalazioni di sonno più breve e più povero qualitativamente sono associate a livelli maggiori di amiloide-
β, misurati con scansioni PET del cervello", ha detto Adam Spira, PhD, autore principale dello studio ed assistente professore nel Dipartimento di Salute Mentale della Bloomberg School. "Questi risultati potrebbero avere importanti implicazioni per la salute pubblica, visto che l'Alzheimer è la causa più comune di demenza, e circa la metà degli anziani ha sintomi di insonnia".


L'Alzheimer è una malattia progressiva ed irreversibile del cervello che distrugge lentamente la memoria e la capacità di pensiero. Secondo il National Institutes of Health, ben 5,1 milioni di americani possono avere la malattia, i cui primi sintomi compaiono dopo i 60 anni. Precedenti studi hanno collegato il sonno disturbato al deterioramento cognitivo nelle persone anziane.


In uno studio trasversale su adulti del sotto-studio di neuro-immagine del Baltimore Longitudinal Study of Aging, con un'età media di 76 anni, i ricercatori hanno esaminato l'associazione tra le variabili del sonno auto-riferite e la deposizione di amiloide-β. I partecipanti allo studio hanno riferito di aver un sonno che varia da più di sette ore a non più di cinque ore. La deposizione di amiloide-β è stata misurata con scansioni del cervello, usando il tracciante composto Pittsburgh B e la PET (tomografia a emissione di positroni). Le segnalazioni di un sonno di più breve durata e di un qualità scadente del sonno sono entrambe associate ad un maggiore accumulo di Αβ.


"Questi risultati sono importanti anche perché nelle persone anziane i disturbi del sonno possono essere trattati. Nella misura in cui il sonno scadente promuove lo sviluppo dell'Alzheimer, i trattamenti per il sonno insufficiente, o gli sforzi per mantenere i modelli di sonno salutare, possono aiutare a prevenire o rallentare la progressione dell'Alzheimer", ha detto Spira. Aggiungendo che i risultati non possono dimostrare un nesso di causalità tra il sonno insufficiente e l'Alzheimer, e che sono necessari studi longitudinali con misure oggettive del sonno, per esaminare ulteriormente se dormire poco e male contribuisce o accelera l'Alzheimer.


Hanno contribuito allo studio Adam P. Spira, Alyssa A. Gamaldo, Yang An, Mark N. Wu, Eleanor M. Simonsick, Murat Bilgel, Yun Zhou, Dean F. Wong, Luigi Ferrucci e Susan M. Resnick. La ricerca è stata finanziata in parte dal National Institutes of Health e dalla Johns Hopkins School of Medicine Brain Science Institute. Il Dr. Spira è supportato da un Mentored Research Scientist Award del National Institute on Aging.

 

 

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health.

Riferimenti: Adam P. Spira. Self-reported Sleep and β-Amyloid Deposition in Community-Dwelling Older Adults. JAMA Neurology, 2013; DOI: 10.1001/jamaneurol.2013.4258

Pubblicato in jhsph.edu (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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