Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuova scoperta su staminali può favorire ricambio organi danneggiati

Ricercatori sulle cellule staminali della University of California di San Francisco hanno scoperto il ruolo chiave di una proteina chiamata BMI1 che potrebbe aiutare gli scienziati a dirigere lo sviluppo di tessuti per sostituire organi danneggiati del corpo umano, anche del cervello.


"Sappiamo che la BMI1 è un interruttore centrale di controllo all'interno delle cellule staminali adulte di molti tessuti, compreso il cervello, il sangue, il polmone e la ghiandola mammaria", ha detto Ophir Klein, MD, PhD, direttore del Programma di Biologia Craniofacciale e Mesenchimale (CMB) e presidente della Divisione Anomalie Craniofacciali della UCSF. "La BMI1 è anche un gene cancerogeno che si riattiva nelle cellule tumorali".


Il gruppo di ricerca di Klein dimostra ora che la BMI1 ha un altro ruolo nel garantire che il processo di sviluppo si svolga normalmente. Caratteristiche di tutte le cellule staminali sono l'immaturità, la continua suddivisione per ricostituirne il numero quasi all'infinito, e la generazione di nuove cellule specializzate per funzionare nei tessuti in cui risiedono, un processo chiamato differenziazione cellulare.


Spinto da una parte, l'interruttore BMI1 permette alle cellule staminali normali di dividersi e di rinnovare il proprio numero. Mandato nella direzione opposta, mantiene sotto controllo la proliferazione cellulare. Ma ora, il team di ricerca di Klein dimostra che il BMI1 impedisce anche a questo deposito di cellule staminali di generare cellule figlia che maturano nel tipo sbagliato di cellule specializzate, nel posto sbagliato.


La nuova scoperta suggerisce che la manipolazione della BMI1, insieme ad altre molecole regolatrici, potrebbe un giorno essere una delle fasi comprese nelle ricette molecolari che accendono o spengono lo sviluppo delle cellule specializzate, creando nuovi trattamenti basati sulle cellule per sostituire i tessuti persi per infortunio, malattia o invecchiamento, spiega Klein.


E' intrigante pensare al doppio ruolo della BMI1 anche in contesti patologici, come il cancro, ha detto Klein. Una crescente evidenza suggerisce che molti tumori sono guidati da un comportamento anomalo delle cellule staminali adulte o da cellule che hanno acquisito proprietà simili alle cellule staminali in modo anomalo. Alcuni ricercatori di cancro ritengono che se queste cellule cancerose potessero essere indotte a diventare cellule specializzate piuttosto che cellule staminali quando si dividono, si potrebbe rallentare la crescita del tumore. Klein suggerisce che una strategia potrebbe essere la disattivazione della BMI1 nelle cellule staminali del cancro.


Lo studio del gruppo di ricerca di Klein è pubblicato nel numero di Luglio di Nature Cell Biology, ed è stato condotto su cellule staminali adulte presenti nei grandi incisivi dei topi.


Klein, membro di facoltà della School of Dentistry alla UCSF, così come della Scuola di Medicina, studia denti, intestino e altri tessuti per capire la biologia e i meccanismi molecolari che regolano le cellule staminali in questi organi. Le conoscenze acquisite in questi studi possono alimentare ulteriormente il suo specifico interesse a trovare nuovi modi per generare tessuto di sostituzione per il trattamento di malattie come il morbo di Crohn e le anomalie cranio-facciali, e far crescere nuovi denti.


L'incisivo del topo, a differenza di qualsiasi dente umano, cresce continuamente, ed è un obiettivo attraente per la ricerca sulle cellule staminali, secondo Klein. "C'è una grande popolazione di cellule staminali, ed è facile tenere traccia del modo in cui sono prodotte le cellule figlia delle cellule staminali; è come se fossero su un nastro trasportatore", ha detto. All'inizio della vita gli esseri umani possiedono cellule staminali che in modo simile guidano lo sviluppo dei denti, ma diventano inattive dopo che i denti adulti sono completamente formati durante la prima infanzia.


Nello studio attuale, i borsisti post-dottorato Brian Biehs, PhD, e Jimmy Hu, PhD, hanno stabilito che c'è un gruppo di cellule staminali adulte alla base dell'incisivo in crescita del topo e che queste cellule staminali possiedono la BMI1 attiva. Essi hanno dimostrato che la BMI1 può sopprimere un set di geni chiamati geni Hox che, se attivati, innescano lo sviluppo di tipi cellulari specifici e di strutture del corpo. Nell'incisivo nel topo i ricercatori hanno dimostrato che l'attività della BMI1 delle cellule staminali mantiene il destino delle cellule staminali e previene una differenziazione cellulare errata sopprimendo l'espressione dei geni Hox.


Questo ruolo essenziale di sviluppo delle BMI1 nel supervisionare la produzione di cellule specializzate è probabile che sia stato conservato attraverso l'evoluzione, perché gli studi dei geni Hox nei moscerini della frutta suggeriscono che ci potrebbe essere un ruolo simile alle BMI1 negli insetti e nei mammiferi, spiega Klein.


Usando l'incisivo del topo, Klein e colleghi intendono continuare ad esplorare come sono modellate a loro volta le cellule staminali ed il relativo comportamento dagli stimoli che ricevono dalle cellule circostanti. "Questa nuova conoscenza è fondamentale per comprendere come viene controllata la differenziazione cellulare, e può aiutare a manipolare le cellule staminali per arrivare a fare quello che vogliamo che loro facciano", ha detto Klein.


La ricerca è stata finanziata dal National Institutes of Health e dal California Institute for Regenerative Medicine.

 

 

 

 

 


Fonte: University of California, San Francisco (UCSF). Articolo originale scritto da Jeffrey Norris.

Riferimento: Brian Biehs, Jimmy Kuang-Hsien Hu, Nicolas B. Strauli, Eugenio Sangiorgi, Heekyung Jung, Ralf-Peter Heber, Sunita Ho, Alice F. Goodwin, Jeremy S. Dasen, Mario R. Capecchi, Ophir D. Klein. BMI1 represses Ink4a/Arf and Hox genes to regulate stem cells in the rodent incisor. Nature Cell Biology, 2013; 15 (7): 846 DOI: 10.1038/ncb2766

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.