Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cosa rende meno facile imparare cose nuove da anziani?

I neuroscienziati stanno cominciando a spiegare le ragioni scientifiche alla base del detto "non si possono insegnare trucchi nuovi ad un cane vecchio".


Per anni si è cercato di capire come la microcircuiteria del cervello renda più facile l'apprendimento ai giovani, e più difficile ai vecchi. I risultati di un nuovo studio congiunto della Carnegie Mellon University, della University of California di Los Angeles e della University of California di Irvine, pubblicati sulla rivista Nature, dimostrano come si comporta uno dei componenti dei circuiti del cervello (i neuroni inibitori) durante i periodi critici di apprendimento.


Il cervello è costituito da due tipi di cellule: i neuroni inibitori e quelli eccitatori. Le reti di questi due tipi di neuroni sono responsabili dell'elaborazione delle informazioni sensoriali, come le immagini, i suoni e gli odori, e delle funzioni cognitive. Circa l'80 per cento dei neuroni sono eccitatori. Gli strumenti scientifici tradizionali avevano permesso finora agli scienziati di studiare solo i neuroni eccitatori.


"Sapevamo da studi precedenti che le cellule eccitatorie propagano le informazioni mentre i neuroni inibitori hanno un ruolo fondamentale nella creazione della plasticità accentuata dei giovani, ma le idee sul comportamento esatto di queste cellule erano controverse. Dato che non si riusciva a studiarle, si poteva solo ipotizzare come si comportavano nei periodi critici di apprendimento", ha detto Sandra J. Kuhlman, assistente professore di scienze biologiche alla Carnegie Mellon e membro del Centro Congiunto per le Basi Neurali della Cognizione della Carnegie Mellon/Università di Pittsburgh.


La teoria prevalente sui neuroni inibitori era che, con la maturazione, essi raggiungono un livello più alto di attività che favorisce periodi ottimali di apprendimento. Ma che, con l'invecchiamento del cervello nell'età adulta, i neuroni inibitori continuano a maturare, diventando ancora più forti, fino al punto da impedire l'apprendimento.


Tecnologie genetiche e di scansione di nuova concezione stanno ora permettendo ai ricercatori di visualizzare i neuroni inibitori nel cervello e di registrare la loro attività in risposta ai vari stimoli. La Kuhlman, studente post-dottorato del laboratorio di Joshua T. Trachtenberg, professore associato di neurobiologia dell'UCLA, e i suoi colleghi, hanno utilizzato queste nuove tecniche per registrare l'attività dei neuroni inibitori durante i periodi di apprendimento critico. Essi hanno scoperto che, durante i periodi di maggiore apprendimento, i neuroni inibitori non si attivano più come previsto. Si attivano molto meno frequentemente, fino alla metà del tempo.


"Quando si è giovani non abbiamo ancora fatto molte esperienze, e quindi il cervello ha bisogno di essere una spugna che assorbe tutti i tipi di informazioni. Sembra che il cervello spenga le cellule inibitorie per permettere che ciò accada", ha detto la Kuhlman. "Come adulti, invece, abbiamo già imparato un gran numero di cose, per cui il nostro cervello non ha più necessità di assorbire ogni informazione. Ciò non significa che gli adulti non possano imparare, significa solo che quando imparano, i loro neuroni devono comportarsi in modo diverso".

 

 

 

 

 


Fonte: Carnegie Mellon University, via EurekAlert!, a service of AAAS.

Riferimento: Sandra J. Kuhlman, Nicholas D. Olivas, Elaine Tring, Taruna Ikrar, Xiangmin Xu, Joshua T. Trachtenberg. A disinhibitory microcircuit initiates critical-period plasticity in the visual cortex. Nature, 2013; DOI: 10.1038/nature12485

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)