Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


C'è un nesso tra ritmi circadiani e invecchiamento

I modelli di sonno e sveglia delle persone sono in gran parte disciplinati da un orologio interno che corrisponde molto da vicino al ciclo di 24 ore di luce e di oscurità. Questo orologio circadiano controlla anche altre funzioni del corpo, come il metabolismo e la regolazione della temperatura.


Studi su animali hanno scoperto che, quando il ritmo è alterato, possono sorgere problemi di salute, che comprendono l'obesità e i disturbi metabolici come il diabete. Anche studi su persone che lavorano in turni di notte hanno rivelato un aumento della suscettibilità al diabete.


Un nuovo studio del MIT dimostra che un gene chiamato SIRT1, che in precedenza aveva dimostrato la capacità di proteggere dalle malattie dell'invecchiamento, ha un ruolo chiave nel controllo di questi ritmi circadiani. I ricercatori hanno scoperto che la funzione circadiana decade con l'invecchiamento nei topi normali, e che l'aumento di SIRT1 nel cervello potrebbe impedire questo decadimento. Al contrario, la perdita di funzione del SIRT1 altera il controllo circadiano nei topi giovani, imitando ciò che accade nel normale invecchiamento.


Dal momento che si è scoperto che la proteina SIRT1 stessa diminuisce con l'invecchiamento nei topi normali, i risultati suggeriscono che i farmaci che aumentano l'attività di SIRT1 negli esseri umani potrebbero avere benefici diffusi per la salute, dice Leonard Guarente, professore Novartis di Biologia al MIT e autore di un documento che descrive i risultati nel numero del 20 Giugno di Cell. "Se riuscissimo a mantenere il SIRT1 più attivo possibile, quando invecchiamo, allora potremmo ritardare l'invecchiamento nell'orologio centrale del cervello, e ne deriverebbero benefici per la salute", dice Guarente.

 

Restare nei tempi

Nell'uomo e negli animali, i modelli circadiani seguono un ciclo di circa 24 ore, diretto dal centro di controllo circadiano del cervello, chiamato nucleo soprachiasmatico (SCN), situato nell'ipotalamo. "Quasi tutto ciò che avviene fisiologicamente è in realtà disposto lungo il ciclo circadiano", dice Guarente. "Sta emergendo ora l'idea che mantenere il ciclo circadiano è molto importante per restare sani e, se si rompe, c'è una penale da pagare nella salute e forse nell'invecchiamento".


L'anno scorso, Guarente ha scoperto che un periodo circadiano robusto si correla a una vita più lunga nei topi. Ciò lo ha indotto a chiedersi che ruolo abbia in questo fenomeno il SIRT1, che ha dimostrato di prolungare la durata della vita in molti animali. Il SIRT1, che Guarente ha per primo collegato all'invecchiamento più di 15 anni fa, è il principale regolatore della risposta cellulare allo stress, coordinando una serie di reti di ormoni, proteine e geni per aiutare a mantenere le cellule vive e sane.


Per studiare il ruolo del SIRT1 nel controllo circadiano, Guarente ed i suoi colleghi hanno creato topi geneticamente modificati che producono diverse quantità di SIRT1 nel cervello. Un gruppo di topi aveva quantità normali di SIRT1, un altro non ne aveva, e due gruppi avevano una quantità rispettivamente del doppio e 10 volte di più di SIRT1 del normale. I topi privi di SIRT1 avevano cicli circadiani leggermente più lunghi (23,9 ore) dei topi normali (23,6 ore), e i topi con un SIRT1 10 volte maggiore avevano cicli più brevi (23,1 ore).


Nei topi con livelli normali di SIRT1, i ricercatori hanno confermato i risultati precedenti che, quando il ciclo luce / buio di 12 ore viene interrotto, i topi più giovani riaggiustano il loro ciclo circadiano molto più facilmente di quelli anziani. Tuttavia, essi hanno mostrato per la prima volta che i topi con maggiore SIRT1 non soffrono lo stesso declino nel controllo circadiano quando invecchiano. I ricercatori hanno anche scoperto che il SIRT1 esercita tale controllo regolando i geni BMAL e CLOCK, i due principali custodi dell'orologio circadiano centrale.

 

Migliorare la funzione circadiana

Un crescente corpo di evidenza suggerisce che essere in grado di rispondere alle grandi o piccole interruzioni del ciclo luce / buio è importante per mantenere sana la funzione metabolica, secondo Guarente. "Essenzialmente sperimentiamo un mini jet lag ogni giorno, perché il ciclo di luce cambia continuamente. La cosa fondamentale per noi è essere in grado di adattarci a questi scossoni senza problemi", dice Guarente."Molti studi sui topi dicono che, mentre quelli giovani vanno perfettamente bene, sono queli vecchi ad avere problemi. Quindi ciò potrebbe essere vero anche per l'uomo".


Se fosse così, potrebbe essere possibile trattare o prevenire le malattie dell'invecchiamento, migliorando la funzione circadiana, sia portando attivatori SIRT1 al cervello che sviluppando farmaci che migliorano un'altra parte del sistema di controllo circadiano, ipotizza Guarente. "Penso che dovremmo guardare ogni aspetto della macchina dell'orologio circadiano nel cervello, ed ogni intervento in grado di mantenere la macchina con l'invecchiamento dovrebbe andare bene", dice. "Un punto di partenza potrebbe essere il SIRT1, perché abbiamo dimostrato nei topi che la manutenzione genetica del SIRT1 aiuta a mantenere la funzione circadiana".


Alcuni attivatori SIRT1 vengono ora testati contro il diabete, l'infiammazione e altre malattie, ma non sono progettati per attraversare la barriera emato-encefalica e probabilmente non saranno in grado di raggiungere il SCN. Tuttavia, Guarente crede che potrebbe essere possibile progettare attivatori SIRT1 che possono entrare nel cervello.


Roman Kondratov, professore associato di biologia alla Cleveland State University, dice che lo studio solleva diverse questioni interessanti sul potenziale di ritardare o invertire i cambiamenti legati all'età nel cervello attraverso il ringiovanimento dell'orologio circadiano, migliorando il SIRT1. "L'importanza di questo studio è che ha sia applicazioni di base che potenzialmente traslazionali, tenendo conto del fatto che i modulatori farmacologici del SIRT1 sono attualmente in fase di studio attivo", dice Kondratov.


I ricercatori nel laboratorio di Guarente stanno ora indagando il rapporto tra salute, funzione circadiana e dieta. Essi sospettano che le diete ricche di grassi potrebbero guastare l'orologio circadiano, danno che potrebbe essere contrastato da una maggiore attivazione di SIRT1.


La ricerca è stata finanziata dal National Institutes of Health e dalla Fondazione Glenn per la ricerca medica.

 

 

 

 

 


Fonte: Massachusetts Institute of Technology. Articolo originale scritto da Anne Trafton.

Riferimento: Hung-Chun Chang, Leonard Guarente. SIRT1 Mediates Central Circadian Control in the SCN by a Mechanism that Decays with Aging. Cell, 2013; 153 (7): 1448 DOI: 10.1016/j.cell.2013.05.027

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.