I robot potrebbero aiutare dei pazienti di demenza apatici a scrollarsi di dosso un pò della loro apatia.
Un gruppo di ricerca spagnolo è arrivato a questa conclusione in uno studio pilota riferito al 23° Meeting della European Neurological Society (ENS) a Barcellona, dove 3.000 esperti si riuniscono per discutere gli sviluppi attuali nel loro campo.
Il rapido aumento dei malati di demenza è una delle sfide più urgenti per l'assistenza sanitaria e per i servizi sociali. In questo momento, 35,6 milioni di persone già soffrono di demenza in tutto il mondo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) prevede che le attuali tendenze demografiche causeranno il raddoppio del numero di pazienti affetti da demenza entro il 2013 e la triplicazione entro il 2050.
Il Dr Meritxell Valentí Soler (Fondazione CIEN - Centro Alzheimer, Fondazione Regina Sofía, Madrid, Spagna): "Dobbiamo sviluppare approcci per una cura ottimale a lungo termine di questi pazienti, che considerino il fatto che un numero sempre minore di giovani dovranno prendersi cura di un numero sempre maggiore di anziani. Forse i robot potrebbero aiutare i terapeuti in futuro".
Per questo studio, coordinato dal dottor Pablo Martinez-Martin, il dottor Valenti ha esaminato il grado di successo terapeutico su 101 pazienti di età compresa tra 58 e 100 anni che avevano demenza da moderata a grave e ricevevano cure istituzionali. Le femmine rappresentavano l'88% del numero totale dei soggetti dello studio.
Tutti i pazienti sono stati sottoposti a sessioni di terapia, nell'ambito del programma, due volte alla settimana per un periodo di tre mesi. Hanno avuto terapia con la musica, il linguaggio e cognitiva, per promuovere le loro capacità cognitive. L'unica differenza era che i terapeuti hanno condotto la terapia solo per un gruppo di pazienti, mentre i robot li hanno aiutati con altri due gruppi. Un robot aveva la forma di foca e l'altro di piccolo essere umano.
Pazienti meno apatici
Il grado di apatia misurata su una scala definita è stato confrontato prima e dopo il trattamento. Un risultato sorprendente è stato che la terapia con il robot umanoide è stato particolarmente efficace ed i pazienti erano meno apatici dopo la terapia. Il Dr Valentí Soler ha detto che c'è motivo di cauto ottimismo: "Il miglioramento è molto limitato e, ovviamente, un tale piccolo campione non permette di generalizzare i risultati a tutti i malati di demenza, sono necessari ulteriori studi con gruppi di pazienti più grandi per verificare la ripetibilità del successo e trarre ulteriori conclusioni circa il grado di miglioramento. Tuttavia, questi primi risultati sono una occasione per sperare che siamo sulla buona strada per trovare un modo fattibile di occuparci dei malati di demenza".
Ma la cognizione non migliora ... anzi
Lo stato cognitivo dei pazienti non può essere migliorato con la robot therapy. Questo è stato misurato prima e dopo la terapia con due test, il Mini Mental Status Test ed il Severe Mini Mental Examination, sviluppato specificamente per pazienti con demenza da moderata a grave.
Il Mini Mental Status Test ha mostrato addirittura un calo significativo nel gruppo in cui sono stati utilizzati robot umanoidi, mentre il Severe Mini Mental Examination è rimasto lo stesso.
Fonte: European Neurological Society
Riferimento: 23rd Meeting of the European Society of Neurology (ENS) 2013. ENS Abstract P662: Robotherapy in dementia: pilot study.
Pubblicato in Medical News Today (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.
Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra: |