Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Recettore iperattivo in Alzheimer: bloccandolo si recupera la perdita di memoria [nei topi] e non solo

Un nuovo studio, pubblicato sul Journal of Neuroinflammation di Maggio, dimostra che la patologia della memoria nei topi anziani con Alzheimer (AD) può essere invertita con un trattamento, e suggeriscono anche un meccanismo alla base dell'AD che potrebbe diventare un potenziale bersaglio per nuove terapie.


Lo studio, condotto da ricercatori del Montreal Neurological Institute and Hspital (The Neuro) della McGill University e dell'Université de Montréal ha scoperto che il blocco dell'attività di un recettore specifico nel cervello di topi con Alzheimer avanzato recupera la memoria e la funzione cerebrovascolare.


"L'aspetto interessante e importante di questo studio è che anche gli animali con patologia avanzata possono essere salvati con questa molecola"
, spiega il Dr. Edith Hamel, neuroscienziato del Neuro e ricercatore principale dello studio, in collaborazione con il Dott. Réjean Couture del Dipartimento di Fisiologia dell'Université de Montréal. "Abbiamo visto raramente prima questo tipo di inversione dei sintomi di AD nel nostro modello di topo, a questa età avanzata, dopo aver sviluppato l'AD per un anno".


I ricercatori hanno verificato un aumento del livello di un recettore noto come recettore della bradichinina B1 (B1R) nel cervello di topi con AD, un recettore coinvolto nell'infiammazione. "Somministrando una molecola che blocca selettivamente l'azione di questo recettore, abbiamo osservato miglioramenti importanti sia nelle funzioni cognitive che in quelle cerebrovascolari", dice il Dott. Baptiste Lacoste, il ricercatore che ha condotto lo studio alla Neuro e che ora prosegue la sua formazione alla Harvard Medical School di Boston. "L'Alzheimer distrugge le cellule nervose e compromette anche la funzione dei vasi sanguigni nel cervello. Non ci sono stati solo miglioramenti nell'apprendimento e nella memoria, ma si evidenzia anche il recupero del flusso sanguigno e la reattività vascolare, cioè la capacità dei vasi cerebrali di dilatarsi o restringersi quando necessario". Il corretto funzionamento dei vasi sanguigni nel cervello è fondamentale per fornire nutrienti e ossigeno alle cellule nervose, e le malattie vascolari rappresentano importanti fattori di rischio per lo sviluppo di AD in età avanzata.


"Un altro risultato interessante mai visto prima nel nostro modello di topo è una riduzione di oltre il 50% dei peptidi amiloide-beta tossici", aggiunge il dottor Hamel. "Nell'Alzheimer, i frammenti di proteina amiloide-beta hanno un effetto deleterio sui sistemi del sangue e nervoso. Normalmente, questi frammenti di proteine sono scomposti e rimossi, mentre nell'Alzheimer i frammenti di proteina si ammassano, un fattore ritenuto corresponsabile della disfunzione neuronale e vascolare. Non siamo sicuri se questa diminuzione contribuisca al recupero funzionale, ma speriamo che i nostri risultati saranno di aiuto nel chiarire la questione e individuare nuovi bersagli per approcci terapeutici".


I risultati mostrano che un aumento del B1R è associato alle placche di amiloide-beta nei topi di Alzheimer con disturbi della memoria, e che il blocco cronico del B1R migliora significativamente l'apprendimento, la memoria, la funzione cerebrale, e diverse altre caratteristiche dell'AD patologico nei topi con la patologia completamente sviluppata. Nell'insieme questi risultati confermano il ruolo del B1R nella patogenesi e il ruolo della neuroinfiammazione come meccanismo di fondo dell'AD. Il passo successivo sarebbe approfondire i potenziali bloccanti della bradichinina B1R come potenziale trattamento per AD nell'uomo.


Questo studio è stato finanziato dal Canadian Institutes of Health Research e una borsa di studio post-dottorato della Alzheimer Society of Canada.

 

 

 

 

 


Fonte: McGill University.

Riferimento: Baptiste Lacoste, Xin-Kang Tong, Karim Lahjouji, Réjean Couture, Edith Hamel. Cognitive and cerebrovascular improvements following kinin B1 receptor blockade in Alzheimer's disease mice. Journal of Neuroinflammation, 2013; 10 (1): 57 DOI: 10.1186/1742-2094-10-57

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)